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Berlusconi ha vinto

Il titolo dell’articolo può sembrare provocatorio, ma non lo è.

Presentato come millantatore, bugiardo, borioso, egocentrico, gradasso, impostore, vanesio, il Cavaliere ha trascinato sul suo terreno gli altri protagonisti del panorama politico, costringendoli ad identificare l’azione politica con l’antiberlusconismo.

Di qui quasi vent’anni di schermaglie polemiche, di feroci aggressioni politiche con gli avversari, ed il condizionamento strumentale di ogni azione politica, volta esclusivamente o prevalentemente a screditare l’avversario, invece che a risolvere o almeno impostare gli annosi problemi del paese.

Non una riforma della giustizia, rivolta ad accorciare i tempi biblici dei processi; non l’urgente riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, per ridurre sprechi e privilegi, favorire le aziende, attrarre capitali; non una decente riforma del mercato del lavoro, per mettere su un piano di pari opportunità vecchi e giovani e lenire il precariato e la disoccupazione giovanili; non una riorganizzazione profonda del comparto più difficile e costoso, come la sanità; non un serio risanamento del territorio o l’arresto del degrado dei beni culturali, con l’affidamento della sua cura e manutenzione a fondazioni private anche straniere, come fanno molti altri stati.

Neppure la risoluzione, a costo zero, di annosi problemi come la vendita del patrimonio pubblico in rovina e caro per gestione e manutenzione.

Non parliamo della necessità di toccare, ridurre o abolire certi costi o privilegi della politica. Manco a parlarne.

Intorno ad ogni problema grande o piccolo si creano solo fazioni agguerrite e pronte a scannarsi. Ogni azione politica seria è inibita, la paralisi e l’immobilità sono l’unico risultato.

Tutti i leader di partito hanno finito per imitare Berlusconi, creandosi formazioni a propria immagine e per esercitare il proprio carisma fasullo, da Bossi a Di Pietro, da Casini a Vendola, da Rutelli a Fini e sino a Grillo. Con la conseguenza irrimediabile di una grande confusione e frammentazione di parrocchie politiche contro la governabilità del paese.

Comica infine la presente eterna pantomima sulla legge elettorale.

Ritiratosi Berlusconi, stanno logorando il nuovo governo Monti. I decreti si affastellano, la conversione di molti di loro non si sa se e quando avverrà e la loro pratica attuazione spesso impedita dall’azione delle lobbies.

Siffatta è la storia politica di questo paese negli ultimi quarant’anni e non si vedono cambiamenti veri, ma vuote chiacchiere. Basta sintonizzarsi su un qualsiasi canale televisivo, radiofonico o su un sito web.

La vittoria su Berlusconi è una vittoria di Pirro. La filosofia di Berlusconi ha contagiato i suoi nemici. Il Paese ha perso.

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