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Sulla censura: lettera aperta ad AV

 

I recenti "tagli" operati dal caporedattore di AgoraVox su alcune parti di un articolo (www.agoravox.it/La-liberta-di-stampa-secondo.html) impongono alcune riflessioni che mi auguro possano essere di stimolo a tanti, me per primo.

Innanzitutto fermiamo alcuni punti preliminari.

Per censura, anche se la parola sembra far paura a qualcuno, si intende il controllo della comunicazione da parte di un’autorità.

Tale controllo viene postulato da questa piattaforma di social network sin dalla sua "politica editoriale" dove recita "la redazione non interverra’ sui contenuti dell’articolo senza l’accordo dell’autore" (all’autore dell’articolo portato ad esempio tale accordo non è stato nemmeno proposto, ma non importa, perche’ implicitamente AV si riserva di censurare i pezzi "ante"pubblicazione.

Che poi AV stili una serie di "ragioni" che spingono al rifiuto dell’articolo conferma che la censura (potenzialmente) è prevista e contemplata. Non dobbiamo stupirci quando quindi essa viene anche praticata.

Ciò che vorrei discutere è il modo.

Se tu, Vv, non pubblichi tutto il pezzo mi sta bene, perché la censura è palese e ognuno ha il diritto di darsi le regole che preferisce.

Ma se tu, AV, tagli solo qualche frase, ometti parole qua e la e, soprattutto, lo fai senza dichiararlo CHIARAMENTE, tutto ciò mi ricorda molto la storia di un certo Winston Smith, che tu ben conescerai.

Un modo di procedere nebuloso e arbitrario come quello che, a mio avviso, hai dimostrato, non ti fa onore.

Questo potrebbe essere il giornalismo del futuro, qualcosa di veramente emancipatore ed appassionante, ma non possiamo, non dovremmo, ricalcare pedissequamente le orme dei mainstream, specie quelli del Belpaese.

E qui arriviamo al punto.

Mi si dice che i tagli sono stati operati, dal buon Francesco Raiola, per evitare denunce per "diffamazione".

Ci si uniforma volontariamente a leggi sulla stampa (di matrice fascista), tra le peggiori del mondo occidentale, vecchie di decenni. ridicole, infami, obsolete.

Talmente infami che c’è un ddl (Pecorella /Costa) che vorrebbe estenderle a tutto il web, per poter meglio censurare (tramite la minaccia della querela per "diffamazione") ogni pericolosissimo vagito di pensiero critico, che sta raggiungendo sul web livelli intollerabili per il sistema di potere attuale.

Io non so se chi ha espunto dall’articolo le parti "incriminate" l’ha fatto per paura di tale (psico)reato o semplicemente perche’ pensava che il redattore avesse travalicato il buon gusto.

Penso che tali motivi, in un network libero, non dovrebbero esistere.

Chiunque, su un traker come AV, dovrebbe avere diritto di tribuna, se argomenta con un minimo di buon senso, permettendo anche quelli che potrebbero essere considerati deigli "abusi": essi, purtroppo fanno parte dei "mali" della liberta’ di espressione. Sono il prezzo da pagare.

Io non pretendo, pur non volendolo, di "abusare" della libertà di espressione. Ma essere censurato dal caporedattore (o da chiunque altri) è cosa, a mio avviso, molto più grave.

Mettiamola così: l’abuso (condannabile) è il prezzo della libertà.

Se ogni tanto non si verificano degli "abusi" (ma chi lo stabilisce, poi) se non si cerca di stare sul limite, se non si cerca di provocare, per suscitare il dialogo e la riflessione e il conflitto (delle idee), allora non siamo in presenza di vera liberta’ di espressione.

In altre parole, e qui mi trovo (con rammarico) su posizioni antitetiche ad AV, non è diminuendo le voci (e le parole) che si migliora e si cresce ma solo, al contrario, dando il massimo spazio a tutte le voci e le opinioni. Specialmente, caro Francesco Raiola, a quelle che non ci piacciono, che non sopportiamo, che crediamo "sbagliate".


Quando AV, con le migliori intenzioni, cancella o omette, pratica la censura e si danneggia con le sue stesse azioni. Questo è un fatto, anche se la parola censura può non piacere.

Su altri social network il gestore si guarda bene dall’entrare nel merito dei contenuti. Per questo, credo, tali social network come YouTube, per esempio, sono tra i più seguiti (e censurati dai governi) al mondo.

Con questo modo di procedere forse AV (ma non è detto) si mette al riparo da eventuali azioni legali del regime, ma certo non lavora nel modo migliore per la libertà d’informazione. Anzi.

Credo che una delle battaglie di liberta e di civiltà di un network come AV, che può veramente crescere e contribuire al miglioramento sociale di questo paese, dovrebbe essere quella contro la surrettizia parificazione dell’informazione del web alla carta stampata (legge n62/2001) per non dire del prossimo venturo dl Pecorella ( e Barbareschi, Carlucci etc).

Ci sono sempre state nella storia leggi sbagliate, immorali, contro le quali la coscienza si ribella, sin dai tempi di Antigone.

Le infami leggi italiane sulla stampa che si pretende di applicare al web meritano tale disobbedienza.

E’ solo con tali azioni coraggiose che l’umanita’ e’ progredita ed e’ cosi’ ancora oggi.

Diffamazione e rettifica sul web non dovrebbero esistere.

Tanto bastano pochi minuti per controbattere personalmente qualsiasi opinione su internet.
 
La povertà intellettuale degli ultimi commenti al mio articolo in questione mi ha ricordato quanto scarsa sia la consapevolezza sull’argomento, ma dalla redazione di AV mi aspetterei ben altro approccio.

