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 Home page > Tribuna Libera > Abortisce da sola, nel bagno dell’ospedale

Abortisce da sola, nel bagno dell’ospedale

Se c’è qualcosa a cui guardare con orrore di questi ultimi dieci anni non è il bunga bunga di Berlusconi & Co. E non è nemmeno il populismo becero degli squinternati leghisti alla Borghezio o Salvini.

Il vero orrore ce l’ha sbattuto in faccia una giovane donna che ieri ha raccontato, con la faccia impietrita dal dolore e dallo sdegno, la sua odissea.

L'abbiamo vista, sorprendentemente, anche al telegiornale nazionale.

È la storia di una giovane donna che voleva avere un figlio - e che per questo avrebbe potuto essere sugli altari di tanta pelosa pietas di parte cattolica - ma che essendo portatrice di una grave anomalia genetica ha chiesto di procedere con la fecondazione assistita e con la diagnosi genetica preimpianto per evitare di trasmettere la malattia al nascituro.

Ma le è stato risposto picche, perché si sa che in Italia la sciagurata Roccella (ex radicale passata armi e bagagli nelle fila del più medievale oscurantismo papista) ha promosso e fatto approvare una legge ignobile che impedisce appunto sia la fecondazione assistita che - misteri della fede - la diagnosi prenatale. Con il risultato incomprensibile di costringere dei bambini dalle scarsissime possibilità di vita di venire al mondo oppure di ricorrere ad un aborto.

Ma, come se non bastasse, alla donna, incinta ed ormai al quinto mese di gravidanza, fu diagnosticata una grave malformazione del feto e chiese di sottoporsi ad aborto terapeutico; ma anche in questo caso le è stata negata assistenza. Dopo aver lottato con la sua ginecologa, obiettrice, è riuscita a farsi ricoverare, ma al posto del personale infermieristico nella sua stanza d'ospedale entrarono invece personaggi con il Vangelo in mano a minacciare le fiamme dell’inferno. 

Dei medici nemmeno l’ombra perché il personale in servizio era solo obiettore. Anche se la legge prevede che l’interruzione di gravidanza sia sempre garantita in ogni struttura pubblica, la realtà è che mediamente solo il 50% degli ospedali italiani garantisce la presenza di non obiettori. In alcune regioni la percentuale crolla a dati inaccettabili: fino al 7% della Calabria.

Il risultato finale è stato che Valentina, la giovane donna protagonista di questo dramma orribile dell’italietta dei giorni nostri, ha abortito da sola nel bagno dell’ospedale, con il solo aiuto di un marito immaginiamo terrorizzato, mentre i ginecologi dell’ospedale - pagati profumatamente dalla sanità pubblica, che per questo dovrebbe avere in cambio le loro pubbliche prestazioni - erano in altre faccende affacendati.

Non so perché la coppia non ha denunciato l’ospedale - io l’avrei fatto e sarebbe stata una causa parecchio costosa per la sanità pubblica (cioè, vale la pena di ricordarlo, per tutti noi) - ma è sufficiente la ferma dignità con cui ha denunciato i fatti, supportata solo dalla Associazione Coscioni, notoriamente vicina ai Radicali che sono gli unici a fare qualcosa in questa feroce vicenda di aggressione alla salute delle donne.

Adesso contro la legge 40, varata dalla sgangherata compagine di centrodestra, sono stati sollevati dubbi di incostituzionalità. Era l’ora.

Ma non si capisce per quale motivo si continui a tollerare che chi si specializza in ginecologia abbia il diritto di opporsi all’aborto che è, e resta, un atto legittimo in questo paese. Se hanno scrupoli morali, assolutamente legittimi, si occupino di pneumologia, di dermatologia, di qualsiasi altra specializzazione che non turbi le loro coscienze. Non c’è alcuna necessità che si occupino dall’apparato riproduttivo femminile; lo faranno altri.

A meno che non vogliano occuparsene proprio per agire contro l’aborto e il diritto di abortire. Che però è prassi politica, non obiezione di coscienza. Che lo Stato dovrebbe contrastare con tutta la sua fermezza per impedire che si ripetano casi come quello, straziante, della giovane Valentina.

