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Andare oltre Westfalia

L'impressione che sempre più andiamo provando è quella di vivere come animali in un pollaio. Si sa cosa succede: una perenne guerra tra questi animali, che si beccano l'un l'altro, raramente trovando un capo sovrastante. L'immagine, comica, ci rappresenta realisticamente. Non solo noi italiani, ma i molteplici popoli incatenati nelle configurazioni proprie degli stati-nazione.

Zygmunt Bauman riflette saggiamente sulla discrepanza tra stati-nazione e Mercato: ai primi riconosce la connotazione di "entità locale", al secondo quella di "realtà sovranazionale". Si consideri, nello stesso tempo, la cruda, irreversibile presenza della Globalizzazione. Che ci circonda, permea il nostro esistere, interroga il nostro status di cittadinanza. L'impatto più diretto che ciascuno ha con la Globalizzazione ci convince della sottrazione subita, della nostra individuale libertà di scelta nella sfera economico-sociale. Lo svuotamento, viene suggerito da più parti, non deve dar luogo al ritiro nel "privato", "nell'orto di casa propria", nella cintura della tribù. Il suggerimento è, invece, di accettare la sfida ed il confronto, mettendo in campo le armi della Democrazia e del Cosmopolitismo (democrazia globale).

La grande crisi, che ci colpisce dal 2008, e in essa la crisi dell'Europa mettono sotto i nostri occhi la virulenza e la radicalità di un processo che richiede analisi più mirata e maggiomente incisiva. Bauman indica una chiave del problema nell' "inghippo" diplomatico - democratico ed anche concertato, contemplato nella Carta delle Nazioni Unite - del trattato di Westfalia (1648) transitato nell'organigramma dell'ONU.

Va ricordato che Westfalia fu l'apice ed il giro di boa delle relazioni internazionali. Vi si trova il groviglio, o meglio il magma della teoria e della prassi relative alla politica moderna. Magma, qualcosa che ribolle di continuo, fecondo di elaborazioni successive (ragion di Stato, concerto delle nazioni, principio d'equilibrio, addirittura le procedure per i preliminari delle paci).

Il movimento della Storia, nel frattempo, allargava il numero delle potenze adulte, acclarate come stati-nazioni. Il processo di allargamento si esponeva pericolosamente alle strumentalizzazioni perpetrate dagli stati forti, in stile coloniale, a danno degli stati che si trovavano nell'attesa della "promozione" al rango di stato-nazione. Si apriva la via alla competizione sfrenata, soggetta sempre più alle ambizioni e regolata secondo la logica del Mercato.

Lo scenario, così creatosi, vede le forze sovranazionali titolate a stare nel Mercato (e con esso intendiamo ormai il Grande Capitale Finanziario) segiure una logica perversa, antidemocratica, univocamente basata sull'incremento quantitativo della ricchezza. Nelle loro mani è il comando delle leve sensibili del Potere e sanno gestirlo con grande duttilità. Alle forze democratiche non resta altra alternativa che la liberazione dalle "pastoie" della configurazione territoriale degli stati-nazione (risibili individualità!). Necessario per loro trovare la dimensione sovranazionale titolata dal cosmopolitismo e con essa concertare un Potere Democratico opposto al Potere Mercato.

Visto, inoltre, che in natura tutto si trasforma, si potrebbe cominciare con la rifondazione di certe unioni, tra esse ONU ed Comunità Europea, rigettando obsoleti organismi, diventati strumenti del potere finanziario, come FMI e simili.

Il vessillo del potere democratico non può che essere il Federalismo.

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