Spero che tale scritto possa servire ad aprire una breve riflessione tenendo sempre presente che, a differenza del "signor censore", in Italia (e non solo qui) i "reati d’opinione" non sono inquadrati nella legge in maniera definitiva (Minotti) e che "qualsiasi limitazione preventiva della libertà di espressione (da parte del governo) contiene una forte presunzione di incostituzionalità" (New York Times).

Riassumendo:

1 le leggi sulla stampa non dovrebbero essere applicate all’informazione del web. Tantomeno la famigerata "diffamazione"

2 Le piattaforme non dovrebbero avere nessun tipo di responsabilità penale per quanto riguarda ciò che gli utenti esprimono.

3 Se vogliamo una vera libertà di espressione dobbiamo rassegnarci ogni tanto a qualche "abuso". Non piace a nessuno, ma e’ il prezzo da pagare. Non nascondiamoci dietro a un dito.

4 Se proprio AV non vuole fare disobbedienza civile contro leggi infami di un regime stigmatizzato da mezzo mondo che ci guarda con pena e compatimento, che almeno si dichiari, magari con un incipit, che l’articolo è stato censurato o, se la parola non piace, corretto, depurato, normalizzato, regolato, filtrato.

Ecco non si faccia come i governi autoritari che filtrano il web con black list sconosciute ai netizen, che sono cosi’ inconsapevili della censura. Come avviene in Cina, in Tunisia. E anche in Italia....

Ciao, AgoraVox.








Commenti all'articolo

  • Di Francesco Piccinini (---.---.---.7) 6 ottobre 2009 11:33
    Francesco Piccinini

    Il pezzo è stato editato da me visto che presentava errori di ortografia e di battitura.

    In risposta ai commenti nel tuo precedente articolo, in corsivo i tuoi "estratti".
     

    Caro Maurizio,

    ho letto delle polemiche scatenate in seguito alla cancellazione della frase “Minzolini non è nemmeno degno di pulire i cessi delle redazioni". Non so di cosa sia degno Minzolini, certamente non lo reputo all’altezza del suo incarico.

    Mi piacerebbe comunque risponderti e riflettere sul tema, con un articolo.
    Magari non ti piacera’ ma mi piacerebbe che lo pubblicassi. Senza censure. Per una volta.
    Tanto, stai tranquillo, se querelano, querelano me. Mi assumo sin d’ora ogni responsabilita. Adsum cui feci.

    Permettimi una piccola precisazione caro Maurizio. Anche se qui, in questo commento, dici che te ne assumi la piena responsabilità non sarebbe utile davanti una causa: saremmo noi, sempre e comunque, citati in giudizio. Non mi opporre argomentazioni la legge è chiara la responsabilità è della triade: Autore/Direttore/Editore. Che poi la legge non ti piaccia posso essere d’accordo. Anche ai ladri non piace l’articolo 628 c.p. ma esiste.

    Ribadisco un concetto che forse non è chiaro ma al quale sono legato: i magistrati non sono eroi quando muoiono e mercenari quando applicano la legge. Ogni legge è perfettibile (o “peggiorabile”) ma la magistratura o va rispettata sempre o non va rispettata mai. Non è un vestito che ci si mette e si toglie a seconda delle stagioni.

    Se vogliamo una vera libertà di espressione dobbiamo rassegnarci ogni tanto a qualche "abuso".

    Però permettimi una riflessione: sarebbe carino leggere frasi del tipo “la mamma di X è una puttana”? Dove finisce l’abuso e dove inizia il dolore che può provocare una frase del genere. Oppure sei così assolutista da affermare che tutti dovrebbero voltare la testa dall’altra parte dinanzi una frase simile.

    Col tuo metro di lavoro il Washington Post e il NY Times non avrebbero mai pubblicato i Pentagon Papers, per non dire del Watergate.

    Mischiare l’insulto all’inchiesta è il mare magnum nel quale si perde il senso delle parole. Se tu dici che X è un uomo di merda non è lo stesso di dire X ha commesso un reato in base a queste prove. Ma ti giuro che sono stanco di dover subire i tuoi continui gridi alla censura...

    E mi chiedo anche un’altra cosa... Perché vengono sempre e solo da un’unica persona? Siamo tutti benpensanti, reazionari, servi, censori e fascisti e sei tu l’unico uomo libero? Come disse un giorno la cara Letizzetto a Manuela Arcuri: “Manu cala ne’, un filino, cala”.

     Anche nel tuo ultimo commento hai insultato tutti quelli che erano in disaccordo con te... Tutti nessuno escluso e questo non lo permetto. Come non permetto gli insulti a Francesco Raiola che ogni giorno si sobbarca di un lavoro enorme e oneroso. Questo vogli che sia chiaro: Francesco Raiola è una persona stupenda che fa il suo mestiere con perizia e onestà intellettuale.

    Se pensi che essere “disobbediente” significhi insultare: bene! Questa è la tua forma di esprimere la “libertà”. Per me la libertà è un’altra cosa...

     E se grazie ad un tuo “abuso” AgoraVox dovesse chiudere? Se per colpa tua fossimo condannati da un giudice: quale servizio avremmo reso? E che servizio avrei reso io che per gridare: “X è un pezzo di merda” ho tolto la possibilità ai cittadini di esprimersi?

     E per concludere: quando parli di Leo Longanesi e del suo celebre schiaffo a Toscanini ti vorrei solo ricordare che fu dato perché Toscanini (antifascista) si rifiutò di eseguire “Giovinezza”. Il suo schiaffo non era uno schiaffo di ribellione ma uno schiaffo di regime.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 18:12
      maurizio carena

       ti ringrazio per avere pubblicato e per avermi risposto.

      e’ sempre preferibile il disaccordo intelligente.
      non c’e’ accrdo ma resta il rispetto. che e’ piu’ importante.

       grazie per le correzioni. ero di corsa e ho scritto, stanco, di notte.

      saluti

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 20:46
      maurizio carena

         Caro Francesco,
      provo a risponderti piu’ dettagliatamente.

