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Benzina, i continui aumenti hanno fatto crollare i consumi

Un articolo de "Il Giornale" di oggi riporta la denuncia dei gestori delle pompe dei carburanti, che lamentano come i consumi siano in continuo calo: "Ogni rincaro riduce l'incasso, persi 2.000 litri al giorno", tuonano i benzinai.

Nel 2010 il dato parlava di una diminuzione dei consumi del 6,5% che dopo la stangata di Monti è balzata a quota 9%, e il pieno costa mediamente 15 euro in più di un anno fa.

I gestori delle pompe di benzina lamentano la diminuzione del loro volume d'affari: per loro parlano i dati ufficiali: i consumi di carburante sono in netto calo. Il caro-benzina si fa sentire, e sempre più italiani sono costretti a rinunciare il più possibile ad utilizzare l'automobile: rinunciando ad andare a giro quando è possibile, oppure utilizzando mezzi pubblici e in qualche caso le proprie gambe e le biciclette.

E' aumentato considerevolmente anche il numero degli italiani che si rifornisce all'estero: oltrepassando una qualsiasi frontiera - dalla Francia alla Slovenia, passando per Svizzera e Austria - si risparmiano 30-40 centesimi al litro; tradotto in soldoni, facendo il pieno restano in tasca dai 20 ai 30 euro, e se prima conveniva solo a chi vive nei pressi del confine, il bacino di utenza si è allargato a chi vive a qualche decina di km.

E magari oltre a mettere benzina, i pendolari del carburante fanno rifornimento anche di sigarette, risparmiando fino a 10 euro per l'acquisto di due stecche. I continui aumenti dei carburanti hanno messo in ginocchio le categorie che ci lavorano, quelle per intendersi, che oggi bloccano il paese, agricoltori e camionisti in primis, ma anche pescatori e altri.

Ma davvero vale la pena aumentare le accise fino a questo punto? Davvero il gettito prodotto da questa misura vale i danni che sta facendo all'economia e alla vita dei cittadini? Noi pensiamo decisamente di no.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.6) 27 gennaio 2012 22:10

    Diminuirà il PIL ma gli italiani potrebbero scoprire che l’auto non è sempre indispensabile e che si possono fa funzionare meglio i trasporti pubblici su cui non si investe da anni. Ne può trarre vantaggio anche l’ambiente. E poi il PIL misura nel modo corretto il benessere degli uomini? E non dovremmo consumare meno combustibili fossili?

  • Di Nico (---.---.---.102) 28 gennaio 2012 08:12
    Nicola Spinella

    Penso sia la logica conseguenza di un sistema che fa acqua da tutte le parti. 

    In una situazione assurda, com’è quella attuale, una contrazione dei consumi era inevitabile ed anzi auspicata! La vera rivolta l’avremmo fatta se, qui in sicilia, nessuno avesse accettato di fare benzina il giorno in cui hanno sbloccato la situazione dei blocchi stradali.
    Invece basta minacciare un giorno di sciopero ed il popolo bue è in coda dalle 22 della sera prima per riempire il serbatoio. Ridicolo.

    Beh, evidentemente adesso ci godremo l’effetto domino: il cinema multisala, stasera, dovrà fare a meno del mio ingresso perché si trova a 20km da casa mia e quindi eviterò di raggiungerlo per godermi un film. -15 euro (due biglietti)+ 3,40 (due litri carburante)... quasi 20 euro che non entrano nel giro dell’economia. Per me un bel risparmio. Se fossimo 100, sarebbero 1500 euro in meno, per quel cinema. Ed è così che poi, girando per una grande città del sud, ti accorgi che tanti negozi espongono un cartello: VENDESI ATTIVITA’ COMMERCIALE... 
    Viva la recessione...
  • Di (---.---.---.6) 29 gennaio 2012 10:17

    Si potrebbe aggiungere un’altra riflessione: la recessione colpisce indiscriminatamente ma, probabilmente, chi ha più soldi, o li ha già portati in Svizzera, si salva, mentre i soliti pagheranno il conto. Purtroppo questi ultimi, la maggioranza, non potranno rinunciare ad alcuni consumi (es. carburante) e questo riguarda in particolare coloro che non hanno alternative per andare al lavoro. Con pochi soldi in tasca dovranno rinunciare ad altri consumi , vedi il cinema lontano. A questo punto sarebbe stato utile, e lo è ancora, mantenere pubblici alcuni consumi, vedi l’acqua, incrementare i consumi di prodotti alimentari locali, far aggiustare i beni che si guastano (anche se le aziende fanno in modo che non si possano o non sia più conveniente aggiustarli). Anche sul commercio sarebbe utile capire quanto ci sia di surplus (vedi l’abbigliamento) che il mercato non riesce più ad assorbire, fare mercatini di cose di cui non si ha bisogno e che ad altri farebbero comodo. Insomma sarebbe sempre più conveniente definire ciascuno cosa si intende per spreco, per eliminarlo. Il PIL diminuirebbe ma diminuisce solo quella parte che in modo truffaldino è considerato PIL, mentre non intaccherebbe la qualità della vita anzi aiuterebbe a ridefinirne il senso.

  • Di (---.---.---.245) 8 luglio 2013 21:42

    "sempre più italiani sono costretti a rinunciare il più possibile ad utilizzare l’automobile: rinunciando ad andare a giro quando è possibile, oppure utilizzando mezzi pubblici e in qualche caso le proprie gambe e le biciclette."


    Io dico: FINALMETE....era ora!

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