Case popolari in Umbria

La situazione delle case popolari in Umbria è diventata di interesse nazionale dopo le elezioni regionali dello scorso autunno in cui hanno vinto i candidati di sinistra.
La nuova giunta ha modificato le regole per l'assegnazione di alloggi popolari ai cittadini stranieri.
È possibile l'assegnazione di alloggi popolari Ater a cittadini stranieri se possono dimostrare di essere residenti nella regione da dodici mesi.
Con la giunta precedente il tempo richiesto era di cinque anni. Inoltre bisognava essere incensurati e non bisognava essere proprietari di alloggi né in Italia né all'estero.
L'ultima regola era effettivamente difficile da verificare, come ha fatto notare la nuova giunta, ma passare da cinque anni a uno vuol dire concedere alloggio agli ultimi arrivati a fronte di persone in lista di attesa da anni.
Il consiglio delle case popolari - a maggioranza di sinistra - si è dichiarato contrario alle modifiche. Il consiglio non ha il potere di modificare nulla ma esprime solo pareri. Si è trattato comunque di una battuta di arresto.
La situazione delle case popolari Ater con la giunta precedente non era esente da problemi. In particolare infatti i dati del 2020 riportavano che la metà degli inquilini non pagava gli affitti anche se calmierati.
La situazione era leggermente migliorata solo grazie a degli interventi pubblici volti ad aiutare i cittadini morosi.
Con le entrate ridotte a metà Ater di era vista costretta a mettere in vendita parte del patrimonio immobiliare, circa centocinquanta appartamenti, per potere ristrutturare quelli che si vogliono assegnare.
Dalla operazione di vendita ha incassato circa sei milioni. E bisogna chiedersi quale sia il valore degli immobili in Umbria. Infatti se centocinquanta immobili vengono venduti a sei milioni in media si tratta di trentamila euro ad appartamento. Valgono così poco?
Considerato che si tratta di proprietà pubbliche realizzate con i soldi delle tasse pagate da tutti ci si chiede se sia destra che sinistra lo stiamo gestendo in modo adeguato.
Valida invece la riforma della precedente giunta volta ad aprire le assegnazioni a categorie bisognose:
"Vi saranno contributi per l’adeguamento delle abitazioni anche per le persone con disabilità e non solo per gli anziani autosufficienti; possibilità di partecipare alle graduatorie per madri e padri separati che non hanno più la disponibilità dell’alloggio in quanto assegnato al coniuge; riserve di alloggi dovranno essere destinati a giovani coppie con figli minori, famiglie monoparentali, donne vittime di violenza, forze dell’ordine e vigili del fuoco, tutte misure aventi anche l’obiettivo di radicare le persone sul territorio e, nel caso di alloggi destinati a forze dell’ordine, anche aumentare la sicurezza negli edifici stessi."
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