        Non ho detto che, in caso di querela per "DIFFAMAZIONE" per "colpa" mia AV non sia chiamata in causa. Credo comunque che la "colpa" principale sia dell’autore del pezzo.
       E gia’ cosi’ sarebbe una legge sbagliata. Che poi, come affermi, per il solo fatto di darmi lo spazio nel network, anche tu, come direttore, venga denunciato (e magari condannato), cio’ smaschera completamente l’infamia di tale legge. Una legge, come tu saprai, figlia del desiderio di ogni stato di controllare le opinioni dei cittadini. Una legge CONTRO la liberta’ di espressione. Una legge CONTRO AV. Una legge contro ogni persona che abbia a cuore la liberta’. 
       Si noti bene: io non ce l’ho coi magistrati, una delle poche categorie in Italia in cui abbia ancora una residua fiducia. Io non riconosco la sanzione di una legge, quella che permette di colpire il giornalista col pretesto della "diffamazione", che non e’ mai stata storicamente altro che un modo per combattere, anullare, ostacolare, minacciare la liberta’ di stampa.
       Penso che le attuali leggi italiane sulla stampa siano un cascame del passato, un retaggio anacronistico figlio della tradizione fascista, ancor’oggi utilissimo, pero’, per colpire e controllare il pensiero critico.
       Ripeto: il volerle epplicare al web, come si e’ fatto nel 2001coi siti cosiddetti "testate giornalistiche" (periodicita’, direttore etc etc) i reati a mezzo stampa (tra cui la famigerata "diffamazione") e’ un assurdo e Av e tutte le persone libere dovrebbero rifiutatarsi di rispettare tali anacronistici retaggi di regimi passati.
       Ti ricordo sommessamente che tutti i migliori giornalisti italiani sono stati, sono e saranno sempre querelati dal potere e, normalmente, non si viene querelati per le "parolacce" di un nessuno come me, bensi’ per le fini analisi, le inchieste, le prove, le DOMANDE. Si, caro Francesco. In questo paese (permettimi, ti prego) di merda si puo’ venire querelati anche solo per avere posto delle semplici domande al capo del regime. Capisci perche’ bisogna ribellarsi allo psicoreato della "diffamazione"?
       Se invece mi dici che il "turpiloquio" e’ censurato a discrezione della redazione ( a volte una parolaccia si, a volte no, avolte mezza...), per una questione di stile, di scelta o altro, benissimo. Ma questo comportamento, perfettamente legittimo ha un nome. Che non ripeto perche’ so che non ti piace, ma sempre quello e’.

       Dici che non sarbbe carino leggere "la mamma di x e’ una puttana". Concordo.
      Pero’ hai detto mezza verita’.
       Ai miei occhi e’ peggio, molto peggio, NON dire, per esempio al tg1 delle 20, che a casa del premier girano droga e prostitute in quantita’, e’ molto peggio NON ricordare agli italiani i legami mafiosi del premier e dei suoi sodali, legami documentati dalla magistratura e che solo dei servi come i nostri direttori di tg possono censurare impunemente.
       In parole povere andrebbe depenalizzato/cancellato lo psico reato della diffamazione e andrebbe introdotto il, ben piu’ grave reato dell’omissione: quello si che dovrebbe essere punito con 6 anni di galera.
       Io la vedo cosi’, scusa la franchezza, ma questo regime e le sue leggi mi fanno vomitare.

       Riguardo a Francesco Raiola ritengo di non averlo mai insultato, ne’ mai avrei voluto, a meno che l’uso di qualche vecchia figura retorica da prima liceo o una certa vis polemica possano configurarsi come insulto.
       Forse i miei modi non brillano per gentilezza e me ne dispiace, ma quando scrivo lo faccio per scuotere, per indignare, per fare incazzare, perche’ sono costretto a vivere in una societa’ sempre piu’ fascista e razzista e cio’ mi scuote, mi indigna e mi fa incazzare. Forse sbaglio i modi, le parole, non lo so. So solo che sento cio’ che scrivo. Se questa e’ la mia colpa fucilatemi pure.
       
       Si, penso che disobbedire sia anche usare parole diverse da quelle dei mainstream di regime. Anche l’insulto. E se lo usano per querelarci sarebbe solo l’ennesimo pretesto. E comunque l’insulto, in letteratura, e’ stato sempre usato. Shopenauer ci ha scritto sopra un pamphlet, Bukowsky poesie e libri bellissimi, per non dire di Pasolini Fo, Luttazzi, Guzzanti e Grillo che con un "Vaffanculo" gridato al regime ha raccolto milioni di firme. con un vaffanculo....ti rendi conto? Riesco a spiegarmi?
       Forse no. Ma ci ho provato.
      E sono comunque contento perche’, anche se non ti avro’ minimamente convinto, anche se il mio nome ti fara’ venire l’itterizia al solo sentirlo pronunciare, abbiamo comunque avuto il coraggio di un carteggio che i mainstream non si sognerebbero mai. Sotto questo aspetto AV e’ comunque un’ informazione diversa dai mainstream.
       Forse siamo su sentieri diversi, magari lontani, ma, oso pensare, paralleli. Forse un giorno, giornalisticamente parlando, ci incontreremo.

       Un saluto a te e a Francesco Raiola.




  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.9) 6 ottobre 2009 11:56
    Damiano Mazzotti

    Qui si tratta di stile e non di censura: le informazioni e il messaggio di Carena è passato...

    è la forma che è cambiata. E qui si apre una vertenza forse insolubile...

    Carena utilizza una forma colloquiale e informale in un mezzo scritto e forse è più moderno e aderente al linguaggio del web... Ma il giudizio verbale può arrivare all’offesa gratuita e qui si apre la diatriba sul confine della libertà di opinione...

