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Porcu Silvana

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  • Primo articolo sabato 07 Luglio 2011
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  • Di Porcu Silvana (---.---.---.56) 12 agosto 2011 19:38

    Le rivolte fanno parte della cultura inglese. Sono iniziate insieme al luddismo, la distruzione delle macchine che sottraevano lavoro agli operai, quando il "mob" assaltava le case isolate dei borghesi benestanti.
    Dalla Tacher in poi ce ne sono state una decina molto simili a quest’ultima e sempre in periodi di diperazione sociale.
    Da noi lo welfare è sempre stato modesto per cui anche quando ce lo tolgono è ben poco rispetto al sussidio inglese e degli altri paesi europei.
    Detto questo i rioters sono dei veri delinquenti associati a bande che stanno creando grossi problemi da anni. Sono i figli di madri sole, giovani e spesso povere incapaci di contrastare sopratutto maschi prepotenti che le minacciano. La presenza femminile, a quanto pare, è minima fra i rioters. Per quel che ne so in Inghilterra la scuola pubblica e la scuola privata sono due mondi a parte. In Italia la scuola pubblica, pur con tutti i problemi che la affliggono, garantisce un certo benefico miscuglio. Da qualche tempo, comunque, anche nelle classi italiane si respira un certo disagio di "classe". Agli insegnanti viene raccomandato di non chiedere "Come hai passato le vacanze?" in classi nelle quali almeno un terzo non va mai in vacanza per problemi economici.
    Anche le gite scolastiche sono diventate un problema, da qualche tempo.
    Per quanto riguarda il profitto, una buona metà viene promossa con il 6/7 politico e viene bocciata alle superiori fino a che non si ritira andando ad ingrossare le fila dei nullafacenti, anche perchè non sanno fare niente.
    In Italia vedo piuttosto crescere la rabbia di chi paga le tasse da sempre e che ad ogni crisi non sfugge alla mannaia del governo in carica. Quel che mi dispiace pensando all’Inghilterra è che i rioters hanno sfasciato i negozi di chi paga le tasse e di conseguenza il loro sussidio.

  • Di Porcu Silvana (---.---.---.146) 11 agosto 2011 18:36

    Gentile collega, il mio lavoro non è affatto insoddisfacente poichè io ho proprio studiato per fare l’insegnante e, a mie spese, mi aggiorno di continuo. Lo farei anche gratis.
    Ho solo riportato quello che è noto a chi legge i giornali regolarmente e che nella mia isola si tocca con mano tutti i giorni.
    Insegno alle Medie da 14 anni ed ho sempre avuto due sezioni agli antipodi: una cittadina abbastanza buona ed una "di campagna" sempre piuttosto problematica dal punto di vista didattico: in pratica non sanno leggere, scrivere e far di conto in prima e così pure in terza quando vengono promossi per essere rimossi o, molto semplicemente, per problemi di organico.
    Quello che mi fa disperare è constatare che le cose non cambiano poichè gli insegnanti sono inamovibili e, con la stolta protezione dei sindacati, al massimo vengono spostati a fare danno da un’altra parte.
    I corsi di recupero, quando si riesce a farli, non vengono frequentati poichè piove sempre sul bagnato: i genitori dei ragazzi che ne avrebbero bisogno sono sempre quelli che badano ad impegnare i figli tutta la sera in un campo di calcio, in un corso di danza.....ecc.
     Qualche anno fa li ho organizzati a settembre: solo la metà di quelli convocati si sono presentati.
    Qualcuno si addormentava durante la lezione poichè andava a letto all’una di notte. "E i tuoi genitori?" "Loro vanno a letto alle 11 perchè lavorano." In parole povere un bambino di 12 anni restava per strada insieme a persone dedite ai mestieri della notte.
    I bambini che dormivano in classe, fino a poco tempo fa, erano i figli dei pastori che si alzavano alle 4 e 30 per mungere le pecore, poveri figli.
    La situazione è così grave che se ne è occupato anche il Tribunale dei minori che ha chiesto che gli vengano prontamente segnalati gli studenti che fanno troppe assenze.
    Da qualche anno, infatti, i bocciati sono quelli che non hanno il numero minimo di giorni di frequenza.
    Sui Tecnici stendiamo un velo pietoso: ragazzi ignoranti e demotivati, insegnanti che si occupano dei loro studi professionali e vanno a scuola solo per fare punti per la pensione.
    Da noi i Licei sono infestati da studenti che li frequentano per questioni di status: parecchi vi arrivano con un misero 6 e, infatti, il numero di bocciati nelle classi prime e terze è molto alto: vanno avanti a forza di rattoppi e spesso ci lasciano le penne all’università.
    Stante questa situazione, le classi alle elementati ed alle medie le "fanno i genitori" nel senso che pestano i piedi per avere le sezioni meno peggio. Come dargli torto? Io dico che è pura legittima difesa.