Il che significa che l'obiezione di coscienza non dovrebbe essere permessa; chi ha scrupoli cambi mestiere o specializzazione. E paghi di persona, come pagavano i giovani obiettori renitenti alla leva ai tempi del servizio militare obbligatorio, che si facevano mesi di galera.

I medici obiettori invece fanno pagare i loro scrupoli alle donne in difficoltà. Coscienza a posto e stipendio sicuro. Intanto le donne finiscono ad abortire, abbandonate da tutti, nel bagno di un ospedale. Che orrore.

 

Foto: Teza Harinaivo Ramiandrisoa/Flickr

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.135) 11 marzo 2014 14:30

    GIà. Guarda un po’ se si permette ad un obiettore di coscienza di diventare generale dell’esercito.


  • Di (---.---.---.82) 11 marzo 2014 16:41

    Forse perché chi si specializza in ginecologia dovrebbe far nascere i bambini, non ucciderli.


    Il fatto che qualcuno non li ritiene persone è un’opinione. Se qualcun altro ha un’altra "opinione" e li ritiene persone ha il DIRITTO ad opporsi a quello che ritiene un omicidio.
    • Di paolo (---.---.---.101) 11 marzo 2014 17:15

      Guarda che la ginecologia è un branchia della medicina che si occupa di fisiologia e patologia dell’apparato genitale femminile . Quindi della salute della donna ,soprattutto di quelle nella situazione descritta dall’articolo .
      Ti sbagli con l’ostetricia che si occupa dell’assistenza durante la gravidanza ,il parto ecc... .

      Ergo un ginecologo che si rifiuta di intervenire andrebbe licenziato in tronco perché non adempie al proprio dovere di medico . Oltre alle conseguenze legali nel caso capiti un guaio .

      Soltanto in questo paese confessionale permangono comportamenti legati al fanatismo religioso (siamo l’Iran dell’Occidente ) . L’esempio con "l’obiettore di coscienza " sul servizio militare centra come i cavoli a meranda .Certo che non può diventare generale , ma neppure un semplice militare , semplicemente perché non può intraprendere la carriera militare . Se applichiamo lo stesso principio anche un medico che si pone in una posizione di obiettore non dovrebbe poter fare il medico .Vada a fare altro .

      Mettici pazienza Fabio . Non mi ricordavo che la Roccella avesse iniziato nel Partito Radicale , certo che è una bella giravolta ,complimenti .
      ciao

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 marzo 2014 17:49
      Fabio Della Pergola

      Il feto non è un bambino. La questione non è opinabile in quanto una legge dello Stato del 1975 - confermata da un referendum popolare del 1981 - stabilisce l’illeicità di un infanticidio (cioè la soppressione di un bambino) e, al contrario, la legittimità dell’aborto.

      Il diritto di pensarla diversamente è sancito dalla Costituzione e quindi assolutamente legittimo (ma decisamente discutibile sul piano scientifico); ma se un medico ritiene che abortire equivalga a uccidere un bambino può tranquillamente optare per un’altra professione o un’altra specializzazione. Quello che secondo me non è eticamente accettabile è che faccia pagare le sue opinioni alle donne che si rivolgono a lui in quanto professionista della sanità.

      Tantopiù in un modo così barbaro come quello descritto dalla signora di cui parlo nell’articolo.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 marzo 2014 17:53
      Fabio Della Pergola

      Sì, la Roccella è una di quel tot di sciagurati ex radicali di cui vergognarsi. Resta però il fatto che su questo argomento tutta la sinistra è latitante in maniera altrettanto vergognosa. Quindi - almeno - onore a chi non si arrende alla deriva dei talebani all’amatriciana ! Ciao.

    • Di (---.---.---.59) 11 marzo 2014 18:11
      Hai usato il verbo esatto: quello che "ritiene" un omicidio.

      Vedi, le opinioni nessuno le discute. Ma qui si parla di leggi e le leggi non usano termini a casaccio come ti piace raccontare. Così come la realtà è molto meno opinabile di quanto non sembri a pontificare sul nulla: tipo che non è detto che gli embrioni si trasformino automaticamente in bambini, pare che la gravidanza sia un percorso accidentato che non garantisce l’esito neanche con la massima buona volontà. Indi, al di là dei bei ragionamenti, l’equiparazione embrione-persona fisica si scontra con quei dati di fatto chiamati aborti spontanei, ne avvengono migliaia ogni giorno. 

