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Manovra finanziaria: per la Scuola ancora tagli

Anche se la Scuola non ha più lacrime per piangere viene colpita lo stesso dalle lame della manovra economica. Ancora una volta si tolgono punti alla qualità del servizio.

Sembra che accanirsi sui più deboli sia la prerogativa degli interventi di chi gestisce la finanza pubblica negli ultimi anni. Nel testo della manovra economica presentato al Quirinale per recuperare 44/47 miliardi di euro, la Scuola è chiamata a contribuire, ancora una volta, in modo pesante. Ed ancora una volta si individuano i punti più sensibili, quelli più esposti, quelli per i quali le donne e gli uomini della Scuola hanno investito maggiormente in termini di energie, aspettative, impegno. Il Ministro di viale Trastevere aveva assicurato, non più tardi di tre giorni fa, che per la scuola non erano stati previsti tagli. Invece si va a colpire sulle risorse del personale da destinare all'handicap.

Le espressioni usate nel testo probabilmente sono apparse all'on. Maria Stella Gelmini come incapaci di produrre effetti negativi. Ma affermare che "L'organico dei posti di sostegno è determinato secondo quanto previsto dai commi 413 e 414 della Legge 24 dicembre 2007, n° 244" (Finanziaria 2008) significa una cosa sola: meno personale. I due commi in questione non fanno altro che scollegare la determinazione del numero degli insegnanti di sostegno dalle reali necessità delle scuole. Infatti si stabilisce che gli insegnanti specializzati non siano più del 25% del numero delle classi (uno su quattro) e non più del 70% dei posti di sostegno comunque attivati nell'anno scolastico 2006/2007. Come dire, in buona sostanza, che il numero degli alunni certificati presenti nelle scuole, le situazioni di gravità, i progetti costruiti per raggiungere gli obiettivi stabiliti devono lasciare il passo ai numeri, aprioristicamente programmati, della finanza. E pensare che su questo tema, partendo proprio dai due commi descritti dell'art. 2 della Legge 244/2007, si era espressa anche la Corte Costituzionale con la Sentenza n°80 del 2010, dichiarando l'incostituzionalità di una programmazione dei posti di sostegno operata in modo avulso dalla realtà.

Anche un'altra affermazione, del tutto innocente, può, apparentemente, giustificare la buona fede del Ministro: "A decorrere dall'anno scolastico 2011-2012, le classi iniziali delle scuole di ogni ordine e grado, ivi compre le sezioni della Scuola dell'Infanzia, che accolgono alunni con disabilità, ove il rapporto docenti di sostegno - alunni disabili sia pari a 1, sono costituite con il numero di alunni minimo e massimo previsto per i diversi gradi di scuola, rispettivamente, dagli articoli 9, 10, 11 e 16 del DPR 20/03/2009 n° 81". Peccato che il DPR 81/2009 preveda la costituzione delle classi con 26 alunni nella Scuola dell'Infanzia, 27 nella Primaria, 28 nella Secondaria di Primo Grado e 30 in quella di Secondo Grado.

I provedimenti contenuti in un testo teso a recuperare alle casse dello Stato 44/47 miliardi non possono essere pensati come elementi che mettono a disposizione risorse bensì a toglierle. Allora, o il testo elaborato avrà forma e contenuti diversi da quello diffuso dalla stampa nei giorni scorsi, o il Ministro mente consapevole di mentire, o l'onorevole Tremonti scrive disposizioni che riguardano l'Istruzione senza avvertire chi è alla guida di quel Ministero. Tra le tre alternative l'unica sulla quale sarebbe opportuno puntare appare come la meno probabile.

Per recuperare soldi gli interventi prevederanno anche una nuova fase di razionalizzazione "comprensivizzando" le poche Direzioni Didattiche e le Scuole Secondarie di Primo Grado ancora non verticalizzate e collocando le Dirigenze Scolastiche solo sugli Istituti con oltre 1000 alunni. Così facendo si amplierà la pratica della reggenza (un solo Dirigente su due Istituti), si diminuiranno, se a questo punto verrà bandito, i posti del futuro concorso a Dirigente Scolastico e, principalmente, si allontanerà ancora di più la dirigenza dal contatto con il suo territorio di riferimento e dalla sua utenza.

Potranno apparire anche interventi di poco conto ma è bene ricordare ai nostri Ministri che squalificando la Scuola si squalifica un intero Paese. Ed il nostro è a buon punto.

