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maurizio carena

maurizio carena

 la forza di cambiare le cose che posso cambiare
la serenita’ di accettare quelle che non posso cambiare
la speranza di riuscire a distinguere tra di esse

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  • Primo articolo giovedì 12 Dicembre 2008
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Ultimi commenti

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 22:42
    maurizio carena

     caro Alvise,
     no, non voglio vivere in un paese dove il "caporedattore" deve tutelarmi dalle leggi liberticide del governo.
     Per questo la legge sulla diffamazione a mezzo stampa andrebbe cancellata dal codice penale.
    Lo ripeto, un giornalista dovrebbe rispondere alla sua coscienza PRIMA che alle leggi del regime al potere.

    saluti

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 22:24
    maurizio carena

     Caro CogitoergoVomito,

     grazie per le parole tanto generose quanto immeritate che hai avuto per me.
     Ti prego di credere che le persone colte sono altre e non certo io, anche se, a volte, guardandomi attorno, sarei quasi tentato di pensarlo...
     Io sono, se dovessi definirmi, un po’ anarchico, molto socialista, molto incazzato.
    Incazzato di vedere gente col muso incollato alla tv, che parla solo di cazzate, che vive di cazzate, che vota per il piu’ grande cazzaro dell’universo e che poi si stupiscono che la figlia di 6 anni vuole fare da grande la velina.
     Incazzato per dover vivere in un paese dove i mafiosi riciclatori e gli speculatori miliardari vengono "scudati" mentre i "negri" e le altre "razze inferiori" vengono ammazzati in mare, rinchiusi nei lager di stato, di quello stato che ha appena inventato il reato di "clandestinita’ ", le nuove leggi razziali.

     Questo mi fa terribilmente incazzare. E quando scrivo vorrei che chi legge si incazzasse un po’ anche lui, si vergognasse un po’ anche lui, come me, di vivere in questo paese di merda.

     Non pretendo che sia il modo giusto di scrivere e forse non lo e’. Ma lo scrivo in coscienza e liberta’. Solo per questo vorrei che o si cestina tutto o tutto si pubblica. Saro’ paranoico, non lo so....ma credo che sul web l’unico limite dovrebbe essere la coscienza individuale, non la censura di chi ha il potere, seppure coi piu’ nobili motivi.

     saluti


  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 22:01
    maurizio carena

     Cara Gloria,
     ti ringrazio, come sempre, per l’attenzione con cui premi i miei articoli.
     Permettimi di dirti che su un punto sbagli: non bisogna mai dolersi della discussione su qualcosa, qualsiasi cosa sia.
     Al contrario. La discussione, il confronto, anche aspri, sono la sola chiave che ci puo’ aiutare a comprendere.
    L’alternativa al dialogo e’ il sangue, la violenza. Ma quella, pur essendo lo strumento preferito dalla razza umana per dirimere i problemi, non ne ha mai risolto nessuno. In questo ti prego di volermi credere.
     la violenza ci trasforma nei suoi oggetti.
    La discussione ci rende partecipi e consapevoli.

     Sono veramente contento che AV abbia pubblicato questo pezzo, perche’ la liberta’ di espressione e’ un tema che mi ha sempre appassionato.
     Il fatto che noi possiamo parlare mi sembra sempre magico. (ti prego, non pensare che sia matto...)

     Francesco Piccinini non mi ha convinto (anche se mi ha comunque dato una bella risposta con magistrale mazzata finale) ma e’ molto piu’ importante, al di la delle nostre due trascurabili persone, il carteggio pubblico e lo stimolo al dibattito che, seppure minimamente, e’ sortito.
     Forse stiamo andando oltre ai mainstream. Forse stiamo veramente inventando un nuovo tipo di informazione non piu’ verticale e di potere. E’ qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno di noi conosce, stiamo imparando e si impara sbagliando e discutendo. E anche, purtroppo, cadendo.
     Leggo sempre i tuoi articoli. Aspetto il prossimo.

     saluti



  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 21:37
    maurizio carena

     Caro Damiano Mazzotti,
     credo non ci possa essere altro confine alla liberta’ di espressione che la propria coscienza.
    Sono invece certissimamente certo (forse una delle poche certezze della mia vita) che tali confini NON possano essere stabiliti dal regime al governo. Qualunque esso sia.
     La stampa e la comunicazione in generale dovrebbero essere sempre diversi e distanti dal potere e, cosa piu’ importante, CONTRO, a prescindere dal colore politico di chi e’ al potere.