      Il ginecologo è un medico che si occupa della fisiologia e della patologia dell’apparato genitale femminile. In genere le prime visite ginecologiche avvengono durante l’adolescenza e a leggere le statistiche sembrerebbe che l’età media del primo parto sia ben più alta. Anche perché se una ragazzina partorisse a 12 anni, beh... forse davvero si sfocerebbe nel penale, ma per altri motivi.

      Si tratta di capire che il corpo della donna non è un involucro che deve dare vita ad altro, ma ha anche una sua dignità e diritto alla tutela. E una figura specializzata prevista dal nostro sistema sanitario, che deve garantire tali servizi.

      Se il ginecologo non ha intenzione di fare quanto previsto dal prontuario sanitario dello stato, ciò per il quale i cittadini pagano le tasse, può anche lasciare un posto libero nella struttura ospedaliera pubblica in cui lavora e nel relativo albo professionale, cambiando mestiere.Mica è obbligatorio fare il ginecologo?

      I propri problemi di coscienza sono sacrosanti, ma non possono essere vincolanti per gli altri, proprio perché si tratta di opinioni (coscienza). 
    • Di (---.---.---.59) 11 marzo 2014 18:12

      @Fabio: forse sarebbe più corretto dire che l’embrione non è un feto, giusto per precisare.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 marzo 2014 18:55
      Fabio Della Pergola

      Non capisco bene questa precisazione. Certo uno zigote non è una morula, una morula non è un embrione e un embrione non è un feto. Ma quello che interessa, mi pare, è che nessuna fase di sviluppo prenatale costituisce un "bambino", cioè essere umano vivo. Ragion per cui l’aborto è lecito ed è altra cosa, giuridicamente, dall’infanticidio.

  • Di (---.---.---.82) 11 marzo 2014 16:43

    PS: DIRITTO-DOVERE!

  • Di (---.---.---.82) 11 marzo 2014 19:33

    @paolo: la specializzazione è Ginecologia e Ostetricia.


    @Della Pergola: Quello che non è eticamente accettabile che si faccia pagare le opinioni ai bambin i, perché non possono difendersi.

    PS: giuridicamente si dicono tante cose vere e false, in ogni regime, perciò nelle democrazie si dovrebbe riconosce l’obiezione di coscienza.
    • Di paolo (---.---.---.101) 11 marzo 2014 20:21

      Sbagliato .
       Il ginecologo è soggetto diverso dall’ostetrico ,poi ci sono anche medici specializzati in entrambe le discipline , ma anche se "ginecologo "+ "ostetrico " a maggior ragione devi prestare l’assistenza dovuta .
      Se sei un "visionario " che anteponi il tuo credo freligioso al Codice di Deontologia Medica (CDM ) devi smammare dalle strutture pubbliche e andare a praticare in un convento di suore di clausura dove è improbabile che ci siano delle gravidanza (cosi’ non fai danni ) .
      ciao

    • Di (---.---.---.172) 11 marzo 2014 20:34

      Non è neanche accettabile far pagare le proprie opinioni alle donne, messe in condizioni di non potersi difendere.


      Nota bene: non si abortiscono bambini. In Italiano bambino indica fascia di età prepuberale o comunque inferiore ai 18 anni, cioè successiva al parto. E i bambini possono difendersi eccome: se non li tutelano i parenti sono comunque difesi dalla legge, in quanto portatori di diritti essendo persone fisiche. In che stato vivi?
    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 marzo 2014 20:49
      Fabio Della Pergola

      Ovviamente un feto non è un bambino perché così stabilisce la legge (e anche buona parte del mondo scientifico, sia detto per inciso).

      Il commentatore continua a dire il contrario ma è evidente che non basta cambiare la terminologia per cambiare la realtà delle cose; qui si vuole continuare ad affermare, surretiziamente, che l’aborto è equiparabile a un omicidio. La questione NON sta in questi termini e riproporla continuamente in questi termini è semplicemente assurdo. Esiste una legge dello Stato che dice il contrario, punto e fine della discussione. Le opinioni personali sono una cosa e la giurisdizione in vigore un’altra.