    Si può essere duri e raffinati, oppure duri e sboccati e il singolo può prendersi le responsabilità delle sue azioni private...

    Ma quando si entra in un gruppo di persone si stabiliscono un certo tipo di regole di comunicazione e di relazione che non sono censura...

    AgoraVox ha semplicemente deciso la propria linea di condotta, che rispetta i contenuti e ne lima a volte la forma, nei limiti di una certa presentabilità ed educazione... E solo in rarissimi casi...

    E come nei rapporti di coppia: non ci sono cose giuste o sbagliate, ma cose che ci piacciono o non ci piacciono...

    Secondo me "pulire i cessi" va benisssimo a tu per tu, ma non in un organo di informazione che vuole cercare di essere imparziale almeno nei toni, poiche nell’informare è quasi impossibile essere imparziale...

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 21:37
      maurizio carena

       Caro Damiano Mazzotti,
       credo non ci possa essere altro confine alla liberta’ di espressione che la propria coscienza.
      Sono invece certissimamente certo (forse una delle poche certezze della mia vita) che tali confini NON possano essere stabiliti dal regime al governo. Qualunque esso sia.
       La stampa e la comunicazione in generale dovrebbero essere sempre diversi e distanti dal potere e, cosa piu’ importante, CONTRO, a prescindere dal colore politico di chi e’ al potere.

       Vero che quando si entra in un gruppo bisogna accettarne le regole. Ma in un social network con centinaia e forse domani migliaia, milioni di utenti-collaboratori converrai che e’ un po’ difficile e velleitario pretendere leggi universali, monolitiche e immutabili.
       Io credo che le "regole" non siano mai "per sempre" e cerco, nel mio piccolo, di combattere quelle che reputo sbagliate.
       In italia abbiamo sistema informativo regolato da leggi degne di Bokassa, un latifondo mediatico unico al mondo, un parlamento che, per la maggior parte odia il web e cerca di "normalizzarlo" con leggi che farebbero strabiliare Goebbels. per questo credo che il silenzio sia molto peggio di chi alza la voce: a gridare e insultare forse si sbaglia ma a tacere si sbaglia di piu’. Di questo sono convinto.
       Fermamente convinto.
       Se non ci fosse stato chi ha gridato e lottato e insultato e disobbedito e combattuto e pagato con la galera, l’esilio, la morte, noi (parlo per me) non potremmo starcene comodamente seduti davanti alla tastiera pontificando come ridicoli oracoli su politica, calcio e grandi fratelli.
       
       Riguardo all’imparzialita’ non so veramente di cosa stai parlando.
       Ho troppa stima di te per pensare che tu possa credere alla vecchia favoletta liberale, inculcataci dalle PR americane nel secolo scorso, che postula la mitica "fairness" dei mainstream. Un mito, appunto.Mi perdonerai la petizione di principio.

       Non esiste l’obiettivita’. Esiste solo la verita’ dei fatti (la cui scelta dei quali e’ un problema quasi insolubile) e la loro eterna lotta contro la menzogna del potere.
       Se AV non sara’ questo, allora non sara’ niente. Perlomeno niente di diverso dai mainstream.
       Noi non sappiamo quale sia la "verita’ " Ma conosciamo il nemico. E’ questo l’eterno punto di partenza. Spero anche per AV.
       Grazie per il commento.

  • Di Gloria Esposito (---.---.---.130) 6 ottobre 2009 13:30

    Al di la di tutto a me l’articolo di Maurizio Carena cosi come è stato presentato(con qualche taglio,con qualche aggiustamento?Non so,perchè non conosco l’originale)è piaciuto.Perchè il contenuto è rimasto intatto e quello è sicuramente ascrivibile a Maurizio come anche le argomentazioni e i richiami.
    Mi dispiace che si discuta sulla censura in particolare qui sopra perchè conosco personalmente Francesco Piccini e Francesco Raiola e sono delle brave persone che non meritano delle polemiche del genere perchè fanno il loro mestiere credendoci e senza dubbio in buona fede.
    Dall’altro lato mi dispiace che Maurizio si possa sentire offeso e magari privarci dei suoi articoli.
    E’ una brutta situazione.
    Posso dire che anche a qualche mio articolo sono state fatte delle modifiche ma sempre per valorizzare e mai per ragioni manipolative.
    Saluti
    Gloria

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 22:01
      maurizio carena

       Cara Gloria,
       ti ringrazio, come sempre, per l’attenzione con cui premi i miei articoli.
       Permettimi di dirti che su un punto sbagli: non bisogna mai dolersi della discussione su qualcosa, qualsiasi cosa sia.
       Al contrario. La discussione, il confronto, anche aspri, sono la sola chiave che ci puo’ aiutare a comprendere.
      L’alternativa al dialogo e’ il sangue, la violenza. Ma quella, pur essendo lo strumento preferito dalla razza umana per dirimere i problemi, non ne ha mai risolto nessuno. In questo ti prego di volermi credere.
       la violenza ci trasforma nei suoi oggetti.
      La discussione ci rende partecipi e consapevoli.

       Sono veramente contento che AV abbia pubblicato questo pezzo, perche’ la liberta’ di espressione e’ un tema che mi ha sempre appassionato.
       Il fatto che noi possiamo parlare mi sembra sempre magico. (ti prego, non pensare che sia matto...)