  • Di Porcu Silvana (---.---.---.146) 11 agosto 2011 17:50

    La famiglia, in Italia, è sicuramente un punto di riferimento, nel bene e nel male. Sopratutto nel male. Purtroppo il "familismo amorale" va molto al di là di un normale interessamento per la sorte dei figli.
    La scuola ha perso molto della sua influenza positiva poichè da troppo tempo si dedica ad intrattenere gli studenti non certo ad istruirli.
    Ci si lamenta dei tagli ma, a ben vedere, i soldi che prima arrivavano non venivano certo usati per recuperare le abilità di base, leggere, scrivere e far di conto, ma per qualche concerto di Natale in più o qualche progetto per dare fumo negli occhi ai genitori e qualche soldo agli insegnanti.
    Se l’istruzione venisse percepita come la salute, un valore in sè, forse le cose cambierebbero.
    Con quale coraggio continuo a chiedere "Hai fatto i compiti ?" a ragazzi che già alle 17 sono fuori casa impegnati in campi di calcio, maneggi, piscine e quant’altro?
    Sono gli stessi ragazzi che ai miei tempi, 45 anni fa, passavano il tempo in strada perchè figli di genitori che non davano importanza alla scuola.
    Le cose non sono poi molto cambiate. Oggi si promuove a prescindere e molto spesso al solo scopo di salvare gli organici. D’altra parte da dove vengono i neet (nè istruzione, nè lavoro nè aprrendistato) che sono oramai 2 milioni in Italia?
    Da una famiglia che li ha mandati a scuola per forza d’inerzia e non gli ha mai chiesto nessun impegno fosse pure quello di rifarsi il letto.
    Non li vogliono, ammesso che si presentino, neanche come commessi perchè non sanno e non vogliono fare niente.
    Una generazione che si definisce di "disoccupati" ma che non posssono essere occupati poichè non sanno fare niente. Che tristezza! 

  • Di Porcu Silvana (---.---.---.243) 5 agosto 2011 17:28

    Il problema della scuola italiana è che, come troppe istituzioni, è a macchia di leopardo sia a livello nazionale che a livello di plesso scolastico.
    E’ ben noto che uno studente, con le stesse valutazioni, viene promosso in una sezione e bocciato in un’altra. Le programmazioni ed i POF sono solo fumo negli occhi a cui non crede più nessuno.
    In mancanza di uno standard di valutazione consiviso Tizio con 10 in matematica e 6 in educazione fisica e Sempronio con 6 in matematica e 10 in educazione fisica avranno entrambi la media dell’otto. 
    Questo succede ormai da troppi anni a causa della fesseria, ripetuta in tutti i Consigli di classe, che "le materie sono tutte uguali". E’ risaputo perciò che Tizio andrà avanti negli studi e Sempronio si perderà o disperderà, molto probabilmente anche in considerazione del fatto che il 6 continua ad essere molto spesso solo politico.
    Detto questo la bocciatura non serve a niente: è inutile e dannosa sia per l’alunno che per il sistema scolastico. Chi va male a scuola ha molto spesso una famiglia che non dà importanza alla scuola per cui è inutile chiamarla in causa.
    Molto spesso basterebbe un semplice doposcuola magari con l’aiuto di studenti bravi a fare da tutor, sempre sotto la guida e supervisione di un docente. Se uno studente arriva dalle elementari
    e non sa ancora leggere e scrivere bisogna insegnarglielo con un recupero in itinere per tutto l’anno. La bocciatura costa allo Stato 7000 euro: ne basta la metà per recuperare seriamente uno studente.
    Per quanto rigurda le famiglie, poi, se non s’impegnano a far frequentare i corsi ai propri figli ne dovrebbero rispondere al giuduce minorile. Nella mia cittadina il Tribunale per i minori è intervenuto per sollecitare le scuole a monitorare più attentamente le assenze degli studenti.
    Da qualche anno, infatti, la maggior parte delle bocciature è dovuta al gran numero di assenze.

  • Di Porcu Silvana (---.---.---.243) 5 agosto 2011 17:04

    Da una chiesa brasiliana che scomunica i medici che fanno abortire, per salvarle la vita, una bambina incinta di due gemelli a causa di una violenza sessuale cosa ci si può aspettare?
    E’ sempre triste constatare una chiesa mondiale forte con i deboli e debole con i forti. 
     I tanti preti e suore che testimoniano con la loro vita e le loro opere il messaggio cristiano dovrebbero unirsi e fare uno scisma per non essere confusi con le gerarchie che di cristiano non hanno un bel niente.
    Se avessero voluto acquistare un minimo di credibilità avrebbero scomunicato un bel pò di parlamentari che hanno la faccia tosta di definirsi cristiani.

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