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Anni universitari e militare: il governo fa subito retromarcia

Se la sono già rimangiata. Ieri Sacconi "ha convinto" Bossi e Bonanni ad accettare l'ultima versione della manovra-porcata e oggi, travolti dal furore popolare sono già di nuovo pronti a rimangiarsi tutto. Il più svelto a capire è stato il segretario della UIL Angeletti, che ha spiazzato il suo collega dell'altro sindacato filo-governativo annunciando uno sciopero del pubblico impiego, ma ormai il governo è in rotta e la manovra si ritrova di nuovo orfana, con il governo di nuovo in attesa dell'ennesimo vertice che servirà a modificarla. La lettura dei giornali doveva averli rinfrancati, nemmeno quelli anti-governativi si erano espressi con inusuale durezza, ma è stato un solllievo di breve durata, perché da internet e dai posti di lavoro si è sollevata una vera e propria ondata di rabbia, assai poco mediata. È stato un vero e proprio ruggito quello che è salito dal paese alla notizia dell'esclusione degli anni di servizio militare e di università dal computo degli anni lavorati ai fini pensionistici. Imbufaliti i medici, che prima di cominciare a lavorare devono studiare quasi 10 anni, furiosi i magistrati che hanno sottolineato l'incostituzionalità delle norme, impazziti tutti coloro i quali hanno già speso milioni di lire o migliaia di euro per riscattare gli anni universitari, offesi tutti gli uomini che hanno subìto la leva obbligatoria, ancora di più chi ha servito in marina con la ferma ancora più lunga, traditi dalla rottura di una promessa fatta loro dalla mitica Patria, che questo governo di dementi sciacalla ad ogni occasione. Un patto tradito proprio nel 150° dell'Unità d'Italia, festeggiato in gran pompa dalla destra più cialtrona d'Europa. "Non vi voterò mai più" è la frase più ricorrente che si poteva leggere ieri sui siti leghisti, "Non avrete mai più il mio voto" ribadivano i lettori de Il Giornale, "Siete finiti" echeggiavano sui forum e sulle bacheche pubbliche dei politici di destra gli stessi elettori del centrodestra.

Per tutta la giornata è stato uno tsunami d'insulti e di promesse di vendetta, tremenda vendetta. E alla fine lo hanno capito, già a metà giornata sono cominciati i primi distinguo, le prime disponibilità a "correggere" questo o quello, e quando si è arrivati a sera tutti hanno capito che nemmeno questa sarà la manovra buona, che ha avuto un'accoglienza decisamente peggiore di quella che va a sostituire, una manovra nata morta. Un massacro, dal quale escono a pezzi sopra tutti Bossi, Berlusconi e Bonanni. Il leader della Lega ha preso del traditore e del bugiardo dai leghisti in massa, il premier si ha esibito soddisfazione in televisione giusto prima di rendersi conto che tutto stava crollando e che stava brindando alla nascita di un cadavere, Bonanni è rimasto con il cerino in mano, nudo anche di fronte ai "moderati" dalla CISL che gli davano del servo. Ora ci riproveranno, si riuniranno e partoriranno qualche altro disastro, perchè non sono capaci di fare altro. È evidente che questo governo sia assolutamente al di sotto delle necessità e completamente allo sbando e il fatto di non aver capito che non c'era lo spazio per prendere a pesci in faccia gli italiani che lavorano, per salvare e addirittura premiare ancora una volta i ricchi e Confindustria, dimostra la totale autoreferenzialità di un esecutivo di folli, ormai assediat all'interno di mura che più che quelle di una fortezza sembrano quelle di un ospedale psichiatrico. Il leggendario fiuto politico di Bossi e Berlusconi ha fatto cilecca, di più, ha partorito un disastro come se ne ricordano pochi nella storia della politica italiana. Ma non per questo si dimetteranno, resteranno ad offrire spettacoli del genere fino a che qualcuno non li andrà a stanare.

La maggioranza d'impuniti che occupa il parlamento è coesa, perché ormai non ha alternative, passare la mano e andare alle elezioni significherebbe andare incontro a una batosta epocale, troppe ne hanno combinate e ormai nemmeno il loro elettorato si beve più le balle sulla libertà, il liberalismo, il federalismo e le altre formule vuote con le quali per anni è stato incantanto dai fachiri del governo. Un governo di freak arroganti e incompetenti, che oggi non fa più nemmeno ridere, ma provoca rabbia e disgusto in tutti gli italiani, a destra come a sinistra. Il centrodestra è finito, era già moribondo, ma ora si può ben dire che sia entrato nella sua fase terminale, quella nella quale può solo contare i giorni della sua agonia, che tutto il paese spera ormai sia breve. Perché ormai è chiaro a tutti, elettori di destra compresi, che ogni giorno in più di permanenza al governo di questa congrega di cialtroni ormai priva di qualsiasi credibilità è un danno enorme per tutto il paese, che rischia d'implodere non già per la crisi mondiale, ma distrutto pezzo dopo pezzo dal governo del fare, del fare schifo.

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Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.167) 31 agosto 2011 11:27

    I caglioffi si sono spaventati . Meglio tardi che mai ma ho paura , caro Mazzetta , che hai proprio ragione , questi hanno in serbo altre porcate . Ormai siamo in piena Babilon .

  • Di radi33 (---.---.---.6) 31 agosto 2011 23:00

    Sono anni che debbono giungere al dunque: smantellare lo stato sociale, ridurre il lavoro ad un privilegio, ricreare le classi sociali. Dall’inizio degli anni 90 gli indistrialotti brianzoli e non solo, investirono in partito (La Lega) che, cavalcando un malcontento crescente tra le maestranze delle loro fabbriche, erodesse il consenso del maggior partito di sinistra. Berlusconi, con il suo appeal verso giovani laureati sprovveduti ed ingenui e massaie con il borsellino pesante, fece il resto, attirando verso se i bottegai in ascesa economica liberamente e sfacciatamente consentita, da un cambio senza controllo della lira sull’euro. I centurioni del sistema, ovvero i vari professionisti, divennero i fiancheggiatori di un apparato sociale nel quale la figura dell’imprenditore e quella del manager erano gli ideali a cui tendere.
    La normalizzazione che doveva seguire la caduta del muro di Berlino, finalmente si avverava. Tuttavia Berlusconi da un lato e Bossi dall’altro, esitavano, al di là dei proclami contro il comunismo a fare quello che erano stati chiamati a fare dall’alta banca internazionale, per non alienarsi uno l’amore del suo elettorato, l’altro il consenso di quella base conquistata con una falsa chiarezza ed un sapiente turpiloquio.
    Ora il tempo è scaduto. Il gioco è chiuso. Tanto ha decretato l’alta banca degli aguzzini dell’egoismo internazionale, prendendo d’assalto, come già era accaduto nei mesi scorsi, per la Spagna, la Grecia e l’Islanda, la borsa italica.
    Non è più possibile mantenere alto il consenso elettorale, differendo quanto da anni i potentati economici transazionali desiderano. E così, ora non sanno più che pesci pigliare. Come sia possibile trovare la quadra, tra ingiustizia sommuovi piazze e necessità di fare cassa senza toccare le rendite, mantenendo la propensione alla spesa dell’italiano ad un livello tale da poterle vieppiù alimentare. Difficile, molto difficile. Probabile, molto probabile, che ne esca un mostro con le articolazioni alimentate da una miccia lunga, che produrrà un botto deflagrante... 

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