       Francesco Piccinini non mi ha convinto (anche se mi ha comunque dato una bella risposta con magistrale mazzata finale) ma e’ molto piu’ importante, al di la delle nostre due trascurabili persone, il carteggio pubblico e lo stimolo al dibattito che, seppure minimamente, e’ sortito.
       Forse stiamo andando oltre ai mainstream. Forse stiamo veramente inventando un nuovo tipo di informazione non piu’ verticale e di potere. E’ qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno di noi conosce, stiamo imparando e si impara sbagliando e discutendo. E anche, purtroppo, cadendo.
       Leggo sempre i tuoi articoli. Aspetto il prossimo.

       saluti



  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.217) 6 ottobre 2009 15:43

    E dai smettila con queste accuse di censura e di manipolazione...
    Se ti correggono "Minzolini a pulire i water" piuttosto che "i cessi", non è un volerti negare qualcosa per farti un torto a priori, è solo prudenza. Sei una persona estremamente intelligente, ti faccio i complimenti per come scrivi e per quello che scrivi, veramente c’è solo da imparare da persone colte come te, ma ti prego di non perdere tempo con le cazzate: dire che IL REGIME E’ UNA CACCA, piuttosto che è una MERDA,
    non ti costa niente prima di tutto, e soprattutto non ti farebbe perdere il Pulitzer. 
    Dimostriamo di saper rispondere ai Fede, ai Belpietro ed ai Feltri con intelligenza, e non con gli insulti.
    Dimostriamo di essere liberi nella sostanza, e non nella forma.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 22:24
      maurizio carena

       Caro CogitoergoVomito,

       grazie per le parole tanto generose quanto immeritate che hai avuto per me.
       Ti prego di credere che le persone colte sono altre e non certo io, anche se, a volte, guardandomi attorno, sarei quasi tentato di pensarlo...
       Io sono, se dovessi definirmi, un po’ anarchico, molto socialista, molto incazzato.
      Incazzato di vedere gente col muso incollato alla tv, che parla solo di cazzate, che vive di cazzate, che vota per il piu’ grande cazzaro dell’universo e che poi si stupiscono che la figlia di 6 anni vuole fare da grande la velina.
       Incazzato per dover vivere in un paese dove i mafiosi riciclatori e gli speculatori miliardari vengono "scudati" mentre i "negri" e le altre "razze inferiori" vengono ammazzati in mare, rinchiusi nei lager di stato, di quello stato che ha appena inventato il reato di "clandestinita’ ", le nuove leggi razziali.

       Questo mi fa terribilmente incazzare. E quando scrivo vorrei che chi legge si incazzasse un po’ anche lui, si vergognasse un po’ anche lui, come me, di vivere in questo paese di merda.

       Non pretendo che sia il modo giusto di scrivere e forse non lo e’. Ma lo scrivo in coscienza e liberta’. Solo per questo vorrei che o si cestina tutto o tutto si pubblica. Saro’ paranoico, non lo so....ma credo che sul web l’unico limite dovrebbe essere la coscienza individuale, non la censura di chi ha il potere, seppure coi piu’ nobili motivi.

       saluti


  • Di Alvise (---.---.---.229) 6 ottobre 2009 16:38

    Caro Carena,
    sono del parere che tu debba ringraziare chi ha tutelato AV che è uno strumento prezioso per tutti noi.
    Nella situazione in cui ci troviamo ci vuole un attimo ad essere oscurati, guardati intorno.
    L’esperienza del caporedattore ha tutelato anche te perchè, ricordati, al di la delle parole le querele fanno male, tanto.
    Inoltre la pubblicazione dell’articolo che sto commentando è la prova della piena buona fede della redazione di AV.
    Dai, vai avanti e continua a scrivere.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 22:42
      maurizio carena

       caro Alvise,
       no, non voglio vivere in un paese dove il "caporedattore" deve tutelarmi dalle leggi liberticide del governo.
       Per questo la legge sulla diffamazione a mezzo stampa andrebbe cancellata dal codice penale.
      Lo ripeto, un giornalista dovrebbe rispondere alla sua coscienza PRIMA che alle leggi del regime al potere.

      saluti

    • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 6 ottobre 2009 23:38
      Rocco Pellegrini

       Maurizio,
      io apprezzo quel che scrivi nel merito ma spesso non nel metodo. Sono dell’idea che tu sia una persona riflessiva, che cerca di approfondire le cose ma un pò caratteriale, se mi posso permettere dato il buon livello di questa discussione seria, nel senso che ti lasci trasportare dal carattere che tende all’invettiva.
      Ora l’invettiva è un modo potente di parlare o scrivere ma come per tutte le cose potenti non bisogna abusarne.
      Io trovo che le parole che pesano di più siano pacate perchè quelle forti si fanno dei nemici.
      A volte si vuole avere dei nemici, è legittimo però se è questa la divisa abituale allora non va bene.
      Ad esempio quella frase che hai usato per dimostrare la tua idea metteva insieme "cazzo" e "Gesù". Se la legge un credente la trova blasfema e, quindi è portato a non intendere ed a contrapporsi. Fa effetto, è vero, ma verso un target ben preciso che esclude parecchia gente.
      Ecco io penso che chi scrive voglia includere, cioè parlare a tutti almeno nell’intenzione e soprattutto a chi la pensa diversamente da lui avendo l’ambizione di conquistarlo alla causa che sposa.
      Concludendo se i tuoi ragioamenti fossero un pò più pacati sarebbero più forti ed avrebbero un consenso maggiore.
      Naturalmente è una mia opinione e lo dico soltanto perchè voglio che ciò sia ben chiaro.
      Resta inteso che quando leggo il tuo nome leggo anche l’articolo.

