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Afghanistan: per chi suona la campana

Il ministro della guerra all’Afghanistan, La Russa, definisce vigliacchi coloro che hanno dato la vita per liberare la loro terra da truppe straniere.

E’ chiaro che i bombardamenti ripetuti sui civili da parte della Nato e degli Usa sono esempi di luminoso coraggio. Anzi, credo che nei piani del ministro, disponendo di truppe di coraggiosi e temerari difensori della libertà e della democrazia, invece di tenerli inguattati dentro i blindati “Lince”, disporrà che vadano a piedi ed affrontino finalmente i talebani ad armi pari, poiché gli alti gradi dei pacificatori italiani si lamentano sempre di una guerra “asimmetrica”.

Potrebbero mettere da parte tutta la costosa ferraglia, dai bombardieri, ai droni, ai predator, ai carri armati, agli elicotteri, tanto si trovano davanti a dei vigliacchi.

I soldati stranieri sono lì non per la ottima paga, ma come militanti idealisti di fede democratica e cristiana, come ben gli insegnano soprattutto nelle scuole paracadutisti o nei lagunari incursori.

“La missione continuerà” tuona La Russa!

Ma non sarebbe ora che ci spiegassero perché siamo in Afghanista? Quali interessi difendiamo, quale minaccia viene all’Italia da quell’area, perché vogliamo imporre la democrazia ad una nazione medioevale che si fonda su un tessuto tribale? Con quale diritto, insieme a tutto l’Occidente, abbiamo invaso questo paese, sostenuto e armato una delle fazioni (l’alleanza del Nord) in cui è divisa questa nazione?

“Alto prezzo pagato per la libertà! Non ci fermeremo! Tutti gli italiani sono vicini ai nostri soldati, che fanno il loro dovere a costo della vita per la libertà e la sicurezza dell’Europa!”

Fiumi di retorica ci vengono ammanniti dai tromboni della politica, naturalmente anche della “sinistra sparita”, ma nessuno ha il coraggio della semplice verità, merce rara ai nostri tempi.

Noi siamo lì, in quella terra lontana, ai confini con la Cina, perché dalla fine della seconda guerra mondiale siamo a rimorchio degli USA e della Nato (che poi sono la stessa cosa), che hanno sempre fatto una politica imperiale, pretendendo di controllare o di determinare l’evoluzione politica di tutta quell’area che va dal Medio Oriente fino a Taiwan, con la presenza di centinaia di basi militari e potenti flotte, portaerei comprese. La ottusa guerra contro il popolo vietnamita ebbe il solo scopo, politico, di fermare l’espandersi del comunismo, cosa che non riguardava gli Usa e avveniva a migliaia di chilometri dalla America.

Oggi lo scopo è diverso, ma sempre imperiale, con l’insana fissazione di limitare lo sviluppo della Cina e dell’India togliendo loro la possibilità di ricevere con un oledotto (che dovrebbe passare anche per l’Afgnanistan) buona parte del petrolio e del gas mediorientale, ed impedire che questi grandi paesi diventino potenze regionali, in un mondo già diventato multipolare.

E’ un progetto stupido e perdente, hanno perduto in Vietnam e perderanno anche in Afgnanistan, il tutto mentre i contribuenti americani non conoscono le cifre di quello che costa l’apparato militare dispiegato in quell’area che va dalle basi europee fino a Taiwan, fino a Diego Garcia, e se ne fossero informati inseguirebbero con i forconi i loro governanti fino ad infilarglieli nelle chiappe.

Non vi è un solo motivo, oltre quello imperiale, per restare laggiù e mandarvi a morire dei cittadini italiani.

La regola ferrea deve essere quella della non ingerenza. Anche qui da noi sarebbe ora che qualcuno, in Parlamento, ci facesse conoscere i conti, quelli veri e completi, di quanto finora ci è costata questa sporca avventura, in termini di denaro e di morti, e per quelli che ancora parlano di missione di pace, di protezione della democrazia, di vittoria finale, si chiami subito il pronto intervento CIM (centri igiene mentale).

Comunque io avrei una ricettina molto semplice per evitare le guerre: mandare in prima linea quelli che le dichiarano e le approvano, insieme ai loro familiari.

Credo che avremmo una pace durevole.

 

Commenti all'articolo

  • Di lo scemo del villaggio (---.---.---.230) 18 settembre 2009 17:33

     l’esercito di occupazione italiano e’ in Afghanistan per il controllo geopolitico della "porta" tra oriente e occidente, porta per la quale devono passare i "nostri"oleodotti, i "nostri" fiumi di denari e i "nostri" ascari prezzolati per "difendere" tutto cio’.
     Siamo li a sterminare civili innocenti di uno dei Paesi piu’ poveri del mondo solo per soldi, il piu’ schifoso dei motivi.
     Bombardiamo le case, bombardiamo i mercati, bombardiamo gli autobus.

     Ci stiamo comportando come i nazisti in Polonia e con un ben piu’ asservito apparato propagandistico.

    Se non fossimo una nazione marcia, moralmente in putrefazione, culturalmente allo sbando, popolata da una massa di telerincoglioniti catodicamente eterodiretti da quel vecchio nano puttaniere, se, insomma, ci fosse rimasta un minimo di coscienza, dovremmo stare dalla parte dei partigiani afghani, non da quella dei criminali di guerra occupanti. Anche se questi ultimi sono italiani.

     perche’ prima del patriottismo dovrebbe venire la nostra comune appartenenza alla razza umana.

     ps
    se mandassero in guerra i vari D’Alema, lo psiconano, Casini, Fini, Veltroni e compagnia e, dovessero fare loro stessi la fine dei 6 para’ morti recentemente, non solo aprirei un gruppo su FB inneggiante alla morte di tali bastardi, ma darei anche una festa.
     Purtroppo questa casta di politicanti cialtroni e vigliacchi a crepare ci manda gli altri e, sotto questo aspetto, la differenza coi partigiani martiri afghani appare evidente. Per questo loro vinceranno e inostri governi criminali, corrotti e marci perderanno. Perderanno. Perderanno. Come i nazisti. Come i francesi in Algeria, come sempre accade quando invece della giustizia si usa la forza.

     Quanti soldati devono ancora morire prima che qualcuno lo capisca?

     comunque bell’articolo. coraggioso e anticonformista. come dire che, come giornalista, in questo paese di merda, non hai speranza.

     saluti

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