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Caro Grillo, meno anatemi più chiarezza

Alcuni parlamentari incominciano a ribellarsi ai diktat del guru, altri esprimono dubbi, altri sono contestati dalla gente. Si sono aperti due fronti, uno interno ai parlamentari, tra quelli fedeli a Grillo e quelli che lo contestano, un altro tra gli elettori del M5S e gli eletti.

La tensione nasce perché alcuni vorrebbero il dialogo con i partiti e in particolare con il PD, altri si oppongono. Alcuni vogliono che il movimento indichi il nome del premier e quello del presidente della Repubblica, altri no. Grillo si agita, sbraita, minaccia, cerca di mettere una parola fine ad ogni velleità di dialogo con il PD. “Se volete l’accordo con il partito democratico avete sbagliato a votare”. Ma la rivolta contro il capo non si ferma.

Per questo domani il comico genovese incontra i suoi per evitare fughe. E le fughe non si evitano con gli anatemi, ma con la chiarezza, la conoscenza e la condivisione degli obiettivi e delle linee strategiche. Al momento gli obiettivi tattici non sono chiari, e così anche le linee di fondo del movimento. E allora il centralismo democratico, che è uno strumento organizzativo democratico delle decisioni del movimento, diventa una prigione per i parlamentari, e i leader degli aguzzini.

Molti hanno votato il movimento per avere soluzioni ai loro problemi e non per pura protesta. Insomma non una protesta fine a se stessa, ma una protesta funzionale al cambiamento.

“Se votate la fiducia, io e Casaleggio lasciamo”. Questa la minaccia di Grillo.

Una minaccia senza senso, perché l’obiettivo dei ribelli, non è governare insieme al PD o fare un’alleanza con questo partito, ma realizzare il programma del movimento. E se per garantire questo obiettivo occorre consentire la nascita di un esecutivo e indicare nomi graditi al movimento e al PD, dov’è il tradimento in tutto questo?

Il disimpegno non è mai neutro, ma è sempre una scelta. Impedire la nascita del governo PD significa, e andare alle elezioni anticipate e favorire Berlusconi per la prossima competizione elettorale, e una linea anti movimento all’interno del PD.

È questo l’obiettivo del movimento? Oppure c’è un intento solo elettorale?

Si creano le condizioni per un governo PD/PDL, per poi sfruttare alle elezioni che si prevedono prossime, l’inciucio. Il vantaggio elettorale per il movimento di questa operazione è evidente, anche se non è certo, ma quale il vantaggio, in termini di risultati pratici, conseguito per il movimento e per il Paese? Meglio qualche voto in più che l’interesse del Paese.

Meglio qualche voto in più che risolvere qualche vertenza, dare una pensione agli esodati.

È questo quello che vuole il movimento? Se questi sono gli obiettivi, è bene renderli chiari agli eletti e agli elettori. Ma alla base della protesta, ci sono interrogativi senza risposta, dubbi inevasi, un equivoco di fondo. Si vuole eliminare la democrazia rappresentativa e sostituirla con quella diretta, oppure inserire nell’alveo della democrazia rappresentativi istituti di democrazia diretta?

Grillo è contro la partitocrazia o contro i partiti, vuole un profondo cambiamento dei partiti oppure la loro eliminazione? Ma la scelta di entrare in Parlamento e la stesura di un programma hanno un profondo significato politico che non è compatibile con la pura protesta.

Se si entra in Parlamento con un programma, lo si fa per realizzare nel Parlamento quel programma e non per protestare. Entrare in Parlamento significa accettare un metodo di lotta, che passa attraverso il rispetto dei regolamenti parlamentari e l’accordo con i partiti. E ciò è compatibile con un profondo cambiamento dei partiti, mentre è incompatibile con la loro eliminazione.

L’abolizione dei termovalorizzatori, del finanziamento pubblico ai partiti, il blocco della TAV, sono obiettivi concreti da raggiungere e non bandiere da agitare. E gli obiettivi si raggiungono con la lotta ma anche con il tempo, la convinzione e la pazienza, e sopratutto con le scelte. E le scelte si fanno, con cognizione di causa, se si conoscono con chiarezza gli obiettivi, quelli tattici e quelli strategici, le cose rinunciabili e quelli irrinunciabili.

 

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.117) 10 aprile 2013 16:47

    Concordo in pieno sulla non chiarezza, anzi sulle volute ambiguità di Grillo, che proprio oggi ho già commentato qui:

    http://www.agoravox.it/Movimento-5-...

    ricordando che agli elettori Grillo ha proposto 5+20 "cose da fare", cioè quasi tutti obiettivi di governo, vedi altro mio commento:

    http://www.agoravox.it/Attento-Bepp...

    e che quelle "cose da fare" invece non si fanno se non c’è nessun governo.

     

    E sempre qui su Agoravox :

    http://www.agoravox.it/Evviva-il-co...

    ho argomentato che è auspicabile, giusto e probabile che ci sia una forte dissidenza fra i neoelatti cinquestelle, che potrebbero costituire un nuovo partito da chiamare SEI Stelle, in cui la prima stella dovrebbe essere la DEMOCRAZIA, seguita dalle altre cinque (acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività e ambiente).

    Speriamo però che questa dissidenza arrivi presto, anzi prestissimo, perchè altrimenti ri-vince l’inciucio PD-Berlusconi, esattamente ciò che Grillo diceva di voler combattere, ma che nei fatti proprio lui favorisce.

     

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.21) 10 aprile 2013 17:18

    PaoloM.
    Concordo pienamente con Pignata e quindi con Steve.
    Continuando con questo atteggiamento Grillo porterà gli italiani a nuove elezioni con il "porcellum", rischiando un secondo ancor più tragico collasso istituzionale; dal comportamento che tiene, sembra che voglia questo: ma non è certo sicuro che avrà più voti. I sondaggi (quelli seri) e le critiche di suoi elettori ed eletti fanno pensare al contrario. Non so se vuole suicidarsi politicamente o "suicidare" l’Italia. Nel secondo caso: grazie Grillo!

  • Di F.Cammarano (---.---.---.1) 10 aprile 2013 17:43

    Nell’osservare Grillo mi pongo anche questa domanda: un movimento/partito come il M5S eletto dal 25% degli elettori, può essere guidato , orientato da un comune cittadino come Grillo che non è stato eletto in prima persona? Esistono altri casi in cui un cittadino non eletto ha tanta influenza sui Parlamentari? Ci sono ma è meglio non dire i nomi! Può un cittadino qualunque avere tanta ascesa sul Parlamento? Uno di noi ,non eletto , ha la stessa incidenza su un gruppo di parlamentari come ce l’ha Grillo?Grillo è un privilegiato solo perchè è l’ideatore del M5S? Perchè Grillo non si limita solo a fare propaganda per il suo Movimento e lascia agire i suoi eletti in piena autonomia ponendosi come un comune cittadino? Ovviamente rispondere a queste domande è molto semplice...

    Gradirei una visita dell’autore di questo articolo nel nostro blog neodemocraziasociale.altervista.org 

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