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Acqua alta a Venezia: niente paura, arriva Brunetta!

«Io sono la Lo­rella Cuccarini del governo Berlusconi: sono il più amato dagli italiani. Datemi un anno di tempo e trasformerò la Pubblica Amministrazione rendendola efficace ed efficiente come una “Ferrari”!». Esattamente un anno fa Renato Brunetta esternava questi concetti definendosi «il più amato dagli italiani». Volava nei sondaggi, il ministro della Pubblica amministrazio­ne, soprattutto nei “suoi” sondaggi, non certo nei nostri, né in quelli dei dipendenti pubblici! La guerra ai fannul­loni, in realtà poco più di una “pugnetta” per chi conosce veramente l’apparato statale e lo vive quotidianamente dalla trincea, lo aveva lanciato al primo posto nella hit-parade degli “italiani creduloni”, secondo, per popolarità, soltanto a sua maestà Silvio Berlusconi. Mentre i fannulloni se la ridevano sotto i baffi per il suo “fumo” mediatico, per le sue “invenzioni” senza effetto, ma solo di propaganda, la “gente”, quella che non sa, quella che avversa lo Stato e “odia” chi ci lavora dentro, lo incitava: «Brunetta continua così, massacrali».

Un anno dopo, quegli stessi sondaggi sono meno generosi nei confronti di mister br, che si vantava tanto di avere contro soltanto tre milioni e mezzo di italiani, gli statali, ma a favore gli altri sessanta milioni. La verità è una sola: la “cura brunetta” finora ha pro­dotto solo annunci sensazionali a mezzo stampa. E adesso mister br si ritrova contro praticamente tutti: i “dipendenti pubblici” sommersi dalla valanga di… fango catapultatagli contro proprio dal “loro” ministro, il responsabile della funzione pubblica, la “gente” che aveva visto nel ministro Brunetta il salvatore della Patria e pure le “alte sfere” della burocrazia, della politica e del suo stesso partito.

Fino a che mister br inveiva contro gli “innocui” travet… lo hanno lasciato fare, ma appena si è azzardato a toccare la “casta” - con il provvedimento di non consentire la nomina a dirigente generale per coloro che distano dal­la pensione meno di tre anni - ha mandato letteralmente su tutte le furie l’intero “sistema” avvezzo a promuovere i fedelissimi pochi mesi prima del pensiona­mento per farli uscire dal ministero con “la pensione dorata”. Adesso “lui” tace e diciamolo pure sinceramente: “ci mancano le sue stronzate accademiche”! Adesso, ce n’è abbastanza perché il ministro della funzione pubblica passi finalmente la mano e dia libero sfogo alla sua vera aspirazione che, dopo il premio Nobel sognato in gioventù, è quella di fare il sindaco di Venezia!

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