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 6 ottobre 2009 18:00
    Rocco Pellegrini

     Molte delle cose dell’articolo le condivido ma non il punto 3. Le cose vanno dette in modo formale e non usando insulti. Questo per due motivi.
    a) Il male sono gli atti e non chi li commette. Ciò vuol dire che è il comportamento che va ripreso e non la persona e quand’anche non si riesca del tutto a seguire questo principio molto importante, a parer mio, è meglio cercare di dire le cose in modo che la persona non sia direttamente insultata.
    b) Non è la parolaccia o l’insulto che rafforza un’argomentazione. Questo è un comportamento puerile e, comunque, poco apprezzabile come di quei comici che per far ridere usano le parolaccie. Socrate quando si arrabbiava abbassava la voce e tutti capivano che si era arrabbiato. Lo so che nel rumore del mondo un simile comportamento possa apparire assurdo ma io lo trovo geniale, come quasi tutto di quel gigante della storia.
    Infine nel merito del caso che ha scatenato la discussione. Non c’è censura in quel che è accaduto perchè non è cambiato il senso di quello che l’autore voleva dire, a meno che non si pensi che cambiare qualche parola comporti reato di lesa maestà o di lesa autorevolezza: nel qual caso bisogna evitare di darsi troppa importanza.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 6 ottobre 2009 22:55
      maurizio carena

       caro Rocco pellegrini,
       purtroppo, e sottolineo quell’avverbio, le parolacce rafforzano eccome l’argomentazione, sempre che un’argomentazione ci sia. Ti ricordi la vignetta di AV di qualche giorno fa sullo sbarco di gesu’ e altri extracomunitari (Cazzo,(...) e digli che sei Gesu’ cazzo!)
       Tu mi dirai che era una vignetta, satira, io ti diro’ che, per me, e’ politica e non ne veniamo piu’ a capo.
       La censura (ovvero il controllo dall’alto) o c’e’ o non c’e’. Punto. Poi si puo’ discutere QUANTA siamo disposti (obbligati?) a tollerarne, ma e’ un altro discorso.
       Io non pretendo di scrivere nel migliore dei modi, anzi, rispetto a cio’ che sento e che vorrei, credo di scrivere in modo piuttosto limitato, non sistematico, poco diplomatico. Credo altresi’ di avere un certo background in alcuni (pochi) settori in cui ho letto qualche libro e fatto qualche esperienza personale.
       Spero che cio’ che scrivo possa essere di qualche interesse e /o utilita’ per qualcuno e, in questo, mi rendo conto, emerge tutta la mia presunzione.

       saluti.



  • Di paolo praolini (---.---.---.27) 6 ottobre 2009 22:37

    Maurizio,
    sono nato ’giornalisticamente’ con Agoravox e con la sua redazione, ho avuto tante discussioni e confronti al suo interno con tutti i suoi vari elementi a partire da Francesco Piccinini spendendo ore e giorni dietro discussioni sull’autoregolamentazione, per dirti quanto conosca profondamente le regole che ci siamo dati.
    Alludere solamente alla censura in AV è dimostrazione lampante di non conoscere questa realtà o almeno di non frequentarla abbastanza.
    Ma questa non vuol essere un’accusa ma l’esplicita esternazione di un mio dubbio.
    Sin dalle prime settimane abbiamo insistito e lavorato insieme attorno ad una linea di condotta editoriale ed abbiamo trovato subito i paletti che la delineano.
    Tra questi uno dei riferimenti fondamentali è proprio l’eradicazione dai testi delle terminologie che vanno ’fuori dai crismi’ della buona scrittura e della decenza intellettuale.
    Pertanto i tuoi scritti, si saranno stati ritoccati ma lasciando trapelare esattamente i contenuti da te inoculati, quindi puoi sentirti garantito e continuare ad arricchire il coloratissimo prato fiorito di AV, come spesso hai fatto.
    Accetto invece il resto del tuo discorso che riporta ragioni valide nei confronti della legislazione vigente e di quella che interverrà da qui a poco.


    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 7 ottobre 2009 00:07
      maurizio carena

       caro Paolo Praolini,
       purtroppo non ho avuto il privilegio di frequentare dalla nascita AV ne’ di conoscere personalmente i suoi esponenti di spicco.
       Io, dell’autoregolamentazione di questo sito, conosco l’unica cosa che mi e’ possibile conoscere dal mio limitato punto di vista ovvero la paginetta di "politica editoriale", dove si recita, tra l’altro, "la direzione non interverra’ sul contenuto dell’articolo senza l’accordo dell’autore" ma evidentemente e’ una norma ormai desueta o applicabile a discrezione dei responsabili della "politica editoriale" e il cerchio si chiude.
       Comunque.
       Tu stesso ammetti che la direzione di AV pratica "un’eradicazione dai testi delle terminologie che vanno fuori dai crismi della buona scrittura e della decenza intellettuale".
       Tu stesso ammetti quindi che, per elevare la mia cattiva scrittura e la mia indecenza intellettuale, AV ha eradicato (manco fossi un asparago) delle terminologie (e delle intere frasi aggiungo per dovere di cronaca).

       Ecco, caro Praolini, e’ proprio, esattamente quello da te descritto il meccanismo della censura.

       Forse ricorderai che quell’emerito imbecille del ministro Frattini, qualche tempo fa propose di eradicare dai motori di ricerca di internet alcune parole, che lui medesimo giudicava pericolose. Parole come "bomba" oppure "terrorismo". Parole che lui, per il nostro bene naturalmente, voleva evitarci persino di poter trovare su google. Con tale proposta (poi bocciata persino da un governo reazionario come quello dello psiconano) sputtano’ urbi et orbi un’Italia gia’ ai minimi della sua credibilita’ internazionale, ma fece capire molto bene l’idea di internet che ha il regime.
       Ecco, lui non ammise mai di voler praticare la censura (brr, che brutta parola.....) no. Lui voleva solo espungere, ERADICARE dal web alcune PAROLE.
       Il ministro non avrebbe mai ammesso che si trattava di censura. Ma nondimeno lo era.
       
       Ho forse forzato troppo il paragone oppure intravedi qualche debole, lontana ma almeno distinguibile, ANALOGIA?

       saluti.



