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Budapest concede tra le polemiche la cittadinanza ai discendenti dell’ex Regno d’Ungheria

Il premier slovacco Robert Fico ha richiamato il proprio ambasciatore a Budapest e non esclude una protesta ufficiale a Bruxelles ed all’Onu contro la politica ungherese

Budapest concede tra le polemiche la cittadinanza ai discendenti dell'ex Regno d'Ungheria

Come aveva promesso in campagna elettorale Viktor Orban, il liberale vincitore delle scorse elezioni legislative ungheresi ed oggi premier, ha fatto approvare dal Parlamento di Budapest la legge sulla concessione della cittadinanza magiara ai cosiddetti “ ungheresi non regnicoli” cioè ai discendenti di quel Regno d’Ungheria, parte integrante del bicefalo Impero Austro- ungarico, quello dissoltosi con la prima guerra mondiale.
Con il Trattato del Trianon del 1920 nell’Europa centrale nacquero così gli stati nazionali. Tra questi, però, il più sacrificato fu proprio quello ungherese che comprese entro i propri confini territoriali meno dei due terzi della popolazione magiara. Da sempre il centro- destra ungherese è schierato contro “l’iniquità del Trianon”. Oggi che il Fidesz, il partito di Orban, dispone nel Parlamento di un’amplissima maggioranza, circa i due terzi, è stato gioco facile approvare l’estensione della cittadinanza a tutti i magiari nati e cresciuti fuori dai confini nazionali.
Per ora tale estensione però non concede ancora ai nuovi ungheresi il diritto di voto politico, in futuro si vedrà. Il movimento ungherese di estrema- destra Jobbik, fortemente nazionalista con simpatie neo- naziste, pur non facendo parte della maggioranza ha votato a favore della legge. Il suo leader Gabor Vona si è presentato nell’emiciclo parlamentare vestendo una giubba della famigerata Guardia nazionale magiara, quella che durante l’occupazione nazista del paese collaborò con le “Freccie crociate” nella deportazione di centinaia di migliaia di ebrei ungheresi e zingari verso i capi di sterminio.
Uno sfoggio folkloristico che certamente ha spaventato i governi dei paesi in cui storicamente vive una forte minoranza magiara. La prima cancelleria a protestare è stata quella di Bratislava. Il premier slovacco Robert Fico ha richiamato il proprio ambasciatore, Peter Weiss, a Budapest per consultazioni. La Slovacchia teme come la peste l’irredentismo ungherese e domenica proprio Fico ha annunciato di voler ricorrere all’Onu ed alla Commissione europea contro quelle che definisce minacce da parte di uno stato membro al pari del suo di Nato, Onu ed Unione europea.
Anche la Croazia, che non è parte dell’Unione europea, ed il suo governo - nella parte nord di questa nazione vivono tantissimi ungheresi attorno alla città di Varadino - sta prendendo molto sul serio la situazione.
Gli effetti maggiori della nuova legge votata a Budapest però si faranno sentire in Romania e nella fattispecie nella parte più occidentale cioè in Transilvania dove vivono più di due milioni di magiari. La Transilvania è infatti la culla storica del Regno d’Ungheria e qui nacque l’eroe nazionale magiaro Andrea Petofi. A Bucarest però, pur sussistendo anche qua un certo irredentismo di marca bianco, rosso e verde (i colori della bandiera magiara), la circostanza suscita meno apprensioni anche perché gli ungheresi di Transilvania hanno un loro partito di raccolta, l’Udmr, attualmente al governo, il cui Segretario Mirko Bela è al contempo il Vice- premier romeno ed in varie occasioni si è espresso contro suggestioni secessioniste. 

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