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Altroconsumo: altrapresaingiro

Oggi, mercoledì 4 maggio, mentre tutti celebrano la vittoria del bene USA sul male islamico, mi voglio occupare di una cosa che a me sembra fuori dal mondo reale, ma forse sono io fuori posto.

L’ultima pagina de “Il Fatto Quotidiano” di ieri, solitamente venduta alla pubblicità, è stata acquistata dall’organizzazione “Altroconsumo” che propone di usare la nuova legge denominata “Class Action” contro la RAI in quanto “non ha rispettato gli obblighi di realizzare una informazione obiettiva, imparziale, equilibrata, assunti attraverso il Contratto di Servizio Pubblico, e imposti dalla disciplina sulla “par condicio”.

Fin qui nulla da dire, anzi applaudo.

Ma la montagna partorisce un topolino, e si chiede al Tribunale di risarcire ogni abbonato che ne faccia richiesta di un risarcimento minimo di 500 euro.

Di fronte alla enormità del problema della concentrazione monopolistica del sistema televisivo, che funziona a reti unificate per 5 sesti agli ordini di un solo padrone, invece di proporre la regola democratica che nessun soggetto privato o pubblico può possedere più di una rete, e che il direttore generale del servizio pubblico deve essere eletto ogni 5 anni dai cittadini che pagano il canone e può essere scelto solo tra soggetti di provata indipendenza, ecco un obiettivo ridicolo di risarcimento che lascerebbe le cose esattamente come stanno, dopo magari 10 anni di processi.

Impegnare una organizzazione e migliaia di cittadini su di un obiettivo così ridicolo mi sembra un segno dei tempi, in cui tutto il sistema mediatico e quello dei partiti funziona per imbrogliare i cittadini, illudendoli che le cose cambiano con le buone maniere, bisogna lasciarli lavorare in pace, governo e opposizioni, guardie e ladri, tutti asserragliati nel Palazzo, strapagati e tutelati, mentre fuori c’è precarietà, disoccupazione, paura per il futuro.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.51) 4 maggio 2011 10:49

    Caro De Gregorio, francamente faccio difficoltà a comprendere il suo punto di vista. Ognuno ovviamente è libero di criticare un’iniziativa, ci mancherebbe, ma prima vorrei provare a ragionare un attimo con lei, se è disponibile.

    Premetto che l’azione di classe, di cui all’art 140 bis del Codice del Consumo, è uno strumento giuridico tipicamente risarcitorio, che consente di attivare un unico processo per ottenere il risarcimento del danno subito da un gruppo di cittadini danneggiati dal medesimo fatto realizzato da una azienda in lesione di un contratto, con comportamenti scorretti etc etc. La normativa italiana, dopo una lunga serie di rinvii, è entrata finalmente in vigore il 1° gennaio 2010, ha molti limiti e pone molti oneri in capo a chi intende utilizzarla ma ciononostante Altroconsumo ha ritenuto utile ed opportuno farlo prendendosi tutte le responsabilità del caso.

    Venendo allo specifico dell’azione contro Rai, questa oltre ad essere caratterizzata dall’elevato numero di possibili aderenti – potenzialmente tutti gli abbonati RAI – ha l’obiettivo di salvaguardare un diritto civile primario dal rango costituzionale quale è quello a un’informazione libera, plurale ed obiettiva. Interessi di parte, o meglio di una pluralità di soggetti offesi, come è normale che sia in tutte le azioni collettive, coincidono dunque in questo particolare caso anche con l’interesse generale se, come ritiene Altroconsumo, appare ancora utile che nel nostro Paese continui a sussistere una tv di servizio pubblico, purché essa svolga adeguatamente tale importante mandato adempiendo correttamente alle obbligazioni prescritte dal contratto di servizio nonché dal contratto di abbonamento sottoscritto con ciascuno degli abbonati RAI.

    Ora, lei dice che il nostro obiettivo è ridicolo, per carità, può anche essere, ma a me per contro sembra molto ambizioso, si rende conto quale portata avrebbe, anche e soprattutto in chiave democratica, una decisione che affermasse che la RAI deve correttamente rispettare le sue obbligazioni nei confronti di tutti gli abbonati?

    Alla fine mi sembra che cerchiamo di perseguire gli stessi obiettivi che stanno giustamente a cuore anche a lei, sulla posizione di Altroconsumo in merito alla peculiare concentrazione del sistema televisivo italiano peraltro non dovrebbero esservi dubbi di sorta essendo stata Altroconsumo ad avviare per prima una battaglia anche in sede europea proprio per cercare di aprire finalmente questo mercato, e continuiamo ad insistere e pungolare proprio a tale scopo, legga da ultimo qui: http://www.altroconsumo.it/radio-tv/altroconsumo-ribadisce-alla-commissione-europea-l-ingessatura-del-sistema-paese-passa-anche-attraverso-il-duopolio-tv-s298703.htm

    Con i migliori saluti, marco pierani

  • Di (---.---.---.91) 4 maggio 2011 10:49

    In parte condivisibile,
    ma i cittadini non hanno molte armi. Giustamente servirebbero regole giuste, ma queste vengono chieste da anni senza risultati: l’ultima parola sta comunque al Parlamento.
    Il risarcimento è misero, ma forse è l’unica cosa che si possa chiedere ad un giudice...

  • Di giovanni (---.---.---.115) 4 maggio 2011 19:19

    A chi mi devo rivolgere per denunciare la promozione pubblicitaria ingannevole di Altroconsumo? A gennaio ho chiamato il numero verde 800088751 perchè mi fosse inviato il vademecum << sopravvivere al condominio>> senza sottoscrivere l’abbonamento, condizione non obbligatoria per ricevere l’opuscolo. Siamo arrivati a maggio e non mi è pervenuto nulla. Aggiungo, inoltre, di aver interessato anche l’AGCM e anche da parte di questo organo un silenzio assordante. Per una pubblicità ingannevole a chi devo denunciarlo? 

  • Di yepbo (---.---.---.63) 5 maggio 2011 11:02

    Ma é così difficile comprendere che, tutte queste organizzazioni, guarda caso ce n’é una miriade, hanno come unico fine, la raccolta di denaro e di sovvenzioni, e che vendono fumo?

  • Di (---.---.---.117) 6 maggio 2011 17:09

    Mi spiace ma non concordo con te.
    Si tratta innanzitutto di una azione dimostrativa e con la quale si affermano e sostengono determinati valori, comunque vada.
    Ed in ogni caso una questione di principio più che di soldi.
    Una vittoria, un riconoscimento, sarebbe una grande vittoria morale e per la morale,
    non contano i soldi, evidentemente.
    Ce ne fossero di iniziative di questo tipo.
    E’ così che si cambiano le cose, agendo, facendo, e non solo con le parole.

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