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Billy

Non preoccupatevi: in qualche locandina la durata del film è indicata in 137', e scoraggia che un'opera prima possa avere durate giapponesi o coreane, ma per fortuna non dura oltre i 97'.

 E' una bella storia o “una favola gentile” come critici navigati l'hanno definita. Qualcosa a metà tra buoni propositi e solidarietà tra paesani, una sorta di celebrazione di buoni sentimenti e riti comuni, come buttare ogni conoscente un pugno di cenere del rocker defunto Alessandro Gassman detto Zippo (“partecipazione amichevole”, sia chiaro) oppure celebrare tutti insieme la vincita di 200 mila euro al gratta e vinci.

La location tra Romagna e Veneto ricorda molto “Notte Italiana”: David di Donatello al regista esordiente Carlo Mazzacurati nell'87, papà della Emilia M., prematuramente scomparso ma che ci ha lasciato diverse perle di cinema nostrano (Il Toro, La giusta distanza ecc. ecc.).

In questo film c'è la regia dell'esordiente figlia che forse per abbellire il tutto e attrarre un po', mette accanto a Gassman attori “di grido” come Giuseppe Battiston e Roberto Citran, e pure la mamma eccentrica e un po' pazza ma cercatrice di uomini, Regina (Carla Signoris). Nonostante il cast – la cui ricchezza non può non far andare la mente alla sfilata “comunista” presentata da Nanni Moretti alla fine del “Sol dell'avvenire”, film mediocre del grande regista, sfilata celebrativa di finti operai arricchita da ottimi attori amici. Va bene, auguri alla novella regista, qui mancavano le emozioni ma in “avvenire” altro verrà.

 

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