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Autoesilio o secessione a macchia di leopardo: La Lega si interroghi sulle strade da intraprendere

Lettere dalla Padania: l’accorato fantappello di Ciliberto da Cinisello, dirigente leghista, a militanti e simpatizzanti.

Cari fratelli, guerrieri padani o barbari sognanti che siate, finiamola: a questa farsa delle divisioni a uso e consumo dei media non ci crede più nessuno. Nel momento in cui i sondaggi ci danno in caduta libera, meno 3% in una settimana, ora che rischiamo davvero di rimanere in quattro gatti, 4 amici al bar, ora più che mai, voglio ribadirlo, dobbiamo assolutamente serrare le fila. Credo ancora a Bossi, specie quando, come ancora l’altro ieri, riaffermava l’esistenza di una sorta di Spectre che trama contro la Lega. Nel 150° anniversario della nefasta Unità, è ora di fare qualche bilancio. Un anno di ininterrotta retorica unitaria ha portato a questa tragedia: anche prima dei recenti scandali, anche al Nord, stando ai sondaggi, il 93% della popolazione considera l’unificazione positivamente. Sono percentuali non dissimili da quelle registrate nelle odiate Due Sicilie. Ma poi, apro e chiudo una parentesi: una Sicilia non era già abbastanza? E l’altra qual è? La Sardegna forse? Vabbé, torniamo ai fatti: trent’anni di propaganda secessionista non hanno portato, dobbiamo riconoscerlo, i frutti sperati. Abbiamo resuscitato un personaggio di fantasia, Alberto da Giussano, che ha la stessa consistenza storica di Topolino. Abbiamo speso milioni di euro della Tv di Stato, da noi occupata per anni e anni, riuscendo dove persino Gelli aveva fallito, per fare un Kolossal su di lui. Dobbiamo riconoscerlo: nonostante gli sforzi ha fatto ascolti risibili e se nemmeno Alberto tira più, la cosa avrebbe dovuto metterci in guardia.

Abbiamo provato a dare dignità di Nazione a un bacino fluviale e a un formaggio, l’amato Grana Padano, ma non è bastato. Abbiamo organizzato Giri della Padania, Miss Padania per mettere il Trota in giuria e permettergli di avere qualche esperienza sessuale in cambio del suo voto di giurato. Abbiamo persino raccattato qualche rifugiato curdo e una decina di terroni dal Sin.Pa della Rosy per fare la nazionale delle Due Sicilie, inventandoci un Campionato del Mondo delle Nazioni senza Stato in cui vincevamo sempre noi, ma è stato tutto inutile.

Allora, cari compatrioti, siamo realisti. Due sono le cose: o prendiamo le nostre roccaforti, Pontida, Ponte di Legno e via dicendo e, prima di perdere anche, quelle proclamiamo la secessione subito, o scegliamo la via dell’esilio. Ma dobbiamo scegliere subito. Prima che spunti fuori un erede di Verdi, infame unitario, e ci faccia una causa milionaria per l’uso che abbiamo fatto del suo Nabucco. Che cosa usiamo poi come inno nazionale Kooly Noody del Pier Mosca? Ve le immaginate le battute? Come minimo ci daranno delle facce da Koolo.

Pensate a cosa succederebbe se i nostri, che si uniscono in matrimonio uniti da druidi col rito celtico, come il Roberto il Cald. ci ha insegnato, sapessero che la Lega Lombarda era alleata col Papato di Roma? E poi, tra noi ce lo possiamo dire, i nostri cari antenati Celti, che cosa ci hanno lasciato? Frollavano la carne mettendola sotto la sella, e allora? E’ da un bel pezzo ormai che non lo facciamo più. Abbiamo forzato un po’ la storia, ma, dobbiamo ammetterlo, invano. E tra un po’ anche i nostri potrebbero iniziare a chiedersi a che serva tutto questo spiegamento di mezzi per portare un’ampolla del Po dalle sorgenti di Pian del Re fino all’Adriatico quando il fiume divino la fa benissimo da solo.

Non è una questione di soldi ! Avete mancato il punto! Che vi frega dei soldi? Sono soldi pubblici mica sono vostri! Abbiamo persino creato una banca, facendo affari con Fiorani. Molti dei nostri, è vero, ci hanno perso soldi, ma sempre per la Causa. E non lamentatevi se i BTP (Buoni del Terreno di Pontida) non valgono una cippa. Avete visto lo spread col Bund? Non è che poi in Italia vada molto meglio. Le monete che abbiamo creato presto avranno un corso reale. Che male c’è se finanziamo la scuola della signora Marrone in Bossi? Dobbiamo indottrinarli da piccoli! E poi, onestamente, conoscete forse un modo diverso per dare uno straccio di titolo di studio ai nostri rampolli?

