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 Home page > Attualità > Cronaca > Cagliari: morire perché senza la licenza. Verità per Casu

Cagliari: morire perché senza la licenza. Verità per Casu

Questa è una di quelle storie che fanno incazzare, inferocire, indignare. Molti di voi la conosceranno già, ma a modo mio voglio ricordarla. Anche perchè è successo qualche anno fa, nel 2006. Eppure a raccontarla sembra che sia una storia medievale, ove il valore della vita umana era pari a zero.

Invece no, questa è una storia moderna.

In una cittadina della Sardegna di oltre sessanta mila abitanti, e precisamente a Quartu Sant’Elena viveva un signore, si chiamava Giuseppe Casu. Non lo conoscevo, ma a me piace immaginarlo un uomo in gamba, un compagno di altri tempi, uno di quei comunisti veraci che si faceva in due per aiutare il prossimo, oppure intervenire in prima persona se qualcuno era vittima di qualche ingiustizia. E figuriamoci come potrebbe reagire se a subire una grave ingiustizia fosse proprio lui.

E badate bene, io considero un ingiustizia anche quando si interviene per far rispettare determinate leggi. Per me è ingiustizia, anche se lo prevede la legge, rinchiudere i clandestini nei CPT. Per me è ingiustizia, anche se lo prevederà la legge, far pagare un’ulteriore tassa agli immigrati per ottenere il permesso di soggiorno. Per me è ingiustizia, anche se lo prevede la legge, licenziare senza giusta causa una persona che lavora nelle aziende al di sotto dei quindici dipendenti.

E allora per me è un ingiustizia, anche se lo prevede al legge, non far più esercitare l’attività ad un venditore ambulante perchè magari non può permettersi di acquistare la licenza.

Il signor Giuseppe era un ambulante abusivo da quando era andato in pensione. Questa sua piccola attività gli serviva soprattutto per aiutare la famiglia, ma anche per lui perchè a me piace immaginarlo come una persona che aveva bisogno di fare qualcosa, non amava fare la classica vita da pensionato.


L’amministrazione comunale di centro sinistra, invece di comportarsi diversamente dalle politiche delle destre e magari rilasciare una licenza agli ambulanti che non potevano permettersi di averla, applicò la tolleranza zero. Aveva deciso di "ripristinare" la legalità, mostrando come al solito il pugno di ferro con i deboli, carezze ai più potenti. Il "meno peggio" che molto di voi vogliono con ostinazione.

Un giorno vigili e carabinieri, che magari fino al giorno prima con il Signor Giuseppe si salutavano e si stimavano a vicenda, intervennero con forza e volevano togliergli definitivamente l’attività. E il compagno Casu, giustamente, non ci stava. Lo vedeva come un sopruso vero e proprio. Immagino che protestava, cercava di ribellarsi, urlava dicendo che non era giusto. E la sua famiglia, immagino che pensasse, come potrà sostenerla?

E allora i vigili avevano fatto intervenire il famigerato Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), ed è semplicemente l’utilizzo della psichiatria coatta per piegare le persone ribelli per natura.

E con forza bruta, violenta, inumana gli avevano fatto indossare la camicia di forza e ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Cagliari. Io erroneamente pensavo che fossero finiti i tempi, quelli prima della legge Basaglia, ove c’erano quei manicomi che torturavano le persone con sedativi forzati, tamponi nel sedere, dieta forzata, lacci per tenerli fermi nel letto. Il compagno Casu, nell’ospedale psichiatrico dove fu ricoverato con forza, aveva subito tutto questo.

E dopo sette giorni morì. Dicono che non sono stati i loro trattamenti disumani a causarne la morte.

Dicono loro. Ma la famiglia Casu ovviamente non ci sta e allora si sono organizzati, è nato un Comitato, e stanno tuttora combattendo. E grazie anche all’appoggio del Partito locale di Rifondazione Comunista non hanno rischiato l’isolamento. Perchè in questi maledetti casi, i responsabili di quello che è successo, adottano tutte le strategie per ridicolizzare, alienare, indebolire, inserire notizie false per non farsi condannare.

Ma la verità è talmente alla luce del Sole che è solo questione di tempo. Anzi ora è arrivata la notizia che si è entrato nel vivo del processo. E giustizia sarà!

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