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Ancora su MegaCospirazione

Ragionando a bocce ferme, in merito al post precedente, non voglio certo mettermi a difesa di chi si è potuto permettere auto di lusso grazie ad attività illecite svolte dagli utenti di un servizio da lui creato e che, comunque, tecnicamente resta neutrale. Che mister Schmitz fosse a conoscenza del fatto che tolti i contenuti protetti da diritti dal suo cyberlocker esso avrebbe perso quasi tutto il suo appeal, è scontato; se poi abbia messo in atto pratiche per favorire queste violazioni di copyright, è una cosa che accerterà la magistratura.

Il mio sfogo era diretto contro una modalità d'azione che vede la Rete soggetta a una sempre più facile sospensione di alcuni diritti in favore di altri come se su Internet i primi valessero di meno rispetto alla “vita rale” (altra distinzione idiota, come se non fosse reale quello ci stiamo dicendo).

Bisogna entrare nell'ottica che ciò che si scrive e si dice e si carica nel cyberspazio ha lo stesso identico valore dei corrispettivi cartacei o televisivi o radiofonici. E che soprattutto esiste uno spazio di intermediazione che è al momento regolato chiaramente a livello comunitario così come negli Usa e che rappresenta uno scudo contro le mire di chi vorrebbe responsabilizzare alcuni attori in maniera ingiustificata e vorrebbe privatizzare la giustizia.

Ecco, allargando la visuale, sequestri preventivi fatti con l'accetta, norme come il SOPA e l'emendamento di Fava (a proposito, caro onorevole Fava, lei è un nemico di Internet come se ne sono visti poche volte in Italia, eppure ce ne sono stati, eccome se ce ne sono stati). Metti a sistema, e ne risulta una crisi di nervi. Poi i criminali vanno condannati, senza dubbio. Ma i distinguo in momenti come questo pesano più di accuse e reati, giusto per imparare qualcosa e difendere la Rete dagli attacchi sistematici dei rappresentanti di un modello di business vivo solo nelle loro teste e nelle penne di chi scrive per loro orribili norme. E dal calderone nel quale finiscono contenuti perfettamente leciti solo perché si trovano nello stesso spazio di altri protetti da copyright.

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