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Signore e signori: Giorgia Wurth

Fresca, vivace, bellissima, con una gran testa. "Tutta da rifare", il suo primo romanzo. Ma vi assicuro che di Giorgia Wurth, non c'è alcunchè da cambiare. Una chiacchierata con la poliedrica scrittrice ed interprete (vincitrice del Nastro d'argento 2009, per la commedia "Ex", di Fausto Brizzi) e coprotagonista di "5" da venerdì 24 giugno al cinema. 

Conduttrice, annunciatrice, scrittrice, attrice (cinema e teatro, ma anche tv).
Non me ne vogliano i “maschi”, ma sono particolarmente felice, quando ho la fortuna di intervistare “femmine”, come te.

Determinazione, preparazione, studio e ricerca continua; un esempio per tutte quelle ragazze che coccolano sin da ragazzine il sogno di diventare un’artista. Il tutto, con una laurea importante alle spalle. Ma chi è Giorgia Wurth (nella foto) e cosa consiglierebbe a queste giovani donne per realizzare al meglio le proprie aspirazioni?

Beh, intanto grazie Eliana, dopo ti do quei 10 euro che ti avevo promesso ...

Dunque, Giorgia Wurth è una che in realtà nella vita perde un sacco di tempo a pensare, e pensare troppo fa male, quindi è anche la persona meno adatta a dare consigli agli altri!

Quello che ho imparato è che alla fine le cose non sono mai come le avevamo immaginate, o programmate; quindi tanto vale buttarsi e provarci. Al resto ci pensa la vita!

Ho giocato, all’inizio di questa conversazione, con il titolo di due commedie per le quali sei stata protagonista, dirette da Fausto Brizzi (“Maschi contro femmine”, 2010 e “Femmine contro maschi”, 2011). Secondo te, femmine e maschi, sono ancora “contro”?

Sì, sempre e comunque! Ma purtroppo sempre più spesso ci troviamo davanti a “Femmine contro femmine”, e, da donna, è la cosa peggiore che possa succedere. Noi donne dobbiamo imparare dai maschi a fare squadra se vogliamo combinare qualcosa in questo mondo…

Il Teatro ti attrae quanto il Cinema. Dalla sofoclea ”Antigone” (2004), passando per “Un marziano a Roma”, del grande Flaiano (2006), fino a “La festa”, di Michela Andreozzi, diretta da Georgia Lepore.

Per quest'ultimo lavoro, hai ottenuto molti consensi ed ottime critiche. In una festa, un gruppo di trentacinquenni scopre l’amara realtà della propria solitudine e vacuità…

Giorgia WurthIn cosa abbiamo sbagliato, noi trentenni, Giorgia?

Aiuto, questa è una domandona!!! Forse abbiamo sbagliato a smettere di crederci, al sogno intendo. Il sogno non è importante che si realizzi, anzi, azzardo, se non si realizza è ancora meglio perché rimane l’obiettivo da conquistare, rimane qualcosa per cui lottare, per cui fare il viaggio. Però bisogna crederci, bisogna rimboccarsi le maniche e farsi un culo così (perdonami il francesismo!). Ora vorremmo tutto e subito, è diventata un po’ la nostra forma mentis, quindi qualunque cosa perde di importanza e di valore. Comunque sto facendo una generalizzazione perché la situazione dei trentenni oggi è davvero ostica. Alcuni non possono proprio permettersi di sognare, prima devono trovare un lavoro.

Come dicevo, ti dividi tra teatro e cinema. E lo fai egregiamente. Emozioni diverse, le “tavole” ed il “set”…

Io amo il teatro. Mi piace proprio farlo. E’ un’esperienza che non ha paragoni, è il mestiere del fare. E quindi dello sbagliare. E del creare qualcosa di nuovo ogni sera. Il set cinematografico invece mi annoia, è un insieme di pause e di attese. Al cinema per quanto mi riguarda la parte interessante è quella che si fa prima di andare sul set, quella del lavoro sul personaggio, delle prove con gli altri attori.

