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Bruciate decine di partite iva: è il ritorno dei Forconi

 

Una nuova protesta del movimento degli autotrasportatori siciliani, contro la sordità dei governi nazionale e regionale. E ritorna l’incubo “blocco” Tir. Richichi (AIAS): ”Ci uniremo alla protesta a patto che si fermi tutta l’Italia!”. Ed intanto si annunciano nuovi blocchi…

Singolare protesta degli autotrasportatori siciliani stamane di fronte alla camera di commercio di Ragusa. Un centinaio di “Forconi” ha platealmente e simbolicamente bruciato i documenti delle “partite iva” dentro un secchio di latta. Il messaggio è per gli interlocutori istituzionali, sordi alle proteste di una categoria che recrimina esclusivamente diritti fondamentali per chi lavora, e prova a sopravvivere in un paese dove il parassitismo costituisce la principale inclinazione della classe dirigente.

Ci pensa Mariano Ferro, uno dei leader della protesta, a ribadire le richieste dei trasportatori. Parla della situazione di Ragusa, un tempo nota come “la provincia ricca”, che oggi paga uno scotto non indifferente alle politiche assassine del governo Monti e della Giunta Lombardo. Ma le istituzioni non hanno tempo per venire incontro alle proteste dei manifestanti: il primo, il SuperMario nazionale, è sempre impegnato a rendicontare un’azione politica (altro che tecnica!) piuttosto discutibile agli sciacalli della finanza (BCE e FMI su tutti). Il viceré Lombardo è troppo impegnato a preoccuparsi delle sue disavventure giudiziarie che dovrebbero provocarne le dimissioni dall’incarico di governatore della Sicilia in un tempo non molto lontano (trattandosi di politica e politicanti il condizionale è d’obbligo…).

Lo scenario descritto da Ferro non lascia presagire alcunché di buono: racconta dei suicidi che quotidianamente colpiscono gli imprenditori, vessati da una politica fiscale assurda e degna dello Sceriffo di “Montingham”.

Viene annunciato un blocco dei tir per il mese prossimo, si invoca lo sciopero fiscale, sulla scia di quanto proposto dal sindaco di Agrigento Marco Zambuto, candidato alle amministrative del maggio prossimo. Per il leader degli autotrasportatori, che fa proprio il pensiero e l’iniziativa del primo cittadino della città dei templi, l’astensione dal pagamento dell’odioso tributo deve configurarsi come un gesto di disobbedienza civile, da parte di un popolo ormai taglieggiato da uno stato estortore. L’idea populista di un candidato sindaco che sa di non poter realizzare quanto prospetta? Probabilmente, ma i Forconi fanno sul serio e rilanciano nuove iniziative.

Ferro minaccia nuove iniziative volte a non far scemare l’interesse sulla dilagante povertà che avvolge l’isola: non si escludono nuovi blocchi stradali per arrecare disagio ed ottenere ascolto dalla casta.

Tuttavia il movimento degli autotrasportatori appare spaccato: da una parte Ferro con il suo gruppo pronto ad inscenare proteste ed azioni eclatanti, dall’altro il leader dell’organizzazione numericamente più consistente, l’AIAS capitanata da Richichi che si dichiara favorevole ad un nuovo blocco, a patto che la protesta si estenda a tutta l’Italia. Non avrebbe senso, secondo l’ex AN, arrecare danni con i blocchi esclusivamente alla Sicilia.

La protesta è solo all’inizio, si prospettano nuove azioni di protesta, pompe di carburante a secco e scaffali dei supermarket vuoti. Il tutto non dovuto alla legittima protesta di un popolo, ma alla cronica sordità di una classe politica sempre più inetta ed inadeguata.

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