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Renzo il Trota Bossi: a beautiful mind

L’istruzione dei nostri figli non ha prezzo, specie se i professori meridionali ti mettono i bastoni tra le ruote, concedendoti la maturità al terzo tentativo. Vuoi mettere la soddisfazione dell’Umberto el Libertador quando il figlio gli si è presentato dinanzi, dicendogli: “Papy, mi ho preso un diploma!” Io c’ero, aveva le lacrime agli occhi il vecchio leone padano. E tutto questo parlare dei soldi spesi per comprare una laurea a Renzo? Come sopra, soldi di Roma Ladrona e rubare a Roma, si sa, non è reato! Allora ragazzi, basta temporeggiare. Facciamo i bagagli e tagliamo la corda una volta per tutte. I magistrati servi del centralismo romano ci stanno col fiato sul collo. O partiamo subito o altro che Viale Padania! La prossima volta ci intitoliamo un braccio di San Vittore se continua così. Tira una brutta aria e le cose rischiano di peggiorare.

Lo avrete notato tutti, se anche voi come me, quando uscite coi capelli e la barba verdi, elmo cornuto e scudocrociato di ordinanza, non ricevete che ingiurie, ingiurie e risate, quando va bene. Personalmente non escluderei la prima ipotesi, spaccare l’Italia un pezzo alla volta. Ma non bisogna temporeggiare o non ci resterà che la seconda opzione, partire, anche se, come si dice, partire è un po’ morire.

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Militante Leghista

La secessione parziale, a macchia di leopardo, per così dire, a mio avviso, è ancora percorribile. In più sarebbe indolore: chi volete che muova un dito per mantenere in Italia comuni come Adro, il cui sindaco è considerato dai più un razzista per il solo fatto di aver negato la mensa a una bambina i cui genitori, extracomunitari dichiarati, non solo erano appunto, africani, ma in più non potevano permettersi la retta. Andiamocene noi, prima che ci sbattano fuori gli schiavi di Roma ladrona, gli odiati italioti, i romani, i magnogreci e i traditori lombardi, piemontesi e veneti collaborazionisti. Altrimenti non ci resterà che l’esodo, la nostra lunga marcia verso la terra promessa.

Il Verbo del Capo, l’Umberto da Gemonio (non chiamatelo Umberto I, per piacere, sembra il policlinico di Roma), ci guiderà anche questa volta, indicandoci la via come al solito, con dito medio. Se solo la malattia gli permettesse di scandire bene, di essere più chiaro circa la direzione da intraprendere! Ma Lui, il Caro Leader, è sempre un passo avanti rispetto a quanto noi militanti possiamo anche solo immaginare e, in attesa che Lui o chi per Lui rivelino i di Lui disegni, possiamo farci un’idea della destinazione cui ci porterà la nostra traversata nel deserto seguendo i movimenti dei fondi della Lega.

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Quanto alle inchieste giudiziarie, siamo dinanzi, chiaramente, a una congiura e la fisiognomica, si sa, è una scienza esatta: non avete visto la faccia di Belsito? E' chiaro che non saprebbe nemmeno trovarla su una mappa la Tanzania se non ci fosse Bossi ad indicargliela. Non sarà uno stinco di santo e in effetti avevamo qualche dubbio sulle sui origini, ma l’avevamo messo alla prova! Oh, se l’abbiamo fatto! Se solo aveste visto come si avventò su un piatto di polenta! Il Trota, poi lo sanno tutti, sa contare a malapena fino a 10 e i soldi non sono stati dirottati o distratti. Sono semplicemente spariti. Perché altrimenti si chiamerebbe il cerchio magico? Non si tratta mica di una truffa, è prestigiridazione! Già all’emergere delle prime indiscrezioni, non bastasse, persino Silvio è intervenuto, garantendo sull’integrità del Senatùr. Che altro avete bisogno di sapere? Se lo dice lui, che è notoriamente integerrimo e per giunta brianzolo, ci sarà da fidarsi, no?