     Vero che quando si entra in un gruppo bisogna accettarne le regole. Ma in un social network con centinaia e forse domani migliaia, milioni di utenti-collaboratori converrai che e’ un po’ difficile e velleitario pretendere leggi universali, monolitiche e immutabili.
     Io credo che le "regole" non siano mai "per sempre" e cerco, nel mio piccolo, di combattere quelle che reputo sbagliate.
     In italia abbiamo sistema informativo regolato da leggi degne di Bokassa, un latifondo mediatico unico al mondo, un parlamento che, per la maggior parte odia il web e cerca di "normalizzarlo" con leggi che farebbero strabiliare Goebbels. per questo credo che il silenzio sia molto peggio di chi alza la voce: a gridare e insultare forse si sbaglia ma a tacere si sbaglia di piu’. Di questo sono convinto.
     Fermamente convinto.
     Se non ci fosse stato chi ha gridato e lottato e insultato e disobbedito e combattuto e pagato con la galera, l’esilio, la morte, noi (parlo per me) non potremmo starcene comodamente seduti davanti alla tastiera pontificando come ridicoli oracoli su politica, calcio e grandi fratelli.
     
     Riguardo all’imparzialita’ non so veramente di cosa stai parlando.
     Ho troppa stima di te per pensare che tu possa credere alla vecchia favoletta liberale, inculcataci dalle PR americane nel secolo scorso, che postula la mitica "fairness" dei mainstream. Un mito, appunto.Mi perdonerai la petizione di principio.

     Non esiste l’obiettivita’. Esiste solo la verita’ dei fatti (la cui scelta dei quali e’ un problema quasi insolubile) e la loro eterna lotta contro la menzogna del potere.
     Se AV non sara’ questo, allora non sara’ niente. Perlomeno niente di diverso dai mainstream.
     Noi non sappiamo quale sia la "verita’ " Ma conosciamo il nemico. E’ questo l’eterno punto di partenza. Spero anche per AV.
     Grazie per il commento.

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 20:46
    maurizio carena

       Caro Francesco,
    provo a risponderti piu’ dettagliatamente.

      Non ho detto che, in caso di querela per "DIFFAMAZIONE" per "colpa" mia AV non sia chiamata in causa. Credo comunque che la "colpa" principale sia dell’autore del pezzo.
     E gia’ cosi’ sarebbe una legge sbagliata. Che poi, come affermi, per il solo fatto di darmi lo spazio nel network, anche tu, come direttore, venga denunciato (e magari condannato), cio’ smaschera completamente l’infamia di tale legge. Una legge, come tu saprai, figlia del desiderio di ogni stato di controllare le opinioni dei cittadini. Una legge CONTRO la liberta’ di espressione. Una legge CONTRO AV. Una legge contro ogni persona che abbia a cuore la liberta’. 
     Si noti bene: io non ce l’ho coi magistrati, una delle poche categorie in Italia in cui abbia ancora una residua fiducia. Io non riconosco la sanzione di una legge, quella che permette di colpire il giornalista col pretesto della "diffamazione", che non e’ mai stata storicamente altro che un modo per combattere, anullare, ostacolare, minacciare la liberta’ di stampa.
     Penso che le attuali leggi italiane sulla stampa siano un cascame del passato, un retaggio anacronistico figlio della tradizione fascista, ancor’oggi utilissimo, pero’, per colpire e controllare il pensiero critico.
     Ripeto: il volerle epplicare al web, come si e’ fatto nel 2001coi siti cosiddetti "testate giornalistiche" (periodicita’, direttore etc etc) i reati a mezzo stampa (tra cui la famigerata "diffamazione") e’ un assurdo e Av e tutte le persone libere dovrebbero rifiutatarsi di rispettare tali anacronistici retaggi di regimi passati.
     Ti ricordo sommessamente che tutti i migliori giornalisti italiani sono stati, sono e saranno sempre querelati dal potere e, normalmente, non si viene querelati per le "parolacce" di un nessuno come me, bensi’ per le fini analisi, le inchieste, le prove, le DOMANDE. Si, caro Francesco. In questo paese (permettimi, ti prego) di merda si puo’ venire querelati anche solo per avere posto delle semplici domande al capo del regime. Capisci perche’ bisogna ribellarsi allo psicoreato della "diffamazione"?
     Se invece mi dici che il "turpiloquio" e’ censurato a discrezione della redazione ( a volte una parolaccia si, a volte no, avolte mezza...), per una questione di stile, di scelta o altro, benissimo. Ma questo comportamento, perfettamente legittimo ha un nome. Che non ripeto perche’ so che non ti piace, ma sempre quello e’.