“Mi piace pensare che sia andata così, che mia figlia sia il riscatto di Sole, la sua seconda possibilità di essere felice, di accettarsi, di riconoscersi”. “Tutta da rifare” è un romanzo specchio dei nostri tempi. Edito nel 2010, per Fazi editore, narra la storia di Sole, adolescente troppo fragile ed insicura per trovarsi bella, al di là della sua freschezza leggera di ragazza.

Un mito, per lei, Sabrina Salerno. Un’ossessione diventerà la chirurgia plastica, fino a morirne.

Quanto può condizionare, la ricerca della perfezione fisica e dell’attenzione all'immagine (imposta dalla nostra attuale società attraverso i canali più diversi), sul comune svolgersi della nostra vita?

Molto, troppo. E non mi riferisco soltanto al “famigerato” mondo dello spettacolo, anzi. Guardiamo solo, per esempio, ai messaggi che ci manda la politica: il nostro presidente del consiglio sceglie le candidate in base a mere e squallide selezioni estetiche (e qui mi fermo che è meglio), discriminando e insultando donne capaci ma meno prestanti. Ti pare sensato? Trovo tutto ciò assai pericoloso, soprattutto nei confronti dei più giovani che non hanno ancora avuto modo di sviluppare un senso critico autonomo. Dobbiamo ribellarci.

Varazze, Milano, Roma. In un aggettivo, la tua emozione, per ciascuna città.

Varazze: mare d’inverno

Milano: aperitivo per cena

Roma: bella da farti male

Sei stata a Napoli, per girare “Un posto al sole”.

Oggi, come sai, viviamo momenti difficili, per la questione della gestione dei rifiuti. Roghi appiccati da gruppi di scellerati, che così facendo trasformano i rifiuti comuni in “speciali”, pertanto diversamente smaltibili, sono all’ordine del giorno e sfilano nei servizi di ogni Tg. Gli appelli arrivano costanti, per impedire questi vandalismi. Cosa ti sentiresti di dire, tu che ci hai vissuto per lavoro a Napoli e che dal tuo sito (http://www.giorgiawurth.com ), la definisci “una città troppo bella”?

La situazione rifiuti è davvero complessa e ha dell’incredibile. E’ una questione che va risolta subito, e definitivamente. Il governo deve intervenire seriamente e prendersi le sue responsabilità.

Il mio appello lo rivolgerei alla camorra, chiedendole di togliersi dalle palle una volta per tutte. Ma non credo che servirebbe a molto…

"5" 5 (cinque).

5 ragazzini, che diventati uomini, non dimenticano il patto di sangue e d’amicizia siglato al riformatorio. 5 vite allo sbando; travolti dal denaro facile, la droga, la delinquenza. Ascesa e declino di una banda di giovani violenti di borgata, “5” è al cinema, da venerdì 24 giugno, diretto da Francesco Maria Dominedò. Intorno a Gianni, Manolo, Emiliano, Fabrizio e Luigi, le donne: dominatrici, non dominate. Storia “forte”, ma accompagnata da una “morale”. Mi racconti, del tuo personaggio?

Il mio personaggio si chiama Lissy, ed è una poveraccia. Nata e cresciuta nella periferia romana, sognava di fare la ballerina invece finisce a ballare la lap dance in un posto squallido tra vecchi arrapati. Lì incontra Manolo (Matteo Branciamore) di cui si innamora follemente e con cui spera di costruire una famiglia e una vita normale. Invece si troverà coinvolta di un mondo ancora più squallido, tra droga e malavita…

Stai girando un film in 3D, ho letto…

Ancora non ho iniziato!

I prossimi impegni?

Sto scrivendo il prossimo romanzo. Vorrei finire la prima stesura entro l’estate … Vedremo!

Grazie, per la splendida chiacchierata. Ancora complimenti e... ci vediamo al cinema, con “5”!

Ma grazie a te Eliana e un mega abbraccione virtuale a tutti!

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