      Nessuno nega agli obiettori il diritto di essere personalmente contro l’aborto, ma la questione dell’obiezione di coscienza all’interno della sanità pubblica si risolve in un solo modo: gli obiettori vadano a fare altro.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 marzo 2014 20:50
      Fabio Della Pergola

      intendo il commentatore 82 ovviamente

  • Di (---.---.---.82) 11 marzo 2014 21:29

    Una legge dello stato?


    Anche le leggi razziali erano leggi dello stato e con l’appoggio della maggior parte del mondo scientifico dell’epoca (e con i tempi che corrono non si sa mai che qualche idiota le faccia tornare).

    Leggi dello stato? Mondo scientifico? Punto e fine della storia?

    Dipende dai punti di vista ...
    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 marzo 2014 21:59
      Fabio Della Pergola

      A me risulta che ci sia una certa differenza fra la Repubblica italiana e il Regime fascista. A lei no?

      La legge 194 è stata votata dalla maggioranza parlamentare, democraticamente eletta da tutti i cittadini con diritto di voto (comprese le donne, pensi un po’!) e confermata con referendum popolare da una maggioranza di votanti (tutti cittadini con diritto di voto, comprese le donne, pensi un po’!). Non mi risulta che le leggi razziali abbiano percorso questo iter.

      Ed è stata proprio quella maggioranza parlamentare e popolare ad aver deciso la legittimità delle pratiche abortive, non avendo ravvisato in tutta evidenza che un feto sia equiparabile ad un bambino, cioè quello che lei si ostina a sostenere.

      Mi rendo conto che la cosa la disturba, ma la realtà è questa. Sia chiaro che io non ho alcun interesse a convincerla; creda pure quello che vuole, così come gli obiettori credano pure in quello che vogliono. Ma non nelle corsie degli ospedali pubblici. Sono legittimati a farlo dalla legge stessa, anche questo deve essere chiaro, ma la legge prevede anche che medici non obiettori siano sempre disponibili, ovunque e in qualsiasi turno. Questo non succede e si configura come una prassi politica di impedimento fattivo della libertà di ricorrere all’aborto. Cosa che anche la Commissione Europea ci ha rimproverato.

      Da qui il mio articolo. E ribadisco il concetto: se uno ha problemi personali a procurare aborti o anche solo ad assistere una donna che ha abortito (ma può una pura e semplice assistenza medica essere soggetta ad obiezione di coscienza?) cambi specializzazione, cambi lavoro, cambi paese, oppure cambi testa. Ma se ne stia alla larga dalle donne ospedalizzate, perché con questo atteggiamento prima o poi ne ammazza qualcuna.

  • Di (---.---.---.145) 11 marzo 2014 21:56

    Infatti, solo punti di vista.


    Che non si possono imporre agli altri. E non si possono imporre perché la legge non lo permette, tutelando i punti di vista altrui, integrità fisica e autodeterminazione delle donne.


    A proposito di leggi razziali, qual è stata la posizione dei difensori della sacralità della vita all’epoca? La vita va tutelata solo quando non è ancora venuta al mondo, poi dopo se può fare quello che si crede? 
  • Di (---.---.---.82) 11 marzo 2014 22:27
    "gli obiettori credano pure in quello che vogliono ... Sono legittimati a farlo dalla legge stessa, anche questo deve essere chiaro"

    ["votata dalla maggioranza parlamentare, democraticamente eletta da tutti i cittadini con diritto di voto (comprese le donne, pensi un po’!) e confermata con referendum popolare da una maggioranza di votanti (tutti cittadini con diritto di voto, comprese le donne, pensi un po’!)"]


    Appunto!

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 marzo 2014 22:37
      Fabio Della Pergola

      Mi pare che lei abbia tagliato la seconda parte di quello che ho scritto. La legge prevede che i non obiettori siano sempre presenti per garantire l’interruzione di gravidanza sempre e ovunque. Ma secondo i dati questo non è rispettato perché il numero degli obiettori è in crescita esponenziale.

