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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > April Jazz, il sogno americano americano

April Jazz, il sogno americano americano

 

Al Poco Loco grande concerto del Jeff Berlin trio. Cameron Brown chiude la rassegna il 29 aprile. 

 

“...Il vostro è un grande Paese che apprezza il Jazz, qui si può lavorare e suonare, in America no”
 
Queste e altre esternazioni adulatorie e sonore (compreso un arrangiamento acustico dell'inno di Mameli) hanno accompagnato lo show di Jeff Berlin, lo scorso venerdì (precedente al Pasqua) al Poco Loco di Alghero. Il jazzista americano, fra i primi bassisti solisti al mondo, si è esibito in trio, accompagnato da altrettanti big player del firmamento jazzistico: Mike Clark (batteria) e Richard Drexler (piano e contrabbasso).
 
 
Esaurite da tempo le prenotazioni in sala, un grande sforzo della direzione artistica ha permesso di ampliare la capienza per accogliere il maggior numero di spettatori. Per uno spettacolo che ha deluso solo chi è riuscito a perderlo. Oltre due ore di standard e ballad che hanno entusiasmato la notte catalana già in fermento per le animazioni liturgiche religiose del venerdì santo. 
 
E' sublime l'incipit della band quando sono già passate le 23.00, con un corposo omaggio a Thelonious Monk. Gli standard sono intervallati da alcuni solo alla batteria di Mike Clark e dai funambolici passaggi di Drexler: virtuoso al piano, insuperabile spalla al contrabbasso, quando duetta con Jeff in straordinarie sessioni acustiche. Non c'è traccia di spartiti ne scalette nei paragi dei musicisti, un osmosi incredibile nelle sincronie dei tanti “stop and go” che non lasciano spazi per alcun commento. Nell'articolato repertorio emergono originali versioni di standard mitici del Jazz d'oltreoceano: “Softly as in a Morning Sunrise” ( Stan Getz & Kenny Barron ) - “Invitation” e “Giant Steps” (Jhon Coltrane). 
 
 
Il bassista cinquantottenne intrattiene brevi monologhi e racconta storie di parenti dalle chiare origini italiane. Che esalta in brevi accenni acustici alle opere sinfoniche di alcuni grandi autori nostrani. Applausi dalla platea, sedotta pure dal Berlin accademico: il leader non nasconde i suoi trascorsi in cattedra (fu tra i fondatori del Bass Institute of Technology di Los Angeles e della Players School of Music di Clearwater in Florida) e copre bene la presentazione e recensione dei tanti autori proposti. L'abbondante proposta musicale vola via rapida grazie ai voli fusion di Richard Drexler, un portento al piano e ad alcune esecuzioni ai drums di alto spessore.
 
La conclusione è in crescendo e comprende standard popolari ma di complessa esecuzione, su tutti: “All the things you are” (Jerome Kern) e “Very Early” (Bill Evans), sono quasi estorte dal pubblico che richiama i musicisti in pista, dopo aver battuto lungamente a ritmo unanime e incessante le mani sui tavoli.
 
Il festival del decennale si avvia alla conclusione con l'ultimo appuntamento in programma il prossimo 29 aprile. Sarà una nuova anteprima per la Sardegna con un inedito trio italo americano. 
 
Il Bass Desire sarà degnamente concluso da Cameron Brown. Il contrabbassista, amico e partner di George Russel e Don Cherry suonerà con i nostri Giovanni Agostino Frassetto (al piano) e Gianni Filindeu alla batteria.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.233) 28 aprile 2011 09:41

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