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Articolo 18, trovato l’accordo per abbatterlo. Ma una petizione popolare propone di estenderlo...

Ieri sera Casini, Alfano, Bersani e Monti si sono incontrati e hanno trovato, dopo mesi di discussione un accordo sull'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, la cui modifica appare ora poco più che una formalità. Il governo ha ritenuto, infatti, di non dover consultare i lavoratori. I sindacati, dal canto loro, hanno pensato di mantenere un profilo a dir poco basso, senza alzare barricate né porre troppi veti.

Il modello verso cui andremo è quello tedesco. L'articolo 18 resterebbe valido solo per i licenziamenti discriminatori: inoltre non è previsto il reintegro sul posto di lavoro (solo un risarcimento). 

Qualche giorno fa AgoraVox ha lanciato un sondaggio, proprio sull'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, di cui da mesi il governo e la maggior parte dei partiti politici discutono la soppressione. Giustificano questa intenzione con la necessità del Paese di crescere economicamente per uscire dalla crisi economica, "dimenticando" che in tal modo migliaia di lavoratori potrebbero essere licenziati dall'oggi al domani, senza tutele.

Ebbene, questo è l'esito del sondaggio: 

Evidentemente sul tema dell'articolo 18 la maggioranza dei cittadini ha le idee piuttosto chiare: non solo non dovrebbe essere soppresso, ma semmai andrebbe migliorato perché garantisca maggiori diritti. Giova, dunque, sapere che la Federazione della Sinistra ha lanciato una petizione popolare per la tutela e l'estensione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. La petizione sarà poi inoltrata al Presidente del Consiglio, a quello del Senato e a quello della Camera. 

Questo è il testo della petizione popolare: 

“Noi sottoscritti/e consideriamo l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori una norma di civiltà.

L’obbligo della reintegra di chi viene ingiustamente licenziato è garanzia per ogni singolo lavoratore ed è al tempo stesso il fondamento per l’esercizio dei diritti collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal diritto a contrattare salario e condizioni di lavoro dignitose.

Se l’articolo 18 fosse manomesso ogni lavoratrice e ogni lavoratore sarebbe posto in una condizione di precarietà e di ricatto permanente, essendo licenziabile arbitrariamente da parte del datore di lavoro. Se l’articolo 18 fosse manomesso verrebbero minate in radice le agibilità e libertà sindacali. Per questo motivo va respinta ogni ipotesi di manomissione o aggiramento dell’articolo 18.

L’articolo 18 va invece esteso a tutte le lavoratrici e i lavoratori nelle aziende di ogni dimensione.”

Firmare la petizione certamente non cambierà di molto la situazione. Il governo andrà avanti per la sua strada, con il sostegno di tutti i partiti di centrodestra e centrosinistra. Tutti uniti, come sulla Tav e sull'obbligo del pareggio di bilancio in Costituzione. Tuttavia può essere utile lanciare un segnale al governo sul tema della salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Con la speranza che anche il Pd raccolga il messaggio...

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.121) 16 marzo 2012 11:20

    Occorrerebbe capire meglio perché il modello tedesco va bene in Germania, e non può andare bene in Italia...

  • Di (---.---.---.221) 16 marzo 2012 13:02

    lo devono far valere anche per i cari onorevoli e senatori che non lavorano mai..... ,loro vengono licenziati????? 

  • Di pv21 (---.---.---.62) 16 marzo 2012 19:04

    Mezzo vuoto >

    Alfano aveva appena proclamato che “le 3 priorità del governo sono: lavoro, lavoro e lavoro”. Bersani aveva ribadito l’inderogabile necessità di “dare un po’ di lavoro”.
    Ora, nonostante le oltre 5 ore di vertice tra Monti ed i leader ABC, veniamo a sapere che la discussione sulle misure per la crescita è stata ancora una volta rinviata.

    La Camusso continuerà a ripetere che anche “una bellissima riforma del mercato del lavoro non crea un solo posto di lavoro” e che “il vero tema per l’Italia è la crescita».
    Non è più così urgente parlare di modelli di sviluppo, di politica industriale e di concreti piani di investimento?
    In vista delle elezioni amministrative l’importante è fare la “foto di gruppo”?
    La crisi non va mai in scena nel teatrino di Pantomima e Rimpiattino

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