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Il mio sguardo libero: 41 volti per la legalità

Fino al 30 aprile a Roma Termini in programma “Il mio sguardo libero/volti per la legalità”, mostra fotografica di Fiorenza Stefani: 41 volti di persone sorridenti che operano nella legalità, che ogni giorno lottano contro la criminalità, dai magistrati ai preti, dagli scrittori ai cantanti, dal mondo della cultura a quello delle Forze dell’Ordine. All’inaugurazione presenti, tra gli altri, Tano Grasso, Don Aniello Manganiello, Raffaele Cantone.

In una stazione emozionata e sorridente, tra studenti, fotografi, giornalisti, curiosi ed anche gente che ha fatto della strada la sua dimora, è stata inaugurata il 30 marzo la mostra fotografica “Il mio sguardo libero/volti per la legalità”, di Fiorenza Stefani, promossa dall'Associazione culturale "A Voce Alta". Un progetto che intende riunire l’Italia del Nord e l’Italia del Sud in nome della legalità.

L’autrice degli scatti ha scelto quarantuno volti sorridenti di persone che operano nella e per la legalità. Non solo quindi personaggi entrati a far parte della vita quotidiana attraverso i media, ma anche e soprattutto persone comuni che si adoperano ogni giorno contro la criminalità organizzata: magistrati, scrittori, attori, giornalisti, imprenditori, sacerdoti, ma anche rappresentanti di Associazioni, Fondazioni, Istituzioni che si battono per la legalità, a favore dell’integrazione, per la difesa dei diritti civili, per il riconoscimento dei diritti delle vittime innocenti e di tutti i soggetti socialmente deboli. Camorra, Ndrangheta e Mafia i nemici da sconfiggere; Magistratura, Forze dell’Ordine, Istruzione, Cultura, Chiesa, informazione le armi usate nelle mani di centinaia, migliaia di persone in prima linea sparse in tutto il Paese a cui Fiorenza Stefani dà voce attraverso le foto e i sorrisi che è riuscita a immortalare. 

“Cosa mi ha colpito più tutto in queste foto?" – esordisce Tano Grasso - "Mi ha colpito la capacità dell’artista, per nulla scontata, di offrire una rappresentazione serena e anche gioiosa di soggetti impegnati in prima linea nello scontro alle mafie. Basta vedere la foto di Don Aniello! La cosa colpisce perché l’iconografia prevalente dell’antimafia è quella dell’eroe solitario, solo, sofferente e isolato. Ed è una errata visione, perché se noi rappresentiamo la mafia come un mostro invincibile ed esaltiamo la dimensione eroica di chi si oppone, la mafia non la sconfiggeremo mai. La cosa più importante dell’antiracket, che rivendico da 22 anni, è quella di essere stata una esperienza totalmente antieroica, perché collettiva ed io sono semplicemente il portavoce di tante facce, persone normali che hanno conosciuto anche le prime pagine del giornale, ma che sono tornate a vivere in una dimensione normale. Se il fenomeno appartiene alla quotidianità della nostra vita, per sconfiggerlo è necessario un impegno quotidiano, normale e costante nel tempo! Io sono un uomo felice quando combatto, anche quando uno è incavolato non deve perdere la gioia …”.

Tra i volti immortalati anche quello di Don Aniello Manganiello, ex parrco di Scampia, la cui foto rende giustizia alla solarità, all’entusiasmo e alla energia che da anni lo porta a dire no ai compromessi, no alla malavita, no alla camorra e ai camorristi: “Non mi sento un eroe – ha commentato Aniello - ovviamente. Brecht diceva che una società che ha bisogno di eroi è arrivata alla frutta! Come non mi sento prete di frontiera, anticamorra, di strada. Ho cercato nella normalità di rispondere alla mia vocazione. Sicuramente non penso che alla gente del rione Don Guanella si possa dire “porta pazienza, affidati al Signore e vedrai che in Paradiso avrai la risposta al tuo bisogno di giustizia”. Io credo che un prete non deve solo annunciare il Vangelo, ma deve vivere la dimensione che ti porta a lottare per la giustizia e a stare dalla parte della gente! Ho cercato di fare ogni giorno ciò che la mia vocazione mi chiedeva di fare. Siamo chiamati tutti a vivere nella quotidianità l’impegno contro qualsiasi forma di violenza e ingiustizia. Quando vado nelle scuole ai ragazzi cerco di suggerire degli atteggiamenti, delle scelte per contrastare la malavita. Prendo spunto da quanto detto dal Procuratore Capo della Repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi che ha invitato a non andare a mangiare in una catena di pizzerie di Firenze, Prato e Pistoia dietro le quali c’è la camorra… Dobbiamo fare anche noi così. Io non ho mai chiesto ai parrocchiani di affrontare i camorristi, come ho dovuto fare io per difendere la gente, anche negando i sacramenti a persone affiliate o camorristi… Ecco la magistratura dovrebbe farci sapere anche se in città ci sono catene o ristoranti affiliati. Questa sarebbe una forma di contrasto concreta, perché io, sapendolo, non andrei a finanziare il patrimonio della malavita, mangiando lì. Ai ragazzi dico non fatevi lo spinello: vi rincretinisce e date soldi alle mafie. È di 200miliardi di euro il fatturato annuo della criminalità, che si nasconde anche dietro i videogiochi o le cose rubate! Solo quando noi tocchiamo gli interessi, l’aria e l’acqua della criminalità, allora stiamo sgretolando questo impero. Ognuno può fare la sua parte: le Istituzioni, la Chiesa e noi cittadini. E i volti di questa mostra ci ricordano che nel quotidiano siamo tutti chiamati a non girarci dall’altra parte ma a fare la nostra parte”.

Presente alla inaugurazione anche il Magistrato presso il Massimario della Cassazione Raffaele Cantone, sottoposto a scorta dal 2003: “Queste foto ci fanno venire meglio di come siamo nella realtà… ma la cosa bella è che dalle foto emerge come chi sta nell’antimafia non è brutto e accigliato. L’antimafia è fatta di gente normale!”.

A concludere la presentazione l’autrice, Fiorenza Stefani: “Ho incontrato persone meravigliose che operano ogni giorno nel silenzio per la legalità. Questa mostra itinerante si rivolge soprattutto ai ragazzi delle scuole, perché è lì che bisogna seminare. È tra i ragazzi che bisogna insistere. Come fanno le stesse persone che ho fotografato che incontrano ogni anno 200/3000 scuole. Da questi volti esce la verità e il messaggio è che la legalità ci può essere, non ha colore, non è di destra né di sinistra, la legalità è di tutti. Un grazie particolare a Marinella Pomarici, fondatrice dell'Associazione "A Voce Alta", fondamentale in questo percorso e in questa iniziativa”.

La mostra, con il patrocinio della Provincia di Roma e di GrandiStazioni (Gruppo FS), realizzata dall’Archivio Fotografico Parisio di Napoli in collaborazione con l’Associazione A Voce Alta, è dedicata al giornalista scomparso Giuseppe D’Avanzo.

 

La mostra ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, una medaglia di rappresentanza.

Hanno contribuito alla realizzazione della mostra: Libera; Fondazione Pol.i.s.; Fondazione Silvia Ruotolo; Fai (Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane); Casa della Memoria di Brescia; Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie; Fondazione Cariplo; Biblioteca civica Berio; Comune di Genova; Città di Torino.

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