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Campi Flegrei ai privati: non sono un hamburger da divorare

Campania, così bella che è vera.
È questa la sigla di uno spot televisivo andato in onda circa un anno fa, che aveva come sfondo la bellissima Piscina Mirabilis.

Ora si parla di darla in gestione ai privati. 

Ritengo che non bisogna avere preclusioni aprioristiche a forme di collaborazione tra pubblico e privato per la valorizzazione dei Beni Culturali, purché esse siano realmente volte alla promozione ed allo sviluppo e non si tratti invece di regali che uno Stato o una Regione, che peraltro già hanno problemi finanziari, fanno ai privati. image

Certo che la questione della valorizzazione dell’inestimabile patrimonio dei Campi Flegrei, così come è stata portata avanti recentemente, desta dei seri dubbi.

Negli ultimi anni, nei Campi Flegrei sono stati spesi circa 250 milioni di euro che avrebbero dovuto costituire linfa vitale per il rilancio del territorio.

Uno dei casi più emblematici, ma ce ne sono tanti molto simili, è quello del Castello di Baia, divenuto uno presa direttasplendido Museo Archeologico, inaugurato due anni fa dal Capo dello Stato, ma poi rimasto chiuso per “mancanza di personale” e per “insufficienza della cabina elettrica” e di cui si è molto parlato, specialmente dopo la trasmissione di Rai Tre “Oro Buttato” di Riccardo Iacona, andata in onda circa un anno fa.

La prima domanda che il comune cittadino immediatamente si pone è: “Ma quando è stato elaborato il progetto, i manager pubblici non erano a conoscenza delle risorse necessarie per la gestione?” Questa ipotesi non pare francamente credibile. Appare piuttosto molto più probabile che non si sia andati avanti per “motivi politici”.

L’altra domanda che ci si pone è se agli eventuali privati verranno posti gli stessi paletti che vengono posti al pubblico. È ovvio che, ad esempio, se, così come previsto per la gestione pubblica, si dovessero avere tre custodi per ogni sala, si arriverebbe ad un organico di circa 170-180 persone per il solo Castello, cosa improponibile, che condurrebbe l’iniziativa ad un sicuro fallimento. Esistono però ormai tecnologie di sorveglianza (videosorveglianza, barriere laser e IR, ecc.) che dovrebbero permettere di contenere il numero degli addetti portando ad una gestione sostenibile e promuovendo il territorio.

Quello che appare emergere da tutto l’iter è quindi una realtà ben diversa da quello che si vuol fare credere.

image La volontà “politica” è infatti che la gestione debba, direttamente o indirettamente, andare ai privati. Ciò è avvalorato dall’articolo di Franco Mancusi apparso su “Il Mattino” di sabato 11 settembre: “Piscina Mirabilis, lo Stato si arrende. In campo i privati”, in cui l’autore fa apparire la suddetta “Gestione diretta dei privati” come punto di svolta positivo.

Ed invece è la gestione pubblica che volutamente non si fa funzionare per poter ceder il posto alla gestione privata. image

Quella della “Gestione Privata” è una storia che nasce da lontano, con la creazione della Società Campana Beni Culturali (SCABEC), nata come il 7/5/2003 come S.r.l. a capitale completamente pubblico e poi trasformatasi in S.p.A. con 51% di capitale pubblico e 49% di privato, i cui maggiori azionisti, che hanno rilevato a costo praticamente zero la loro partecipazione, sono la “Mondadori Electa” di Marina Berlusconi e la “Pierreci”, di cui l’attuale amministratore delegato della Scabec, Giovanna Barni, è stata per anni, e forse lo è ancora, Presidente del CDA.

La Scabec, ci ricorda sempre Franco Mancusi, in un suo articolo su “Il Mattino” di venerdì 10 settembre, era stato “il primo tentativo operato sei anni fa dall’Assessore campano Marco Di Lello per la creazione di una società mista (pubblico-privato) in grado di riempire i vuoti di organico e di garantire un considerevole impulso organizzativo alle amministrazioni territoriali. Nata in particolare per valorizzare i siti turistici dell’area flegrea, la Scabec in sostanza non è mai decollata.” Marco Di Lello, per chi non lo conoscesse, è attualmente il coordinatore della Segreteria Nazionale del Partito Socialista ed è colui che, al convegno a Bacoli di Sinistra e Libertà del luglio 2009 proponeva, come panacea a tutti i mali, la privatizzazione dell’acqua.

image La Scabec, in particolare, è un contenitore semivuoto che riceve soldi dalla Regione (anche se probabilmente meno dei 118 milioni di euro programmati nel corso di 10 anni) e che li ridistribuisce principalmente ai sui soci privati per l’acquisto di servizi, quali anche i fallimentari “Retour Campi Flegrei” e “La Baia di Napoli”.

Impatto occupazionale sui ben preparati e spesso specializzati giovani flegrei? Scarsissimo, solo qualche assunzione a tempo determinato.

Il passo successivo e ovvio è quindi: “perché dare la gestione ad una società mista pubblico-privato?”. Diamola, semplicemente, direttamente ai privati.

imageE, sempre in un’intervista a Il Mattino di sabato 11 settembre, l’attuale direttore dei Beni Culturali, Mario Resca, ex Presidente e amministratore delegato di McDonald's Italia, precisa che è necessario affidarsi alla “collaborazione preziosa delle società di gestione”.

Per strana coincidenza, proprio due pagine prima delle suddette interviste, lo stesso giornale riporta le indagini in corso sulle partecipate del Comune di Napoli, che sembra usassero criteri non proprio trasparenti per le assunzioni.

Se si fa gestire direttamente ai privati si evita anche questo problema, potendo semplicemente gestire le assunzioni a proprio piacimento, senza graduatorie e senza dover dar conto dei criteri di selezione, a danno di chi, avendo la professionalità necessaria, lotta da anni per un posto di lavoro stabile, non per un precariato clientelare.

Perciò si discuta di collaborazione con i privati per la gestione dei Beni Archeologici Flegrei, ma in maniera trasparente, e li si valorizzi anche attraverso cooperative di giovani esperti del settore o con assunzioni meritocratiche e stabili.

I Campi Flegrei non sono un hamburger da divorare.

Alessandro Parisi

P.S. Inoltre, come mi faceva notare qualche concittadino, dispiace molto vedere definita con l’epiteto di “donnetta”una persona che, come la Sig.ra Giovanna, assuntrice di Piscina Mirabilis, al meglio delle proprie capacità, ha almeno permesso di visitare il sito. Non sono queste le espressioni che ci aspettiamo da un giornalista come Franco Mancusi.

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