    • Di paolo praolini (---.---.---.27) 7 ottobre 2009 06:32

      Potremmo stare qui per ore ad argomentare ma vedo che io indico la luna e tu guardi sempre il dito!
      Ma è giusto che ci sia dibattito.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 7 ottobre 2009 08:58
      maurizio carena

       Scusa se la mia evidente inadeguatezza intellettuale non mi permette di abbracciare gli alti empirei che tu e i dirigenti di Av potete contemplare con eleganza e facilita’.
       A me sembra che questo "dito" venga usato piu’ per nascondercisi dietro che per indicare indiscutibili verita’.
      "Verita’ " che, permettimi, nessuno e’ riuscito a mostrarmi nella loro evidenza.
       Tu, come Piccinini e Raiola, mi dite che ci sono regole, indiscutibili, fatte da voi medesimi, a cui tutti si devono adeguare. Benissimo. Ma non mi avete spiegato perche’ le vostre regole dovrebbero essere superiori ai miei principi. Con la differenza che io non cerco di imporli a nessuno.
       Mi e’ stato opposto l’ottimo argomento (Ambra) che se non mi stanno bene tali regole posso prendere la porta e andarmene (cosa che ho fatto per un periodo) ma converrai che tale argomento, poggiando sul principio di autorita’ non rappresenta nulla per una persona minimamente intelligente: vincere non e’ convincere.
       So che gli ideatori di AV hanno il diritto di darsi le regole che vogliono, rivendico solo il diritto di discuterle e il fatto che si possa piu’ o meno farlo e’ indice del grado di liberta’ e sensibilita’ all’argomento.
       Il problema di "chi educa gli educatori (gli artefici delle "regole")" e’ vecchio quanto Platone ed e’ ancora irrisolto.
       Non che volessi farlo io, aprendo questa discussione, ma volevo almeno porre il problema e mostrare che il problema del grado di liberta’ di espressione in un qualunque contesto e’ un problema difficile, sempre aperto e, credo, ineludibile.
       Non pretendo di esserci riuscito ma almeno ci ho provato. Mi sono reso conto di avere creato un problema piu’ che una discussione e che quasi nessuno la pensa come me. Evidentemente sto perorando una causa sbagliata di cui non frega nulla a nessuno oppure una causa giusta con gli argomenti sbagliati. Puo’ darsi.
       Quel che e’ certo e’ che, non accettando (nel campo delle idee) qualsivoglia principio di autorita’, gli altri argomenti oppostimi non mi hanno convinto.
       Non credo c’entri la luna.

       Grazie per il commento.




  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.76) 6 ottobre 2009 23:41

    Ognuno si esprime come meglio crede, come "gli viene meglio". Per ragioni mie e avendo già i miei guai con la giustizia per via del fallimento, ho evitato nel mio blog, di definire il curatore e il giudice come a mio parere avrebbero meritato. Ricordo proprio la barzelletta, e che ogni tanto ricordo volentieri e che ti ripropongo, per via della stima che ho per te e per chi scrive su AV e che voglio dedicare a tutti,anche a me stesso. L’imputato si rivolge al giudice che lo ha appena condannato a sei mesi di reclusione e gli dice : "Se io adesso le dicessi che lei è un figlio di puttana, lei che cosa farebbe?" E il giudice,senza scomporsi troppo, gli risponde: "La condannerei ad altri sei mesi di reclusione". Sentendo queste parole, l’imputato gli risponde:"Allora io penso che lei sia un figlio di puttana". Lo so bisogna saper raccontare le barzellette e gli aneddoti, magari anche modificarli e adattarli ai tempi e alle situazioni. Tuttavia se si riesce ad argomentare senza cadere in alcuni eccessi (secondo me,è chiaro) di Grillo o Travaglio, dico che a me piacerebbero di più (pur non condivdendo in toto le loro battaglie): intendo dire che ai vaffanculo o a psiconano o morfeo, preferirei sentire argomenti,dati precisi e concreti e verificabili, che abbiamo un riscontro maggiore da parte di tutti, anche di chi è digiuno di web. Quanto al discorso specifico sulla censura vera e propria debbo dire che per me la applico e siccome sono pauroso ,per via sopratutto della questione che mi riconduce al fallimento e alle situazioni altrui e anche mie che ho riportato nel blog, talvolta alcune cose le ho postate e poi le ho cancellate: in verità è successo quando sono stato frainteso, non capito. Con rabbia prima ho cercato di rispondere e poi ho cancellato due post ma ho lasciato il mio che spiegava perchè avessi cancellato gli altri due. Ecco il pericolo,secondo me, ma che vale la pena correre (se lo puoi fare e sei scafato) è proprio quello di non essere capiti e che non vuol dire essere accettati:anzi il tono discorsivo e confindenziale che talvolta leggo anche nei tuoi articoli, è piacevole, ti fai capire, il che è già tanto oggi dove ci sono articoli o commenti (come questo mio ad esempio) che risultano illeggibili. Ciò non vuol dire che chi legge un tuo articolo debba per forza essere d’accordo o ,al contrario, assalirti e cercare la rissa: tuttavia ritengo che c’è chi per sollecitare un briciolo di discussione, accendere un po’ di interesse, a volte deve per forza uscire dal politicamente corretto e chiamare le cose per nome. Ancora io non ho fatto questo passo o meglio non l’ho mantenuto,perchè alcuni articoli o post che ho nel mio blog, sono stati abbastanza esplicativi e hanno richiamato l’attenzione proprio come nelle mie intenzioni. Con stima
    Seb

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 7 ottobre 2009 00:30
      maurizio carena

       caro Lupodeicieli,
       Purtroppo gli eccessi sono il prezzo da pagare alla liberta’ di espressione che per me dovrebbe essere massima e totale, con l’unico limite della propria coscienza.
       Sono molto meglio gli eccessi dei nostri giornalisti servi, reticenti, vigliacchi. Volgari prezzolati dal regime per fare lavaggio del cervello alle masse catodiche.
       Se chi insulta con la stampa merita 6 anni di galera, chi con la stessa stampa copre guerre di aggressione, orge presidenziali, corruzione di stato, malaffare, che pena merita?
       Se chi grida disperato merita 6 anni di galera, chi omette, chi censura, chi nasconde le notizie scomode e vere, quanti ergastoli merita?

