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Berlusconi: "La crisi è passata". Le domande restano

Perchè possono ancora dirci che la crisi è solo un fattore psicologico? Forse perchè è ancora così per la maggior parte della popolazione che quindi, pur in difficoltà, non avverte in pieno la gravità della situazione.

Mi chiedo spesso come vivrei se avessi una mia propria tranquillità economica.
Se riuscirei a dedicarmi appieno alla mia vita presente, o se continuerei a vederla come parte di un sistema in declino, sentendo ancora la necessità in qualche modo di fare la mia parte nel tutto per poter evitare il possibile declino anche della mia vita futura.

In sintesi mi chiedo se sarei conscio dell’esistenza di un problema paese pur in assenza di difficoltà personali. Per quanto mi riguarda credo di sì, ma penso che per molte persone non sia così.

Se la crisi in Italia è meno avvertita che in altri paesi è perchè le generazioni precedenti alla mia hanno avuto almeno modo di mettere da parte qualche soldo, potersi fidare di un apparato pensionistico valido, confidare nella certezza e disponibilità di lavoro, non dover ricorrere al mercato creditizio per vivere una vita dignitosa.

Se Berlusconi riesce ancora a essere credibile è perchè non siamo ancora arrivati al momento in cui la tragedia della politica scellerata degli ultimi trent’anni travolgerà la maggior parte della popolazione e lo scandaloso conflitto d’interessi che gli permette di controllare direttamente o indirettamente la maggior parte dell’informazione non basterà più a prendere in giro un numero sufficiente di elettori: cosa attualmente possibile solo per il fatto che "siamo il Paese più vecchio del mondo con una percentuale di popolazione anziana over 60 del 24,5%". Buona parte di queste persone e nei migliori casi i loro familiari, bene o male non finiranno per la strada, quindi non sentono la crisi viva sulla propria pelle.

Quindi, le loro vite sono rimaste sostanzialmente le stesse.

Poi arriva Berlusconi e dice che la crisi è passata, ora si tende a migliorare.
Mi chiedo che crisi possa aver sentito sulla propria pelle Berlusconi: ultimamente forse solo quella che poteva derivare dalla vicenda Letizia, con l’essere stato messo in pessima luce agli occhi del mondo e del suo elettorato dalla persona che più lo dovrebbe conoscere, sua moglie Veronica.

Ed è curioso come, dopo aver dovuto ammettere, dopo mesi di sottovalutazione, che la crisi economica esiste ed è grave anche in Italia, ora, accorgendosi che la sua crisi personale non ha destato troppo clamore (in Italia), torni a elargire e suggerire il suo ottimismo sulla crisi economica a tutti gli italiani.

E’ sempre stato così. Berlusconi è lì perchè non viene mai messo in crisi, qualunque cosa dica o faccia. Nessuno esige da lui risposte.

Nessuno ha voluto interessarsi su come, dove, da chi abbia preso i soldi per iniziare la sua attività imprenditoriale (e non parliamo di spiccioli);

nessuno ha mai chiesto che relazione ci sia fra la sua iscrizione alla P2 e la coincidenza quasi assoluta di quasi tutti i punti del Piano di Rinascita Democratica e l’azione dei suoi governi;



nessuno ha mai chiesto perchè ospitasse in casa un mafioso pluricondannato (anche all’ergastolo) quale Vittorio Mangano;

nessuno ha chiesto spiegazioni per gli esiti, di enorme rilevanza politica e sociale, dei numerosi processi che lo hanno visto e lo vedono coinvolto;

nessuno ha chiesto spiegazioni sulla vicenda di Virginia Saint Just e del marito agente segreto che ha denunciato Berlusconi, nè delle intercettazioni con Saccà;

nessuno ha fatto decine di altre domande pertinenti e necessarie quando andavano fatte e quasi tutti continuano a non farle ora: perchè, come ha scritto di recente il premio Nobel per la letteratura Josè Saramago, Berlusconi
"è riuscito nell’impresa di dividere il popolo italiano in due parti: quelli cui piacerebbe essere come lui e quelli che già lo sono".

Ed il bello è che lui, alle domande pertinenti, non risponde. Sarebbe splendido vederlo ogni giorno protagonista di queste imbarazzanti scenette:






E allora, fateci il piacere voi che le domande gliele potete fare, ex mogli, amiche, amici, giornalisti, politici: esigete da lui le risposte che non vuole dare, come sta facendo Repubblica per l’ultima vicenda. Mettetelo di fronte alle sue responsabilità: è il minimo che si chieda a chiunque, lo si fa anche con l’ultimo degli stronzi, non sarebbe tanto più lecito farlo con il Presidente del Consiglio? Altrimenti rischiamo di dover pensare, come scrive Ezio Mauro che sia "molto più difficile, per il Cavaliere, rispondere alle domande del nostro giornale. Anzi, impossibile. Berlusconi non sa rispondere, davanti alla pubblica opinione, perché con ogni evidenza non può".

In fondo, diciamola tutta, non vi si chiederebbe niente di nuovo o spregiudicato: basterebbe si ricominciasse a fare quello che faceva la Padania nel 1998, quando la Lega, ancora, "ce l’aveva duro".

Perchè, tornando a Josè Saramago "la Storia d’Italia per qualcuno è sorprendente. Per esempio, sorprende che nessuna voce italiana (almeno che io sappia) abbia ripreso, adattandole ma di poco, le parole di Cicerone: “Fino a quando, Berlusconi, abuserai della nostra pazienza?”. Bisognerebbe provarci, magari si avrà qualche risultato e magari, per questo o per qualche altro motivo, l’Italia tornerà a sorprenderci.

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