E poi, umanamente, non vi fanno nemmeno un po’ pena i Bossi, ridotti alla fame dal costo delle lezioni private al Trota? Umberto Magno ha anche riconosciuto i suoi errori: ”E’ colpa mia, li ho rovinati io, avrei dovuto mandare i miei figli a studiare all’estero”, confessava ancora l’altro giorno, dopo aver provato a convincere gli scettici con la storia di Cipro covo di spie e della congiura dei servizi segreti ai suoi danni. Il tutto nel tentativo, un po’ maldestro, dobbiamo riconoscerlo, di alleggerire un po’ la tensione con una battuta. Come dargli torto, visti i brillanti risultati scolastici del Trota e i suoi fratelli e fratellastri.

A proposito, ma quanti sono ‘sti figli? Ora ne è venuto fuori un altro, tale Roberto Libertà, grosso proprietario terriero, pare. E quell’altro, Siro Eridano, di che si occupa? Chi li sceglie i nomi a Bossi, il Mago Otelma?

Maroni, il nostro impavido infiltrato nel cuore del potere romano, ex Ministro dell’Interni, candidato in pectore (passatemi il romanesco) alla guida della Lega, giustamente si indignava quando Saviano denunciava, infangando, lui sì, la Padania, le infiltrazioni della Mafia al Nord. Se l’ottimo Bobo, in tanti anni, non ha speso una parola una sull’argomento, è evidente che la Mafia, ammesso che sia mai esista, non ci riguarda. Solo ho qualche dubbio che sia l’uomo giusto per succedere al capo. Purtroppo pecca un po’ di carisma, Umberto anche muto rende meglio sul palco e poi, siamo proprio sicuri che sia l’uomo giusto per fare la spia a Roma? Quest’uomo, vissuto 40 anni all’ombra del nostro Messia, non si è mai accorto di niente.

E’ sempre l’ultimo a sapere le cose, in genere legge sul giornale anche le cose che lo riguardano personalmente. E poi, scusate, legge i giornali? Cosa è? Uno di quei radical-chic sinistrati come Scalfari? Non vede, non sente, non sa niente e comunque non c’era. E’ un falso invalido come i calabresi? Ma parlare di omertà a proposito della Lega mi sembra esagerato. Bene fa il vice del profeta dell’indipendenza del Nord, a vent’anni dalla prima congiura ai danni della Lega che portò, con Mani Pulite, alla condanna di Bossi e dell’allora tesoriere Patelli per la maxi tangente Enimont, a richiamare la Lega delle origini.

Che nostalgia! Ricordo come se fosse ieri un certificato elettorale che mi mostrò un amico di Treviso (pura razza Piave, direbbe “il sceriffo” e locale ras della Lega Gentilini) in cui, per il Parlamento del Nord, si poteva persino scegliere tra una Destra padana (programma: meno Stato più privato), un Centro Padano (un po’ di Stato, un po’ di privato) e una Sinistra Padana (molto Stato, poco privato). E poi dicono che non siamo democratici. Roba da lobotomizzati, pensavamo ai tempi. Noi, devo confessarlo, ancora non ci fidavamo, abbiamo riso per giorni, fino alle lacrime. Salvo poi ricrederci.

Allora, cari patrioti padani, la tanto attesa ora delle scelte decisive è infine giunta, ma, mentre interroghiamoci anche sugli errori del passato: dobbiamo prendere delle decisioni.

Per alimentare le paure della gente, abbiamo descritto un paese in mano a pericolosi terroristi islamici. Ci sono vecchine barricate in casa da anni, che non escono più nemmeno per ritirare la pensione. Ormai si sono fatti l’orto sul balcone pur di non uscire! Allora, possiamo davvero stupirci se poi gli anziani che abbiamo terrorizzato non escono di casa per votarci? Forse abbiamo un po’ esagerato, ma era utile alla Causa! Basta rimproverare a Bobo il fallimento delle ronde delle camicie verdi! Guardiamo avanti. Sapevamo bene che erano destinate al fallimento: i neri, com’è noto, anche denutriti, sono più veloci di noi.

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Lega Nord Congo

L’ha detto anche Bobo che abbiamo un po’ pescato nel torbido, per prendere ancora qualche altro voto di razzisti. Come se non ne avessimo abbastanza. Basta buttarci la zappa sui piedi, serriamo le fila attorno al Capo o a quello che ne resta e chiediamoci: dove va la Lega? Viene, va o resta? E se se ne va, dove va? Aspetto le vostre considerazioni per tirare le somme. Coraggio! La buriana passerà e torneremo forti più di prima.

Il sempreVostro e sempreVerde, Ciliberto da Cinisello

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