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Raiperunanotte: "la faremo fuori dal vaso"

Raiperunanotte: "la faremo fuori dal vaso"

Annozero, versione "Raiperunanotte", sconfigge la censura.
 
Ieri sera, nell’agorà del Paladozza di Bologna, con l’organizzazine della FNSI, autoconvocati, autofinanziati, un inesorabile Michele Santoro e i suoi ospiti, tecnici e collaboratori, disoccupati e precari e un pubblico straripante e meraviglioso, hanno dato vita a uno di quegli eventi mediatici destinati a fare storia.
 
Un incontro pubblico durato più di tre ore, che ha avuto come filo conduttore la censura contro Annozero, che, col pretesto della campagna elettorale, si è abbattuta sul programma di Santoro e sugli altri approfondimenti della tv generalista pubblica.
 
Implacabile, come al solito, Travaglio ha aperto la serata. Sandro Ruotolo ha raccontato, aiutato da vignette esemplificative, tutti gli oscuri maneggi coi quali l’egoarca ha tentato in ogni modo di censurare Annozero.
 
E poi tanti, tantissimi ospiti che, col loro contributo, hanno reso la serata indimenticabile.
 
C’era Floris , il conduttore di Ballarò, epurato dalla par condicio di regime, che ha messo in guardia contro gli attacchi alla libertà d’informazione.
 
C’era Gad Lerner, che, in un memorabile intervento, ha messo in guardia: forse l’attuale censura attuata col pretesto del periodo elettorale potrebbe preludere ad un periodo ben più lungo. Forse dipenderà anche dalla nostra reazione. Ma ha anche affermato che, da questa situazione si sono creati gli anticorpi, perché continuare a raccontare la realtà è l’antidoto per resistere e lottare per la democrazia.
 
C’era Jacona, che ha parlato del bisogno di cambiamento radicale, ricordando che quella per la libertà di espressione è la vera battaglia da combattere oggi, contro il nuovo autoritarismo.
 
C’era il grande regista Mario Monicelli, che ha nominato la parola innominabile in un regime: la rivoluzione. Di più, ha detto che è necessaria, specie in un paese come l’Italia che non ne ha mai fatta una.
 
C’era Benigni, intervistato da Ruotolo, che si è profuso in una delle sue formidabili improvvisazioni e ha trasmesso, in pochi momenti, il suo straripante buon umore al pubblico come solo i grandissimi sanno fare.
 
C’erano le operaie della Omsa, un’azienda italiana che funziona ma che licenzia perché delocalizza in Serbia per consentire maggiori utili al padrone.
 
C’era Morgan che ha quasi gridato che in questo Paese c’è un vuoto culturale da riempire, e poi ha accompagnato al pianoforte Antonello Venditti, preceduti da Elio e le Storie Tese.
 
Quando ha preso la scena il grande epurato, Luttazzi, la platea è esplosa e la sua performance teatrale sulle varie fasi dell’inculata come metafora della situazione politico sociale italiana è degna di figurare accanto a Petronio e Catullo. Gli applausi sono stati a scena aperta, incontenibili. Impossibile non ridere, anche se amaramente.
 
E’ stato intervistato Emilio Fede, che ha testualmente detto che "Berlusconi non ha MAI chiesto la chiusura di Annozero". Molto più pornografico di Luttazzi.
 
E poi ancora Norma Rangeri, del Manifesto, che ha ricordato la crisi in cui si dibattono i piccoli giornali, specie le cooperative indipendenti.
 
E Milena Gabanelli, la celebre conduttrice di Report che, pur non colpita dalla censura, ha voluto partecipare alla serata e portare la sua riflessione.
 
E il trio Medusa, con la sua satira sul Tg1 e Vauro con le sue immancabili vignette.
 
 
Santoro ha parlato di oltre centomila contatti via web, per una trasmissione che si poteva vedere in diretta internet e anche su diverse Tv e radio locali. Vedremo le cifre più precise nei prossimi giorni, ma per internet centomila contatti in contemporanea su un unico sito sono un record assoluto. I censori della Rai possono veramente complimentarsi con loro stessi per il clamoroso autogol aziendale.
 
Tantissimi quindi. Tantissimi live. Tantissimi da casa e nelle altre piazze d’Italia.
 
E tanti altri in trasmissione.
E ci scusiamo se non li abbiamo ricordati tutti.
E poi l’ospite più importante di tutti: quel pubblico, quel magnifico pubblico, dentro e fuori il Paladozza, che ha visto, alla fine, il giuramento laico recitato da Santoro al microfono e ripetuto vox populi dalla folla in piedi: "La faremo fuori dal vaso!" ha esortato Michele. Come dire: non ci faremo ridurre al silenzio.
 
Sorrisi, abbracci, applausi scroscianti, mentre Santoro esce dal Paladozza insieme alle ex operaie della Omsa: si tengono per mano e procedono a metà tra il trenino di capodanno e il ditirambo. Ma la folla gli è così vicina e sorridono e cercano di salutarli e toccarli e parlargli, che non sembra quasi una trasmissione come le altre, non sembra una sera come le altre. E infatti non lo è.
 
"The revolution will not be televised", cantava Gil Scott Heron e aveva ragione. Ma la serata appena trascorsa sembra quasi l’eccezione che conferma la regola.
 
Grazie a tutti quelli che ci sono stati, che hanno parlato, cantato, recitato, visto e sentito.

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