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In una mostra tutta la creatività dal ’68 in poi

Ma chi ha detto che il ’68 è stato soltanto un movimento distruttivo? Un movimento che ha prodotto soltanto negatività? Ecco, chi visita la mostra dedicata al Nouveau Réalisme al PAC di Milano fino a febbraio 2009, ha un buon motivo per ricredersi.

E’ infatti questa mostra, in omaggio al critico francese Pierre Restany, una dimostrazione di come il ’68, nato da un impulso di contestazione alla ripetitività di un soffocante conformismo, abbia stimolato una folgorante creatività che si protrae fino ai nostri giorni.

Non è un caso dunque che la mostra parta dal 1970, anno in cui, proprio a Milano un gruppo di artisti francesi e non, riuniti sotto la sigla Nouveau Réalisme, hanno festeggiato con il loro promotore Pierre Restany, i dieci anni del Movimento.

Il 1970 è infatti l’anno in cui la maturità artistica deì Nouveaux Réalistes si esprime nella sua forma più alta e si conferma negli anni successivi fino ai nostri giorni.

Così dal nizzardo Arman con le sue accumulazioni in cassetta di tutti i simboli del modernismo prevaricatore, di rifiuti, di telefoni e telefonini fino alla scultura stravagante fatta di innumerevoli carrelli da supermercato, tutte opere che datano 1990 in poi, si passa attraverso i manifesti strappati del lionese Gérard Deschamps, fino al rumeno Spoerri, tanto per citarne soltanto alcuni.



Di quest’ultimo colpiscono le cosiddette "gabbie" del 1962 e 1961 (Le chien méchant e Le parc du bébé) con le quali l’artista denuncia la costrizione dei bambini dentro norme e regole ingabbianti appunto.
Ma poi con le sculture, La Bersagliera datata 2000, La morte falciante del 2008 e Il Palombaro sempre del 2008, Spoerri raggiunge con l’impiego di materiali esistenti nell’uso comune, un’espressività davvero emozionante.

E poi ci sono le macchine fantasiose dello svizzero Jean Tinguely, sculture (?) in movimento fatte di strani aggeggi, come ruote, lampadine, specchi, strati di plastica, fogli di carta luccicante, davanti alle quali i bambini rimangono incantati come ad un Luna Park.

Tra gli italiani, Mimmo Rotella, forse il più conosciuto tra gli aderenti al Movimento, con le opere che riecheggiano con molta ironia i manifesti pubblicitari del secolo scorso o anche gli incubi del nostro presente.

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