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Bielorussia: la vittoria di Lukashenko e le manifestazioni di piazza

In Bielorussia la Commissione elettorale ha proclamato la vittoria di Lukashenko. Nel Paese molte le manifestazioni di piazza e le indizioni di scioperi. Violenze da parte dei manifestanti cui sono seguiti arresti e sembra pestaggi.

 

La Commissione elettorale delle elezioni presidenziali in Bielorussia ha reso ufficiali i risultati elettorali della tornata del 9 agosto. Ha confermato la vittoria di Lukashenko con l’ottanta per cento delle preferenze. Alla sua rivale solo il dieci per cento.

Ha votato il 79% degli aventi diritto. Nelle precedenti elezioni ci risulta che le elezioni si fossero svolte sotto il controllo degli osservatori dell’Osce. L’Unione europea che ha un rapporto di partenariato con la Bielorussia ha sollevato obiezioni per le detenzioni di esponenti dell’opposizione e per la dura repressione delle manifestazioni.

Il Parlamento europeo non ha avuto un rapporto con l’assemblea legislativa precedente, ma ha cercato di averli con l’opposizione. Non sappiamo se ci sono stati brogli. A Svetlana Tsikhanouskaya è stata data la possibilità di fare comizi in varie città della Bielorussia. Si è candidata raccogliendo circa quattrocento mila firme, il 6% dell'elettorato, nel comizio con maggiore affluenza si contavano sessanta mila persone, meno dell'1% dell'elettorato. Anche nelle manifestazioni di questi giorni si parla di migliaia di persone. La maggiorana silenziosa rimane a casa. Hanno paura di un intervento militare della Russia?

Certamente non c’è un clima che accetti l’opposizione. Nel paese esiste ancora il KGB e non sappiamo che ruolo svolga. Svetlana Tsikhanouskaya dopo aver richiesto un nuovo conteggio dei voti si è rifugiata nella vicina Lituania, probabilmente dopo essere stata oggetto di minacce. In questi giorni ci sono state manifestazioni in diverse città della Bielorussia, anche violente. Alcune migliaia di persone sono state arrestate. In parte, successivamente, sono state rilasciate. Alcune, sembra, siano state picchiate.

 

Sembra che le manifestazioni siano organizzare da social gestiti in altri paesi. In alcune aziende i lavoratori hanno deciso di scioperare. È difficile dire quali possono essere gli sviluppi. La vittoria di Lukashenko è stata salutata con favore da Russia e Cina.
Sia dall’Unione europea che dal leader dell’opposizione sono arrivati appello a manifestazioni non violente. Le manifestazioni non violente che a Minsk hanno visto partecipare domenica decine di migliaia di persone non sono state ostacolate dalla polizia. Forse un compromesso almeno nella possibilità di manifestare si è creato.

Il paese gode di un buon sistema sanitario, le persone hanno un alto livello di istruzione, ha un sistema industriale pubblico e privato. Negli anni Novanta a differenza di altri paesi ex sovietici ha mantenuto nelle mani dello Stato le imprese, favorendo al tempo stesso la nascita di un sistema privato. (In Russia le aziende di stato sono state svendute agli oligarchi e in Germania dell'est sono fallite creando disoccupazione). Di recente è stata ultimata una centrale nucleare di nuova generazione, grazie alla tecnologia russa. Al tempo stesso il governo sta cercando di avere forniture di petrolio oltre che dalla Russia anche da americani e paesi arabi. Apre moderatamente al mondo occidentale ma non vuole seguire il percorso dell'Ucraina.

È difficile credere che Lukashenko possa essere scalzato. È anche difficile credere che non sia supportato da parte della popolazione. Non sembra nemmeno essere il classico oligarca che si arricchisce e sostiene un sistema corrotto. Proviene dalle fila del vecchio Partito comunista dell’Unione Sovietica, ha traghettato il paese verso un relativo sviluppo e non è disposto a perdere il potere.

Foto: OSCE/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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