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60 piazze contro il DDL Pillon snobbate dalla stampa

La stampa radiotelevisiva italiana snobba 60 piazze mobilitare contro il DDL Pillon

In ben 60 piazze italiane la società civile ha espresso un "no" chiaro e deciso al famigerato DDL Pillon che se venisse approvato, potrebbe stravolgere il diritto di famiglia in questo paese e arrecare danni importanti ai minori e alle donne che risultano essere le parti più deboli quando viene a finire un rapporto sentimentale sancito dal matrimonio.
La cosa scandalosa è che i tg nazionali non si sono manco degnati di diffondere l'entità di tali manifestazioni.
Silenzio assoluto.
Invece per la manifestazione del "Sì TAV" a Torino composta da 30.000 persone (uno sputo su una città che conta circa un milione di abitanti), grandi titoloni e spazi immensi con interventi a sostegno dei classici servi neoliberisti, Berlusconi e Renzi.
A questo trasformista democristiano inconcludente hanno addirittura dato uno spazio di circa un minuto per un suo comizio (limitato ormai a pochi fedelissimi) a Salsomaggiore Terme in cui inveiva contro coloro che sono contro la realizzazione delle grandi opere.
Ma il meglio (o forse è il caso di dire il peggio) è stata l'apertura del TG5 in cui si parlava dell'assoluzione del sindaco Raggi con tanto poi di intervento del ministro ragazzino che inveiva contro certa stampa cattiva nei confronti del M5S (si sa che i pentastellati sono sempre perseguitati da qualcuno!).
In un paese in cui una città sta morendo perché divisa da un ponte che non si riesce manco a ricostruire, in cui non si investe praticamente nulla per prevenire i cataclismi naturali, in cui ponti, strade e edifici pubblici stanno cadendo a pezzi per mancate opere di manutenzione, in cui ci sono zone intere del paese prive di collegamenti decenti e altre dove mancano acqua e fognatura, in cui si riducono le spese per sanità, assistenza, ricerca e istruzione, le priorità di questi grandi esponenti politici sono la TAV (senza la quale il paese non ha futuro, quando invece alla Francia non gliene frega nulla e all'imprenditoria italiana ancora meno dato che sono interessati in modo prevalente a commerciare col Nordeuropa, in primis la Germania) o le Olimpiadi o trivellare come groviere il territorio e avviare opere inutili come il TAP.
Poi quando la gente comune si mobilita al di là di ogni singola sigla partitica in ben 60 piazze italiane per difendere diritti civili sacrosanti da cui dipendono la dignità e il rispetto di oltre la metà della popolazione, manco uno straccio di spazio sugli organi televisivi nazionali.
E' l'ennesima conferma che contano di più per questi personaggi e per la stampa a loro assoggettata temi legati al business che si può ricavare da certe sciagurate iniziative che il benessere autentico dei cittadini.
E poi quando interpelli gli intellettualoidi che parlano bene (ma razzolano male) contro tali atteggiamenti, questi manco ti considerano perché troppo impegnati a curare la loro immagine personale e la pubblicità dei libri che scrivono.
E' questo il paese che vogliamo e per cui si sono battuti i padri costituenti che sconfissero la gramigna fascista nel 1945?!
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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