       Concordo anche sul "politicamente corretto". Se vuoi stimolare dialogo e riflessione (e anche conflitto, perche’ no?) devi abbandonare il "politically correct", perche’ se il regime dichiara qualcosa "politicamente corretta" si tratta di qualcosa di "certamente falso" e/o organico al sistema.
       Per questo a volte bisogna usare qualche parolaccia.
      Sono quelle che il regime non usa nei mainstream. per questo dobbiamo usarle noi.Perche’ dobbiamo sforzarci di parlare e di pensare con le nostre parole, le nostre categorie, le nostre parolacce. e vaffanculo minzolini. noi non saremo mai come lui. MAI.

      saluti

  • Di Valentina (---.---.---.230) 7 ottobre 2009 21:38

     Ben trovati a tutti, mi chiamo Valentina e lavoro c/o 1 impresa di pulizie. Pulisco anche i WC, e vorrei sapere: "chi ha stabilito che pulire wc sia disdicevole?".
    Vi informo che, al contrario, pulirli é di fondamentale importanza per la propria e la pubblica salute. Per molti di Voi, invece, dire a qualcuno che può andare a pulire i wc configura 1 offesa, perché ritenete che sia un lavoro inappropriato e umiliante. Io credo di fare un lavoro onesto, onestamente, e Vi faccio notare che i Vs. luoghi comuni mi offendono.
    Non voglio pensare che lo facciate per sminuire la mia onorata professione o perché crediate di essere superiori alla sottovalutata categoria.
    A volte si pensa seguendo schemi mentali assimilati acriticamente; ed è innegabile che esista il "tabù della cacca", si fa....ma non si dice, per buona educazione.

    Per buona educazione distinguiamo cosa è volgare e cosa non lo è.
    La parolaccia per esempio è volgare, tutti lo sappiamo. Anche questa, come la cacca, si fa... meglio si dice, ma di nascosto. Come la cacca assolve alla funzione fisica di espellere 1 rifiuto tossico, qualcosa di negativo che ci fa male all’anima...o anche semplicemente al fisico. Alzi la mano chi pestandosi accidentalmente 1 dito dica col sorriso: "acciderbolina!!!" o chi come il citato Socrate abbassi la voce e rifiuti di evacuare la tossina.
    La parolaccia, come ci ricorda magistralmente Sabina Guzzanti in Vilipendio Tour, e un grande mezzo di espressione, che ha trovato ampio spazio nella letteratura di tutti i tempi.
    Può piacere oppure no, dipende dai gusti.

    Ma a chi spetta il privileggio di stabilire cos’é volgare e cosa non lo é?
    Cos’é offensivo e cosa non lo é?

    Per me é volgare ignorare la sostanza e concentrarsi pretestuosamente sulla forma.

    Per me é offensivo che il direttore del tg1 neghi l’evidenza quando invece "sarebbe" pure pagato per informarci.

    Per me è offensivo subire il lavaggio del cervello e dire grazie.

    Per me non é dignitoso continuare a ricevere martellate sui ... e dire rispettosamente: "Acciderbolina"
    o abbassare la voce credendo di assomigliare a Socrate.

    Questa finta educazione é volgare.

    In Afghanistan le donne "bene educate" vanno in giro col Burqa....





     

    • Di m.c. (---.---.---.230) 8 ottobre 2009 16:37

       cara Valentina,
       Hai detto bene: "a chi spetta il privilegio di decidere cos’e’ volgare?"
       Ai capi di Av che, avendola "fondata" ritengono di esserne i padroni e poter decidere il bene e il male. A loro giudizio insindacabile, prova ne e’ che non hanno cercato di argomentare con le mie tesi, non le hanno confutate, hanno solo, autoreferenzialmente, affermato il dogma "il volgare sara’ censurato" col sottinteso che "cosa" sia tale lo stabiliscono loro. Menomando gli articoli.
       Purtroppo le menomazioni sono invisibili, quindi i lettori non se ne accorgono e nessuno protesta e, quando lo fa qualcuno gli fanno pesare che e’ l’unico. Hai capito il sistema?

       Parolacce e turpiloquio fanno parte della storia della letteratura. Solo la mancanza di cultura e un’egocentrica e dogmatica autoreferenzialita’ permettono di dimenticare che da Catullo sino al "Vilipendio tour" di Sabina Guzzanti le parolacce sono sempre state usate. e per fortuna perche’ il potere le teme e il popolo capisce. I borghesi benpensanti no. Ma cosi’ e’ sempre stato.

       I borghesucci benpensanti non dicono le parolacce. No, loro votano per Hitler. Con educazione, pero’.

       Forse AV vuole essere simile ai mainstream, copiandone il linguaggio. Non ha capito che e’ il medium che e’ il messaggio, non il linguaggio da borghesucci perbenisti. Tanto educato quanto ipocrita.

       saluti.

    • Di Fan (---.---.---.100) 24 ottobre 2009 11:37

      Domande a M.C.
      Perchè continui a scrivere su AV?
      Perchè non esiste il tuo profilo su AV come esiste per gli atri reporter?
      Perchè scrivi e non editi i tuoi articoli correggendo gli orrori grammaticali, questo significa scarsa considerazione di chi ti legge..Va bene quando il Dr. Piccinini corregge ma non puoi avere sempre papà alle spalle.
      Carena occorre crescere e proporre, non sempre distruggere.

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