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Bagnasco sbotta! Sit-in a Parigi contro le dichiarazioni sull’Aids

E’ accaduto domenica 22 marzo: alcuni giovani manifestanti si sono stesi sul sagrato di Notre Dame a Parigi, per protestare contro le parole del Papa sui preservativi. Non sono mancati i momenti di tensione: alcuni giovani di estrema destra hanno reagito violentemente all’azione dei manifestanti di gettare preservativi sul sagrato della cattedrale mentre i fedeli uscivano dalla messa.

Una persona è rimasta ferita, tre gli arrestati per gli scontri e una ventina di militanti di destra che esponevano uno striscione con la scritta "Lascia stare il mio Papa". Intanto anche in Italia si discute di profilattici ed AIDS: su blog come Alcamo.it team come i "Volontari del Vangelo" prendono le difese del Papa accusando la stampa di travisare le parole del Papa e rigirare la frittata, mentre su facebook scatta la censura. L’ultimo caso riguarda il rotocalco "Rassegna Stanca" che è stato messo a tacere proprio sul tema in questione.


Ieri, poi, è stata la volta della Cei che, per bocca del cardinale Angelo Bagnasco, ha difeso a tutto campo il Pontefice, accusando anch’egli la stampa e i media di avere strumentalizzato e operato inaccettabile irrisione e volgarità nei confronti delle scelte del Papa sui temi Englaro, lefebvriani e Aids. "La polemica pretestuosa sul preservativo - afferma Bagnasco - ha superato il limite e non ci si è limitati a un libero dissenso, ma si è arrivati a un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici".

Replica l’Associazione Atei dal sito www.uaar.it: "Nel suo discorso odierno il cardinale Angelo Bagnasco non se l’è presa solo con i non credenti. Ha infatti affermato, parlando a nome dei vescovi italiani: ’Non accetteremo che il papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso’". L’UAAR ha già sperimentato sui suoi autobus la pressoché inesistente capacità dell’arcivescovo di Genova di condividere il principio costituzionale (nonché diritto umano) della libertà di espressione, e come per contro sia molto pronto a dirsi offeso.

Sarà interessante sapere come il diktat del presidente della CEI sarà tradotto in pratica: ancora una volta, l’immagine che se ne trae è che in Italia sia di fatto, se non anche di diritto, vietato criticare le gerarchie ecclesiastiche. La frase di Bagnasco suona ancora più sinistra constatando come le più pesanti critiche alle ultime dichiarazioni del papa non siano state certo portate da politici e mass media italiani, tutti molto attenti a non disturbare il manovratore".

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