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Al nostro Santo Padre

Anche il Santo Padre lascia l'Italia. Io non la metterei come esempio per i nostri politici, la decisione credo che sia totalmente venuta dal cuore e da un profondo stato di sofferenza che solo gli uomini di fede, tutti i comuni cristiani e cattolici del mondo che davvero seguono e comprendono il profondo e complesso messaggio di Gesù, possono capire quanta sofferenza ci sia in questo momento nel cuore del Santo Padre.

Per chi crede nella religione cattolica - e in Italia di veri credenti ce ne sono davvero pochi -, chi vive all'estero sa quanto le messe siano sentite profondamente dai fedeli e quanto lo siano così poco qui da noi in Italia e soprattutto a Roma, sente nella decisione del Pontefice un messaggio chiaro del Padre Superiore. Un Padre che sta tremando contro noi uomini cattolici tutti, soprattutto quelli che abitano la città del Vaticano. Troppi scandali, troppi drammi, per affrontare tutto il marcio della nostra povera Chiesa ci vuole una forza fisica che forse il Santo Padre non ha. Non certo una forza mentale ma fisica. Per combattere le schifezze del tempio.

D'altronde Gesù che troppe volte la chiesa ha fatto passare come il Buono, ha detto che di buono c'è solo suo Padre, o sbaglio? Chi pecca deve pentirsi e Gesù ai peccatori non li ha certo trattati con il violino, anzi! Ricordiamoci cosa fece nel tempio con chi lo stava sporcando di merci e denaro. Questo Papa non è stato un Padre facile da amare come Giovanni Paolo e lui lo sa. Ma con questo gesto ha riavvicinato tutti noi cristiani alla sua figura di servo sofferente. Una sofferenza non fisica ma morale. La pedofilia che ha colpito i sacerdoti è il peccato più osceno e tremendo che un uomo possa commettere. Come si può profetizzare contro l'omosessualità quando si sono violentati i bambini. Credo che il marcio che ricopre il mondo e la Chiesa non sia per uomini solo di alto intelletto ma per combatterlo ci vuole forza fisica e mentale. Il Padre Superiore, però, ci perdona e non ci abbandonerà.

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