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 Home page > Tribuna Libera > C’era una volta lo Spread

C’era una volta lo Spread

Dopo i governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte I e Conte II, l'Italia è sempre più indebitata, negli ultimi dieci anni il debito è costantemente aumentato, in modo mostruoso, siamo passati da 1900 miliardi del 2011 a 2800 del 2021.

Si tratta di 900 miliardi in più, un aumento che rasenta il 50%.

Eppure oggi lo spread non è un problema, perché? Come si spiega che con il 120% di debito/PIL lo spread fosse a 500 o 600 punti, mentre oggi - nonostante l'enorme aumento del debito pubblico- veleggia intorno a 100?

Come si vede nel grafico seguente (fonte Repubblica su dati NADEF) nel 2011 il debito italiano, oltre ad essere molto inferiore rispetto a quello odierno, era detenuto nelle mani dei privati e solo in piccola parte nelle mani della banca centrale.

Nel 2011 l'economia non andava a gonfie vele, ma i principali indicatori economici (importo del debito, rapporto debito/PIL, tasso di crescita PIL, tasso di disoccupazione, percentuale degli italiani che si trovano sotto la soglia di povertà) eramo molto migliori di adesso.

Ma non basta: oggi la quantità del debito pubblico acquistata da privati (colore blu nel grafico) è DIMINUITA, una gran parte è nelle mani della BCE, Bankitalia e isituzioni europee (colore giallo nel grafico), il che significa... che nel 2011 l'esplosione dello spread fu provocata o quantomeno avallata da una decisione POLITICA. L'esplosione dello spread non fu conseguenza di considerazioni economiche ma piuttosto di decisioni politiche prese a livello europeo, dalle banche centrali europee, dalla BCE ed in particolare da Germania (la Deutsche Bank vendette di colpo diversi miliardi di BTP) e dalla Francia, avallate da alcune istituzioni italiane, Bankitalia e presidenza della Repubblica.

A prescindere da ogni valutazione, negativa o positiva che sia, sul governo di allora (Berlusconi), appare evidente che la forte crescita dello spread nel 2011 provocò un terremoto politico.

Non furono i mercati liberi né la situazione economica dell'Italia a far salire, o a lasciar salire, lo spread.

Fu una decisione politica, voluta dall'Europa, favorita in Italia dalla opposizione di sinistra ed avallata dalla presidenza della Repubblica (Napolitano).

Una decisione, assai poco democratica, che provocò gravi danni all'economia italiana.

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