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Altre otto condanne a morte in Bahrein

Dopo le quattro già comminate nelle settimane scorse, i tribunali del Bahrein hanno emesso altre otto condanne capitali, anche questa volta nell'indifferenza dei paesi occidentali portatori di libertà e della quasi totalità delle organizzazioni umanitarie. Gli otto, attivisti colpevoli solo di aver participato alle proteste non violente e represse nel sangue dal regime, sono stati accuati d'attentare alla sicurezza dello stato e di voler rovesciare la monarchia d'accordo con "potenze straniere", che poi sarebbero l'Iran ed Hezbollah. Insieme a loro altri dieci attivisti sono stati condannati a quindici anni di carcere e altri ancora a pene appena meno pesanti. Il tutto nell'assoluta indifferenza, i condannati a morte in Bahrein devono morire in silenzio. Il Bahrein è un paese alleato dell'Occidente e quindi nessuno protesta per le condanne a morte di numerosi attivisti che hanno avuto la sola colpa di chiedere riforme alla monarchia assoluta che controlla Manama e dintorni. Il Bahrein non è l'Iran e non è la Cina, può conservare un assetto istituzionale medioevale, una monarchia assoluta, senza che nessuno ci trovi nulla da ridire, così come nessuno ha trovato nulla da ridire quando il re ha fatto sparare sulla folla e ora che manda a morte gli oppositori.

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