     Dici che non sarbbe carino leggere "la mamma di x e’ una puttana". Concordo.
    Pero’ hai detto mezza verita’.
     Ai miei occhi e’ peggio, molto peggio, NON dire, per esempio al tg1 delle 20, che a casa del premier girano droga e prostitute in quantita’, e’ molto peggio NON ricordare agli italiani i legami mafiosi del premier e dei suoi sodali, legami documentati dalla magistratura e che solo dei servi come i nostri direttori di tg possono censurare impunemente.
     In parole povere andrebbe depenalizzato/cancellato lo psico reato della diffamazione e andrebbe introdotto il, ben piu’ grave reato dell’omissione: quello si che dovrebbe essere punito con 6 anni di galera.
     Io la vedo cosi’, scusa la franchezza, ma questo regime e le sue leggi mi fanno vomitare.

     Riguardo a Francesco Raiola ritengo di non averlo mai insultato, ne’ mai avrei voluto, a meno che l’uso di qualche vecchia figura retorica da prima liceo o una certa vis polemica possano configurarsi come insulto.
     Forse i miei modi non brillano per gentilezza e me ne dispiace, ma quando scrivo lo faccio per scuotere, per indignare, per fare incazzare, perche’ sono costretto a vivere in una societa’ sempre piu’ fascista e razzista e cio’ mi scuote, mi indigna e mi fa incazzare. Forse sbaglio i modi, le parole, non lo so. So solo che sento cio’ che scrivo. Se questa e’ la mia colpa fucilatemi pure.
     
     Si, penso che disobbedire sia anche usare parole diverse da quelle dei mainstream di regime. Anche l’insulto. E se lo usano per querelarci sarebbe solo l’ennesimo pretesto. E comunque l’insulto, in letteratura, e’ stato sempre usato. Shopenauer ci ha scritto sopra un pamphlet, Bukowsky poesie e libri bellissimi, per non dire di Pasolini Fo, Luttazzi, Guzzanti e Grillo che con un "Vaffanculo" gridato al regime ha raccolto milioni di firme. con un vaffanculo....ti rendi conto? Riesco a spiegarmi?
     Forse no. Ma ci ho provato.
    E sono comunque contento perche’, anche se non ti avro’ minimamente convinto, anche se il mio nome ti fara’ venire l’itterizia al solo sentirlo pronunciare, abbiamo comunque avuto il coraggio di un carteggio che i mainstream non si sognerebbero mai. Sotto questo aspetto AV e’ comunque un’ informazione diversa dai mainstream.
     Forse siamo su sentieri diversi, magari lontani, ma, oso pensare, paralleli. Forse un giorno, giornalisticamente parlando, ci incontreremo.

     Un saluto a te e a Francesco Raiola.





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