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Articolo 104 per Bradley Manning: l’Esercito USA getta via le Chiavi della sua Cella

Bradley Manning, l’analista dell’esercito USA che da mesi è recluso in un carcere militare in Virginia con l’accusa di aver passato a WikiLeaks il materiale riservato poi pubblicato online dal Sito di Julian Assange, teoricamente rischia la pena di morte. Tra i nuovi 22 capi d’imputazione che la corte marziale dell’esercito statunitense ha mosso nei confronti di Manning figura infatti anche l’articolo 104, che contiene l’imputazione di “collusione con il nemico”. Tale articolo contempla appunto, tra le punizioni possibili, la pena di morte. Secondo l’accusa, il passaggio di documenti a WikiLeaks avrebbe reso accessibili ai nemici della nazione americana (per ora non meglio identificati) informazioni in grado di mettere a repentaglio la vita di soldati e di civili statunitensi.

I procuratori dell’esercito USA non hanno indicato esplicitamente l’eventualità dell’eliminazione fisica di Manning, e gli avvocati dell’analista in caso di condanna del loro assistito potrebbero arrivare a evitare la sua morte, facendo ridurre la pena “solamente” al carcere a vita. Il capitano John Haberland, portavoce dalla procura militare di Washington ha dichiarato che i nuovi capi d’imputazione “Riflettono in modo più accurato la gravità di crimini di cui Manning è accusato”. Il processo dovrebbe iniziare nei prossimi mesi, presumibilmente entro Giugno. WikiLeaks ha definito i nuovi capi d’imputazione della procura militare come “Una vendetta contro Manning, il quale sta esercitando il suo diritto a non parlare”.

www.youtube.com/watch?v=b4A8bh7gvqQ

 

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