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 Home page > Attualità > Politica > 14 Dicembre 2010: fiducia o sfiducia al Governo

14 Dicembre 2010: fiducia o sfiducia al Governo

Silvio Berlusconi a giudizio.

Due parole per rispondere ad un quesito che sembra tormentare in questi giorni il mondo della politica italiana: che cosa succederà il 14 dicembre?

Non si può dire che la situazione sia chiara, e, anche per gli addetti ai lavori, esistono ancora dei punti che non hanno un senso logico. I comuni cittadini, da questo punto di vista, si sentono completamente ignorati e cercano di capire, tra grandi difficoltà, le vere ragioni che hanno portato il paese ad un simile tracollo: dalla degenerazione della frattura tra Berlusconi e Fini, che ha portato alla crisi della maggioranza, alla inefficienza ed incapacità dell'opposizione di ricompattarsi, di darsi una classe dirigente adeguata e di fare proposte alternative, al dilagare di una progressiva immoralità in tutti i settori della vita politica italiana. Ragioni, per l'italiano medio, difficilmente spiegabili.

Dopo il 14 dicembre si possono supporre due scenari. Il primo, che è la conclusione del "calciomercato" (come l'ha definito Fini), in cui Berlusconi otterrà la fiducia sia alla Camera che al Senato. In tal caso, salvo altre scelte, la maggioranza, se ancora risicata, dovrà essere allargata e la scelte del vero regista della situazione e cioè del Presidente della Repubblica Napolitano, saranno comunque condizionate. Il secondo scenario è invece quello della sfiducia al Governo, dell'incarico ad altro parlamentare (che si suppone non possa essere al di fuori dell'attuale maggioranza) ed eventualmente del ricorso alle elezioni anticipate ( che, tra l'altro, paradossalmente nessuno vuole).

Qualunque sia la conclusione, difficilmente si potrà ottenere, a breve, un governo stabile ed il tempo delle riforme, di cui tanto si parla, si allontanerà ulteriormente. A chi gioverà quindi la crisi del Governo?

La vera ragione del duro scontro tra le forze politiche del 14 dicembre resta quindi inevitabilmente una sola: "l'eliminazione" del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che, per le pecche del suo stile di vita, le sue contraddizioni, ma anche per le sue vedute politiche, risulta inviso a molti, politici e non. Resta comunque da domandarsi se il berlusconismo abbia lasciato traccia o abbia effettivamente, segnato una svolta (positiva o negativa secondo i punti di vista) nella politica italiana e nei rapporti internazionali.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.130) 13 dicembre 2010 13:01

    Istantanea di regime.
    Al centro troneggia il Cavaliere dell’Amore e del “ghe pensi mi”. Il fondatore dell’Ordine Carismatico “premiato” dal consenso popolare. Il miglior Premier degli ultimi 150 anni che vanta una “straordinaria squadra di governo”. La star internazionale, conosciuta come un tycoon, che “ha mantenuto, nei limiti del possibile, quasi tutti gli impegni presi”. Uno statista di rara capacità che “con gli anni migliora come il Brunello”. Il leader “inamovibile” che si sacrifica ad andare avanti perché “non c’è un successore”.
    Di fronte rumoreggia un Emiciclo da tempo in subbuglio per le “trame” del clan dei Ribaltonisti. Sono, si dice, un’ammucchiata di attempati reduci della vecchia politica. Sono, si vocifera, maneggioni di seconda fila e traditori della legge “porcellum” che ambiscono, per interesse personale, a spartirsi le leve del potere.
    Sparsi qua e là si agitano gruppuscoli di Eletti alla mercè di migrazioni o astensioni “lucrabili” ed assenze “calendarizzate”.
    Presto sapremo anche quanto pesa la casta dei Primi Super Cives attenta a privilegi ed interessi …

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