Carofiglio porta in tribunale il poeta Ostuni. L’aveva definito uno "scribacchino mestierante"
In questi ultimi giorni s'è molto parlato sui giornali di “querela” e libertà d'espressione (e reati d'opinione che forse d'opinione non sono), e il caso, che ha raggiunto le prime pagine di tutti i quotidiani, cartacei e web, riguardava il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, che rischia la galera per un articolo non scritto da lui, ma di cui è responsabile in quanto direttore responsabile.
"Finito lo pseudo fair play della gara, dirò la mia sul merito dei libri. Ha vinto un libro profondamente mediocre, una copia di copia, un esempio prototipico di midcult residuale. Ha rischiato di far troppo bene anche un libro letterariamente inesistente, scritto con i piedi da uno scribacchino mestierante, senza un'idea, senza un'ombra di "responsabilità dello stile", per dirla con Barthes".
"Le storie letterarie sono piene di stroncature assai più feroci, eppure questa è in assoluto la prima volta che uno scrittore italiano ricorre alla magistratura contro un collega per far sanzionare dalla legge un giudizio critico sfavorevole. Non è necessario condividere il parere di Ostuni per rendersi conto che la decisione di Carofiglio costituisce in questo senso un precedente potenzialmente pericoloso. Se dovesse passare il principio in base al quale si può essere condannati per un’opinione – per quanto severa – sulla produzione intellettuale di un romanziere, di un artista o di un regista, non soltanto verrebbe meno la libertà di espressione garantita dalla Costituzione, ma si ucciderebbe all’istante la possibilità stessa di un dibattito culturale degno di questo nome.La decisione di Carofiglio è grave perché, anche a prescindere dalle possibilità di successo della causa, la sua azione legale palesa un intento intimidatorio verso tutti coloro che si occupano di letteratura nel nostro paese. Ed è tanto più grave che essa giunga da un magistrato e parlamentare della Repubblica. Per questi motivi offriamo la nostra solidarietà a Vincenzo Ostuni e ci diamo appuntamento mercoledì prossimo alle ore 11 davanti al commissariato di Piazza del Collegio Romano – il commissariato di don Ciccio Ingravallo in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda – per pronunciare pubblicamente la frase incriminata di Ostuni e rivendicare il diritto alla libertà di parola e di critica. E invitiamo scrittori, intellettuali e cittadini a iniziative analoghe"
L'appello è stato firmato da: Fulvio Abbate, Maria Pia Ammirati, Luca Archibugi, Vincenzo Arsillo, Nanni Balestrini, Marco Belpoliti, Maria Grazia Calandrone, Rossana Campo, Andrea Libero Carbone, Maria Teresa Carbone, Roberto Ciccarelli, Franco Cordelli, Andrea Cortellessa, Michele Dantini, Cristiano De Majo, Matteo Di Gesù, Francesca Fiorletta, Stefano Gallerani, Sergio Garufi, Giovanni Greco, Andrea Inglese, Tiziana Lo Porto, Valerio Magrelli, Massimiliano Manganelli, Carlo Mazza Galanti, Giordano Meacci, Matteo Nucci, Tommaso Ottonieri, Francesco Pecoraro, Gabriele Pedullà, Christian Raimo, Daniela Ranieri, Francesco Raparelli, Raissa Raskina, Luca Ricci, Luigi Scaffidi, Fabio Stassi, Carola Susani, Fabio Teti, Giorgio Vasta, Sara Ventroni, Paolo Virno, Paolo Zanotti.
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