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280 bambini a Gaza non torneranno a scuola

Ci sono trenta banchi nell’aula. Ma solo ventisette saranno occupati.

"It’s very hard when one used to see 30 students in class, and after what happened, I see 27," their teacher, Bassam Salha told the class at the U.N.’s Fakhoura Elementary school. "We lived three weeks in sadness. I want you students to help me to get out of the sad mood I am in now." ("E’ davvero triste quando sei abituata a vedere 30 studenti in classe, e dopo quello che è successo, ne ritrovi 27 (...) Abbiamo vissuto tre settimane nella tristezza. Voglio che voi studenti mi aiutate a tirarmi fuori da questo stato in cui sono adesso")

Al posto dei tre bambini deceduti, tre segnaposto, recanti il loro nome.

Israele, con il suo delicatissimo primo ministro, parla e si dice dispiaciuto, ma che del resto la colpa rimane di Hamas.

Non esiste nemmeno la decenza del silenzio, nemmeno davanti ai bambini.



E’ stato anche grazie all’azione dell’Onu, che le scuole si sono riaperte, ed è preciso impegno dei presidi cercare di affrontare la tragedia, dare sfogo alla rabbia, alla tristezza e alle lacrime, per poter ricominciare a costruire:
"Saranno incoraggiati a parlare di quello che è successo, li faremo disegnare o scrivere" dice un preside.

Al consulente psicologo Khitam Aziz, i bambini hanno fatto domande sulle tracce del conflitto: la classe incendiata, i segni del proiettile. "Mi chiedono perché la scuola sia stata bombardata e dicono di avere paura che (gli israeliani, ndr) ritornino. Noi - ha spiegato lo psicologo - rispondiamo loro che nessuno tornerà ad attaccare la scuola, che non devono temere e che possono tornare a giocare".

Sono circa 200.000 i bambini ritornati tra i banchi, ma stando ai dati del Centro per gli aiuti umani, ne mancheranno circa 280.

Per loro non ci sarà più un libro da studiare, un compagno da aiutare o a cui suggerire, un compito in classe, una interrogazione, una partita di un qualsiasi sport, la bambina della classe accanto, e nemmeno la paura che l’esercito israeliano ritorni. Ci pensi, Olmert, ci pensi.

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