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9 Settembre 1998-2008. Dieci anni senza Lucio Battisti.

Autore Fenics

Il 9 Settembre di dieci anni fa moriva un grande, forse il più grande, protagonista della musica italiana dei nostri tempi: Lucio Battisti.

La notizia della sua morte, a soli 55 anni, colpì ed addolorò i tanti che amavano (e amano) le sue canzoni. Lucio non appariva in pubblico da anni. Pur continuando a fare musica sino al 1994, data di uscita del suo ultimo album Hegel, mancava dalla tv italiana dal 1972 e la sua ultima apparizione pubblica in assoluto risale al 1980. Ma grazie alle sue canzoni continuava (e continua) ad avere un seguito enorme.

Ascoltando per intero la sua produzione si resta sbalorditi. Solo prendendo in considerazione i suoi successi più noti e conosciuti si rischia di sforare la ventina, numeri strabilianti che ben pochi possono vantare. E tra il suo pubblico, tutt’ oggi vastissimo, tanti ragazzi nati anche diversi decenni dopo le canzoni stesse. Un successo dovuto all’ indiscutibile talento di Lucio Battisti capace di dar vita per oltre venti anni, ad una sequenza di melodie tutte di altissimo livello in cui è difficile scovare abbassamenti di qualità. Perché se ci si prende la briga di ascoltare, per intero, i suoi album, dai dodici creati insieme a Mogol fino al 1980, arrivando ai cinque chiacchierati lavori realizzati col poeta Pasquale Panella, e non saltando nemmeno “E già” l’album dell’82 scritto a quattro mani con la consorte “Velezia”, si scopre che la vena melodica battistiana è rimasta sempre tale: in “Fiori rosa fiori di pesco” e “Una donna per amico” come in brani molto meno noti quali “Macchina del tempo” (con Mogol) , “La tua felicità” (con Velezia) o “I ritorni” (con Panella).


Oggi, settembre 2008, Lucio Battisti è attuale come non mai. Su di lui continuano ad uscire libri a ripetizione; tutti suoi album vendono annualmente migliaia di copie; le compilations dei suoi successi si sprecano. A poco a poco anche gli ultimi sei album, quelli con Velezia e Panella, pur non immediati come i suoi grandi successi con Mogol, iniziano ad essere metabolizzati ed apprezzati da un pubblico sempre maggiore. Ed aumenta il rimpianto per non poter avere una sua nuova canzone da ascoltare. Certo i discografici, in questi dieci anni, non hanno mancato di approfittare commercialmente, inserendole in gigantesche compilation doppie o triple, di suoi presunti“inediti”. In realtà trattasi di brani, ad esempio “Vendo casa” o “Le formiche” che possono trovarsi nella tripla raccolta “Le avventure di Battsiti e Mogol” del 2004, che in realtà sono semplici provini di canzoni a firma Battisti-Mogol che Lucio realizzava per far da guida ai cantanti (Dik Dik o Wilma Goich che sia) che poi le avrebbero incise.

Tanti sperano che prima o poi salti fuori il fantomatico album che, si dice, avrebbe dovuto uscire nel 1996, ma che non venne mai edito per volontà dello stesso Lucio che non riuscì a trovare il giusto accordo con le case discografiche. Ma credo che possiamo essere già ampiamente soddisfatti dalle 164 canzoni che Lucio Battisti ci ha regalato nel corso della sua carriera.

Ed allora, dieci anni dopo la sua scomparsa diciamo ancora, ciao Lucio. E grazie per le emozioni che continui tuttora a darci.

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