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GeriSteve

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Depistaggio politico

Depistaggio politico

16 Giu. 2016 | GeriSteve  




Ultimi commenti

  • Di GeriSteve (---.---.---.114) 31 dicembre 2017 20:56

    Un grazioso commento su che cosa fa indignare la signora Annibali e cosa invece no:

    https://www.blitzquotidiano.it/opin...

  • Di GeriSteve (---.---.---.114) 30 dicembre 2017 14:23

    Da sciogliere nell’acido.

    Non vorrei offendere, ma per me quest’articolo sarebbe bene scioglierlo nell’acido, perchè solleva tanti polveroni su tanti argomenti trattati troppo superficialmente o trattati per niente: esprimere insoddisfazione e mancanza di contentezza senza analizzare i fatti a cui ci si riferisce, senza valutarli motivatamente, senza indicare alternative, significa esprimersi del tutto inutilmente.

    A leggerlo, ho perso tempo. Se non lo si scriveva, era meglio.

    Siccome c’è sempre qualcuno che o non capisce o fa finta di non capire, devo precisare che io non desidero che venga sciolto nell’acido l’autore e che non vedo perchè mai dovrebbe offendersi una poveretta a cui un delinquente ha gettato dell’acido in faccia: il suo tristissimo caso non c’entra proprio niente con questa mia affermazione e, ovviamente, neanche con quella di Travaglio.

    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.216) 13 dicembre 2017 11:18

    Sul disarmo nuceare

    Con tutto il rispetto per la sopravissuta e per chi si attiva per il disarmo nucleare, io credo che tutto questo sia inutile se non si affronta il nodo politico della difesa del diritto internazionale.

    Negli ultimi anni abbiamo avuto l’invasione dell’Afganistan, quella dell’Iraq, della Libia e la distruzione dello Yemen. Non voglio ignorare gli altri drammi in Siria, Africa e altrove, ma in quei casi sono stati aggrediti stati sovrani e si è dimostrato che l’ONU non ne ha garantito affatto la sovranità, anzi.

    Sappiamo tutti che se quegli stati avessero avuto armi atomiche per reagire contrattaccando sul territorio degli aggressori, nessuno avrebbe osato aggredirli.

    In questa situazione è comprensibilissimo e forse giustificabile che stati che si sentono in pericolo vogliano entrare anch’essi nel club dei "non aggredibili" in quanto dotati di vettori con testate atomiche. Il caso della Corea del Nord mi sembra un chiaro esempio: il suo dittatore lancia missili per far sapere agli Usa che lui è in grado di colpirli a casa loro, mentre il presidente Usa continua ad inviare navi e aerei a due passi da quel paese, ricordando così che loro sono sempre pronti a colpire.

    In questo scenario mi sembrerebbe prioritario battersi per ricostituire la legalità e la sicurezza internazionale, piuttosto che sostenere un disarmo non realizzabile in questo quadro di prepotenze sostanzialmente autorizzate.

    Sia chiaro: l’eliminazione di tutte armi nucleari sarebbe gran bella cosa, ma è un obiettivo perseguibile in un quadro di prepotenza e di sfiducia? E se uno (ad esempio Pakistan o India) dice che lui disarma, si può chiedere agli altri di fidarsi che lo faccia davvero?

    Aggiungo un punto, che so bene essere altamente indigesto ma che io trovo folle fingere di ignorare: il mondo è sovrapopolato e purtroppo in crescita demografica. Le guerre in arrivo di chi non accetta di morire di fame, di sete e di mancanza di risorse sono una quasi certezza. In questo quadro, è realistico proporre disarmi? Non sarebbe invece prioritario fermare la crescita demografica?

    GeriSteve

  • Di GeriSteve (---.---.---.237) 7 dicembre 2017 19:35

    LA TRAGICOMMEDIA ISRAELIANA

     

    Nei fatti, che l’ambasciata Usa stia a Gerusalemme o a Tel Aviv o da un’altra parte non cambia proprio niente. Il guaio è che a questi fatti si dà un significato simbolico, i simboli richiamano ideologie e in nome di ideologie si possono fare guerre e stragi. Hitler ha distrutto le sue armate per il significato simbolico che (non solo lui) dava alla conquista e occupazione di Stalingrado: anche quando  era ridotta ad un cumulo di macerie, ciò che importava era il suo nome.

     

    I fautori dello stato palestinese vogliono la capitale di quello stato a Gerusalemme est.  Gerusalemme capitale di Israele simboleggia il fatto che quello stato non si farà mai.

     

    Nessuno ci crede davvero che sostanzialmente sullo stesso territorio si possano fare due stati con due popoli che si odiano, ma qualcuno ci spera, altri lucrano su quella speranza e gli altri stati trovano conveniente far finta di crederci, perchè così si evita di affrontare il vero e grosso problema della civile convivenza di islamici ed ebrei nello stesso stato.

     

    Riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele simboleggia un’offesa a quell’assurda speranza, l’offesa probabilmente scatenerà un’altra intifada con le solite dichiarazioni folli di voler cancellare lo stato di Israele, le follie fanno sembrare preferibile lo status quo di un unico stato con regime di apartheid fra ebrei ed islamici e così la tragica commedia continua.

     

     

  • Di GeriSteve (---.---.---.237) 7 dicembre 2017 19:34

    LA TRAGICOMMEDIA ISRAELIANA

     

    Nei fatti, che l’ambasciata Usa stia a Gerusalemme o a Tel Aviv o da un’altra parte non cambia proprio niente. Il guaio è che a questi fatti si dà un significato simbolico, i simboli richiamano ideologie e in nome di ideologie si possono fare guerre e stragi. Hitler ha distrutto le sue armate per il significato simbolico che (non solo lui) dava alla conquista e occupazione di Stalingrado: anche quando  era ridotta ad un cumulo di macerie, ciò che importava era il suo nome.

     

    I fautori dello stato palestinese vogliono la capitale di quello stato a Gerusalemme est.  Gerusalemme capitale di Israele simboleggia il fatto che quello stato non si farà mai.

     

    Nessuno ci crede davvero che sostanzialmente sullo stesso territorio si possano fare due stati con due popoli che si odiano, ma qualcuno ci spera, altri lucrano su quella speranza e gli altri stati trovano conveniente far finta di crederci, perchè così si evita di affrontare il vero e grosso problema della civile convivenza di islamici ed ebrei nello stesso stato.

     

    Riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele simboleggia un’offesa a quell’assurda speranza, l’offesa probabilmente scatenerà un’altra intifada con le solite dichiarazioni folli di voler cancellare lo stato di Israele, le follie fanno sembrare preferibile lo status quo di un unico stato con regime di apartheid fra ebrei ed islamici e così la tragica commedia continua.

     

     

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