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Campania: sondaggio Uds sulla scuola. Studenti più preoccupati del lavoro che dell’edilizia scolastica

“Dove andiamo? Non lo so ma dobbiamo andare!” è il titolo scelto dal sindacato studentesco Unione degli Studenti della Campania per una grande consultazione che, a partire da settembre, ha coinvolto quasi undicimila studenti delle scuole secondarie di secondo grado (licei e istituti tecnici e professionali) della regione.

Un questionario, articolato intorno a dieci temi (su tutti, didattica, edilizia scolastica, partecipazione, diritto allo studio) nato dalla volontà di far emergere il punto di vista di quanti ogni giorno vivono i disagi e i problemi della scuola in Campania e di delineare le priorità nell’azione del sindacato studentesco.

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Il lavoro è la questione più sentita dagli studenti campani: il 45% di essi reputa gli stage formativi come la priorità per il miglioramento del sistema scolastico. Si tratta dei “figli della crisi” come li ha definiti la coordinatrice dell’Uds Campania Maria Laura Amendola. Giovani adolescenti preoccupati del proprio futuro e convinti che la cultura, senza una buona formazione lavorativa e l’opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, da sola non potrà mai garantirgli un’occupazione, figurarsi la carriera. Un problema sentito in particolare dagli studenti liceali che non hanno accesso a tirocini e stage e che dimostrano, così, l’interesse e la volontà di essere inseriti in percorsi simili.

La questione mondo del lavoro/stage batte quelle dell’edilizia scolastica e della sicurezza degli edifici che ospitano alunni e professori.

Sembra, così, che a scuola viga quell’incoscienza mista alla scaramanzia intesa dal volgo come “tipicamente meridionale”. «Gli studenti sembrano non curarsi dello stato degli edifici in cui sono costretti a seguire le lezioni. Eppure buche, soffitti a pezzi e intonaci pendenti sono la regola nelle nostre scuole» afferma Maria Laura. «È come se prevalesse una sorta di inconsapevolezza dimostrata dal fatto che in quelle province in cui abbiamo lavorato sul tema, come Caserta e Salerno, i ragazzi dimostrano maggiore sensibilità».

E, infatti, a Caserta la sicurezza degli edifici e l’edilizia scolastica costituiscono la priorità per il 61% degli intervistati.

La consapevolezza degli alunni cambia (e aumenta) quando la domanda diventa diretta. Quando gli si chiede cosa pensano delle strutture che li ospitano il 67% di essi denuncia che nella maggioranza delle scuole non sono rispettati i parametri base di sicurezza.

Tale consepovelezza raggiunge punte del 75% nel napoletano e del 73% a Salerno.

Altri nodi, quello della partecipazione scolastica (per il 62% degli intervistati i luoghi e le funzioni deputate assemblee e rappresentanti dei consigli di istituto non sono adeguati e hanno scarso potere decisionale) e del diritto allo studio (che, denuncia il 45% degli studenti, «dovrebbe essere incentivato perché ci sono troppe discrepanze di condizione economico-sociale tra gli studenti che condizioneano il successo formativo»).

Durissimo il giudizio sulla didattica. Il 50% degli studenti campani pensa che le metodologie didattiche siano superate e non al passo con le recenti ricerche in campo pedagogico.

Quelli più scontenti sul tema, gli alunni di Caserta, con il 57% delle preferenze. Solo l'1% degli studenti casertani afferma di essere soddisfatto delle metodologie adottate dai propri insegnati.

Il trasporto pubblico, altro tema al centro della consultazione. Per il 61% degli studenti campani il trasporto pubblico va incentivato e “sincronizzato” con le esigenze degli studenti. A Caserta, al centro della costestazione il costo di biglietti e abbonamenti eccessivi e proibitivi per il 56% degli intervistati.

Un dato interessante quello sul reddito di formazione, una questione molto sentita dagli studenti campani che vogliono sia strutturato sulla base di ISEE e successi formativi. Come dire che senza merito, non c’è diritto.

«Questo tema – commenta Maria Laura Amendola è piuttosto spinoso. Perché un ragazzo che parte da condizioni economiche disagiate ha meno possibilità di emergere e primeggiare e molto probabilmente, avrà anche meno tempo da dedicare allo studio e alla propria formazione culturale”. 

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