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Art. 18, ecco la possibile soluzione

Una soluzione ci sarebbe per mantenere l'impianto della norma voluta dalla Fornero e nello stesso tempo scongiurare il pericolo del proliferare dei licenziamenti per motivi “economici”.

In questi giorni si discute tanto della proposta di modifica dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori elaborata dal Governo, in particolare dei licenziamenti per motivi economici. Tale proposta, com’è noto, è avversata dai sindacati, in quanto, secondo loro, nel caso concreto sarebbe pressoché impossibile accertare se dietro un licenziamento, apparentemente per motivi economici, si nasconda in realtà un’altra motivazione.

L’opposizione del mondo sindacale, quindi, non è tanto riconducibile al fatto che la normativa non preveda il reintegro, quanto al possibile rischio che tutti i licenziamenti, anche quelli disciplinari e discriminatori, vengano presentati come economici. Si tratta di una preoccupazione condivisibile che dà luogo ad una legittima opposizione.

In realtà una soluzione ci sarebbe per mantenere l’attuale assetto della normativa e nello stesso tempo scongiurare il pericolo del proliferare dei licenziamenti per motivi “economici”. Basterebbe introdurre una norma che preveda una sorta di “precedenza”, da far scattare in caso di nuove assunzioni e nei successivi cinque anni, a vantaggio del lavoratore licenziato per motivi economici. In definitiva, il datore di lavoro, negli anni seguenti al licenziamento, non dovrebbe introdurre alcuna forma di lavoro straordinario o assumere altri dipendenti senza aver prima richiamato al suo posto il lavoratore licenziato per motivi economici. Questa semplice disposizione, abbinata ad un congruo indennizzo, potrebbe rappresentare un intelligente compromesso capace di metterebbe tutti d’accordo.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.249) 30 marzo 2012 09:57
    Damiano Mazzotti

    Bravissimo... in Italia bisognerebbe sempre fare le leggi prevedendo le furberie degli italiani da strapazzo... fare la cosa più semplice è sempre la cosa più difficile in Italia. Figuriamoci fare le cose più giuste... Come le detrazioni fiscali per tutte le spese sostenute...

  • Di Giuseppe Iaconis (---.---.---.239) 30 marzo 2012 14:15
    Giuseppe Iaconis

    Il rischio che qualche imprenditore senza scrupoli ne approfitti è concreto!

  • Di (---.---.---.225) 30 marzo 2012 22:04

    Infatti noi non siamo ne la Germania ne la Danimarca , quindi anche se e’ la prima volta da 25 anni che lavoro..SCIOPERERO’ i favore della non modifica assoluta dell art 18

    uniamoci e opponiamoci a questo scandaloso soppruso!!

  • Di (---.---.---.30) 1 aprile 2012 09:19

    Invece di cercare equilibrismi tutti italiani per mantenere il 18 che all’estero non possono capire e quindi vanificherebbero l’impatto della riforma sul sentiment degli investitori, perchè non si cerca di avere degli strumenti piu efficiaci per sanzionare e liberarsi degli assenteisti professionisti che affliggono le ns aziende e comportanoche il ns tasso di assenteismo sia piu alto di quello dei paesi di riferimento?? poi si che effettivamente i costi di produzione si ridurrebbero e gli investitori guarderebbero all’Italia con maggiore interesse.


    p.s. quando arriva il redditometro che farebbe risparmiare gli "spot blitz" alla GdF e questo si servirebbe VERAMENTE ?? non se ne sente piu parlare!! 

     
    • Di Giuseppe Iaconis (---.---.---.103) 1 aprile 2012 11:05
      Giuseppe Iaconis

      Relativamente agli assenteisti, la normativa proposta, prevede il licenziamento per motivi disciplinari e non economici. Il punto su cui si sta discutendo, siccome le persone poco corrette sono su entrambi i fronti (dei lavoratori e dei datori di lavoro), è come riuscire ad evitare che dietro un licenziamento per motivi economici si nascondano altre tiologie (licenziamenti disciplinari o discriminatori). Tutto questo, come sostiene il mio interlocutore, sarebbe davvero superfluo se il 100% dei datori di lavoro fossero corretti, ma in un paese in cui i redditi dichiarati dagli imprenditori sono più bassi dei propri dipendenti qualche dubbio c’è.

      PS
      Il commento di seguito riportato è dello scrivente ma non mi sono accorto che era in forma anonima in quanto non avevo fatto il login.

  • Di (---.---.---.103) 1 aprile 2012 11:01

    Relativamente agli assenteisti, la normativa proposta, prevede il licenziamento per motivi disciplinari e non economici. Il punto su cui si sta discutendo, siccome le persone poco corrette sono su entrambi i fronti (dei lavoratori e dei datori di lavoro), è come riuscire ad evitare che dietro un licenziamento per motivi economici si nascondano altre tiologie (licenziamenti disciplinari o discriminatori). Tutto questo, come sostiene il mio interlocutore, sarebbe davvero superfluo se il 100% dei datori di lavoro fossero corretti, ma in un paese in cui i redditi dichiarati dagli imprenditori sono più bassi dei propri dipendenti qualche dubbio c’è.

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