Anche "la sinistra" truffa sui contributi all’editoria
I contributi pubblici all’editoria sono nel complesso una bella somma. E c’è chi ci fa abbondante cresta. Cioè una truffa ai danni dello Stato (leggi: ai danni dei contribuenti).
Il metodo classico è quello di gonfiare i numeri delle copie distribuite che devono essere almeno il 25% della tiratura complessiva. Ma se la quantità di copie tirate è facile da certificare (basta avere le corrispondenti fatture di acquisto di carta da stampare), non è così facile certificare le copie effettivamente distribuite (né verificare che siano reali).
Sta di fatto che fra i vari casi di truffa allo Stato, dopo Denis Verdini, Giuseppe Ciarrapico, Italo Bocchino, Sergio De Gregorio, Antonio Angelucci eccetera (tutti esponenti della destra), l’ultima, ci dicono fonti di stampa, "tocca a una testata di sinistra: «Rinascita», quotidiano omonimo della gloriosa rivista del Pci chiusa nel 1991".
Questa definizione di “testata di sinistra” viene attribuita senza andare troppo per il sottile al quotidiano coinvolto dalla giornalista del Corriere che lo collega per omonimia alla storica rivista del PCI - il mensile “Rinascita” appunto - che chiuse i battenti effettivamente nel febbraio del ’91.
Il quotidiano di cui si parla ha invece iniziato le pubblicazioni nel dicembre del ’98 e si autodefinisce “quotidiano di sinistra nazionale”.
L’aggettivo “nazionale”, si sa, non appartiene granché al lessico della sinistra e merita un approfondimento non fosse altro perché il direttore responsabile risulta essere un certo Ugo Gaudenzi, vecchio militante di Lotta di Popolo che - qualcuno se lo ricorderà - era il nome di un piccolo gruppo che coniugava un po’ maldestramente il comunismo cinese delle guardie rosse con le tendenze nostalgiche dei cultori della svastica. Li chiamavano nazi-maoisti ed erano tenuti ben alla larga da tutti i gruppi della sinistra extraparlamentare che li consideravano dei veri e propri provocatori fascisti. Fra i suoi fondatori un certo Serafino Di Luia, ex di Avanguardia Nazionale uno dei gruppi più combattivi del neofascismo italiano degli anni ’70, nato da una costola dell’Ordine Nuovo di Pino Rauti. Tanto per dire.
Un sito di ‘antagonisti’ milanesi (davvero) di sinistra ha pubblicato un’utile ricostruzione sulla vicenda del quotidiano "Rinascita" del plagio - Il neo-nazista che si spaccia per giornale della "sinistra antagonista" e di Ugo Gaudenzi, uno che “è passato dai movimenti antisemiti e antimperialisti alla sinistra socialista, per poi fare ritorno a questo fascismo ambiguo, che strizza l'occhio ai movimenti no global per le loro pulsioni antiamericane, ma che scende in piazza tra celtiche e braccia tese”.
E in effetti uno che, intervistato da un periodico tutto Dio, Patria e Famiglia, dice "nutro un profondo rispetto per Benito Mussolini, per le sue idee e realizzazioni socialiste, sociali" è difficile definirlo di sinistra (a meno che non si tratti della portavoce M5S, Roberta Lombardi, che a suo tempo si espresse in modo simile sul "fascismo buono").
Il quotidiano oggi accusato di truffa non è da meno, collocandosi su posizioni antiamericane, antioccidentali e antisioniste, che sono tematiche notoriamente vicine alla sinistra radicale, ma che, proprio per questo, alimentano l’ambiguità di fondo del giornale e del suo direttore.
Basti ricordare la vicenda di Vittoriano Peyrani, della redazione milanese di Rinascita, preside del Liceo Carducci, del quale il deputato del PD Emanuele Fiano chiese l’allontanamento dall’incarico in quanto “«rappresentante di quel pensiero che vuole negare lo sterminio scientifico di ebrei, zingari, omosessuali, antinazisti e antifascisti, che si perpetrò nei campi di sterminio nazisti». Al centro dell' accusa, alcuni articoli scritti dal preside per la rivista di estrema destra «L'uomo libero» e la traduzione dell' «Olocausto allo scanner» di Jurgen Graf, storico negazionista”. Si può essere legittimamente antisionisti, ma se si scivola nel negazionismo la cosa cambia.
Non passa inosservata poi la figura del corrispondente da Parigi, un certo Christian Bouchet, noto esponente dell'estrema destra francese, membro del Fronte Nazionale di Marine Le Pen, dalla biografia che di sinistra non sembra avere proprio niente.
Veicolare contenuti di estrema destra in tematiche di sinistra pare che sia uno sport tornato molto di moda in questi ultimi tempi. E su questa prassi un po' ambigua sarebbe opportuno tenere gli occhi aperti per non finire con il prendere clamorosamente lucciole per lanterne.
Senza dimenticare poi la curiosa idea di potersi porre “oltre la destra e la sinistra” considerate categorie obsolete e superate, come propone qualcuno sbandierando questa sua “novità”. In realtà quando si compie una scelta (economica, sociale, culturale) si fa sempre una scelta che è o di destra o di sinistra; a volte senza rendersene conto o confondendo l’una con l’altra, ma l’asettica neutralità non esiste proprio.
Quando poi una testata “seria” come il Corriere avvalla l’equivoco attribuendo alla sinistra un periodico decisamente di destra il cerchio si chiude e la frittata è fatta: la sinistra truffa lo Stato speculando sui contributi all’editoria, si dice.
Solo che definirla “sinistra” è proprio una colossale sciocchezza.
L'immagine è presa dal blog http://www.google.it/imgres?imgurl=... che presenta un interessante approfondimento sul tema "I fascisti no global".
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