Commenti all'articolo

  • Di Iacopo Maccioni (---.---.---.29) 8 luglio 2011 13:02
    Iacopo Maccioni

    Nell’art. 19 del Decreto Legge 6 luglio 2011 n° 98 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria) è stata tolta l’espressione riportata nell’articolo al terzo capoverso. In compenso è stato precisato che l’eliminazione delle Direzioni Didattiche e delle Scuole Secondarie di Primo Grado, ancora esistenti, dovrà avvenire a partire dall’anno scolastco 2011 - 2012. Con gli organici gìà decretati ed i trasferimenti del personale già effettuati c’è prprio da augurarsi che abbiano sbagliato a scrivere!
    Iacopo Maccioni

  • Di Porcu Silvana (---.---.---.213) 11 luglio 2011 10:05

    Gentile Preside Maccioni, i soldi non sono tutto neanche a scuola. Certo pare che ora saranno veramente pochi ma fino ad ora la scuola in generale, e la Scuola media in particolare, non ha prodotto risultati apprezzabili.
    Scrivo dalla Sardegna che vanta un tasso vergognoso didispersione scolastica nonostante i soldi messi a disposizione, negli anni, dalla Regione e dai vari comuni.
    Ricordo solo un periodo diciamo decente: la dotazione finanziaria messa a disposizione dal Comune era stata utilizzata per attivare un progetto tipo "maestri di strada". E’ l’unico progetto che ha dato risultati ma non è più stato proposto.
    Per quanto riguarda la verticalizzazione, da noi si rende necessaria poichè la popolazaione scolastica, nei paesi sopratutto, è scarsa. In città, invece, le scuole sono piuttosto affollate poichè molti genitori, ritenendo le scuole di paese poco affidabili, portano gli studenti in città.
    Purtroppo hanno ragione: troppe scuole del circondario e dell’agro lavorano piuttosto male anche se, sulla carta, tutto va bene.
    E qui entra in ballo una dirigenza che non dirige niente. Gli studenti raccontano episodi al limite del penale ed un andazzo didattico molto garibaldino. Gli alunni che frequentano il tempo pieno, poi, sono sempre i peggiori alla faccia di mille proclami.
    C’è qualcosa che non va nella scuola italiana se i figli del baby boom si sono lureati nonostante
    provenissero da famiglie di analfabeti. Alle medie arrivano studenti, peraltro con buone valutazioni, che non sanno scrivere (non discriminano la "o" e la "a"), carenti in matematica ed ignari spesso anche dell’uso del vocabolario.
    Invece di prendersela con il ministro, peraltro pessimo, bisognerebbe fare una seria autocritica del sistema di valutazione. Bisogna smetterla con la fesseria che "tutte le materie sono uguali".
    Un quattro in matematica ed un 10 in educazione fisica, sette di media, non è uguale ad un 10 in matematica ed un quattro in educazione fisica.
    Le scuole sono infestate di targhe e coppe guadagnate nelle varie competizioni sportive, molto spesso a discapito del profitto generale.
    Lo scorso anno ho preparato 6 studenti per l’esame KET d’Inglese, in orario curriculare. Nessuno se ne è accorto e nessuno ha pensato di fotografarli, una volta che hanno passato l’esame.
    Con la prova INVALSI, a causa di questo pessimo sistema di valutazione si è passati dal 6 politico al 7 politico.
    Ho letto che in qualche scuola si è cercato di ovviare a questo problema dando una valutazione prioritaria ad Italiano, Matematica e Lingue.
    Io credo che i probelmi didattici debbano essere affrontati seriamente dai Presidi che devono andare in classe,senza fare odiosi blitz, per rendersi conto personalmente di ciò che i genitori e gli studenti denunciano tutti i giorni.
    La libertà d’insegnamento non deve essere concepita come "faccio quello che mi pare" ma come un percorso per arrivare ad un certo risultato tangibile. Cordiali saluti.

  • Di Iacopo Maccioni (---.---.---.79) 11 luglio 2011 16:22
    Iacopo Maccioni

    Silvana,
    lavoro in un Istituto Comprensivo e ritengo che questo rappresenti una modalità organizzativa importante per la Scuola di Base. Non è neppure ipotizzabile un ritorno alla lettura separata Infanzia-Primaria-Secondaria di primo Grado. La preoccupazione mia nasce dal fatto che ipotizzare l’eliminazione delle Direzioni Didattiche e delle Scuole Secondarie di Primo Grado ancora non verticalizzate alla metà di luglio, ad un mese e mezzo dall’inizio del nuovo anno scolastico pone notevoli perplessità. Siamo nella fase in cui le operazioni per gli Organici di Diritto si sono concluse e così quelle relative ai trasferimenti. Una tale operazione, adesso, porrebbe qualche migliaio di persone trasferite da una parte come perdenti posto nella fase di adeguamento della situazine di fatto a quella di diritto. Le norme pongono dei vincoli, dei diritti e dei doveri. Per tutti. Inoltre l’inizio del nuovo anno scolastico avrebbe qualche problema a decollare regolarmente, ammesso che procedere alla verticalizzazione adesso, potesse essere fattibile.
    Relativamente ai risultati. La Scuola è un sistema complesso fatto da uomini e donne, persone, prima di essere organizzazione. Se dei risultati mancano all’appello, oltre a considerare possibili variabili legate ai vari contesti, è necessario ricercare gli ostacoli e cercare di contenerli o rimuoverli. Per tutte le altre questioni, in particolare sulla valutazione, sarebbe interessante un confronto con uno spazio un po’ più ampio. Spero possano esserci le condizioni.
    A presto leggerLa. Con vero piacere.
    Iacopo Maccioni

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