      Oggi ci sono regioni dove l’obiezione si aggira attorno all’80% (http://www.agoravox.it/Quale-trend-...) rendendo impraticabile la legittima opzione abortiva ed estremamente difficile e umiliante la vita delle donne che vogliono ricorrere all’aborto. Solo per motivi ideologici o etici ? O c’è qualche losco interesse economico che agisce sotto sotto ?

      Comunque sia si pone il problema dell’obiezione (che non si sarebbe posta se la legge fosse stata rispettata in ogni sua parte).

      E il problema si risolve - a mio modestissimo suggerimento - integrando la legge e imponendo agli obiettori di optare per altra specializzazione. Prima di fare danni irreparabili.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 marzo 2014 22:48
      Fabio Della Pergola

      Mi pare che lei abbia tagliato la seconda parte di quello che ho scritto. La legge prevede che i non obiettori siano sempre presenti per garantire l’interruzione di gravidanza sempre e ovunque. Ma secondo i dati questo non è rispettato perché il numero degli obiettori è in crescita esponenziale.

      Oggi ci sono regioni dove l’obiezione si aggira attorno all’80% (http://www.agoravox.it/Quale-trend-...) rendendo impraticabile la legittima opzione abortiva ed estremamente difficile e umiliante la vita delle donne che vogliono ricorrere all’aborto. Solo per motivi ideologici o etici ? O c’è qualche losco interesse economico che agisce sotto sotto ?

      Comunque sia si pone il problema dell’obiezione (che non si sarebbe posta se la legge fosse stata rispettata in ogni sua parte).

      E il problema si risolve - a mio modestissimo suggerimento - integrando la legge e imponendo agli obiettori di optare per altra specializzazione. Prima di fare danni irreparabili.

    • Di paolo (---.---.---.101) 11 marzo 2014 23:13

      E dai piantala bigottino ! ci stai girando in tondo giocando sulle parole , certo che la legge vi legittima , ma mica ad imporre la vostra convinzione su chi non la pensa come voi . L’obiezione di coscienza non deve prevaricare il diritto alla salute . Praticatela in un convento e non in un ospedale. Altrimenti smammare .
       .
      La fede religiosa è un fatto privato ,tale è e tale deve rimanere .Punto . Lo Stato deve essere laico perché deve garantire una uguaglianza di servizi per tutti i cittadini (cattolici , credenti di varie confessioni,non credenti atei -laici ,agnostici ... ) . Lasciate le vostre visioni trascendentali fuori dalla sfera pubblica , i vostri non sono né scrupoli morali ,né convincimenti su base scentifica , siete soltanto degli intolleranti che vogliono arrogarsi il diritto di decidere anche per chi (la corposa maggioranza) non la pensa come voi .
      E non siete neppure in buona fede perché è nel vostro DNA il controllo politico della nascita e della morte ,è un potere secolare a cui santa romana chiesa non intende rinunciare perché identifica la parabola della vita su cui mettere il proprio sigillo . (siamo all’alba del terzo millennio (!!? ).)

    • Di (---.---.---.145) 11 marzo 2014 23:23

      Se per questo la cassazione ha recentemente affermato come l’obiezione di coscienza possa essere invocata per tutte le attività strettamente necessarie e collaterali all’aborto, ma non per l’assistenza sanitaria nelle fasi precedenti e successive.


      Non so come commentare l’assenza di personale sanitario durante il travaglio della donna, a sentire il suo racconto, che avrebbe avrebbe ricevuto "conforto" umano solo da attivisti antiabortisti.
    • Di (---.---.---.82) 11 marzo 2014 23:45

      @paolo: lei sta assumendo che io sia credente ed è un problema suo.

      Comunque mi pare che l’obiezione di coscienza sia un diritto non solo per i credenti.
      Mi pare di ricordare che Bobbio non era un bigottino e non credeva nell’aborto.
  • Di (---.---.---.82) 11 marzo 2014 23:11

    "La legge prevede che i non obiettori siano sempre presenti" ... quindi se non sono presenti è colpa degli obiettori?


    Gli obiettori esercitano un diritto (democratico), dunque si risolva il problema della non presenza costante dei non obiettori, creando un equilibrio, e non accusando gli obiettori !

    PS: "Il problema si risolve ... imponendo agli obiettori ..."? Ma non c’è una certa differenza tra la Repubblica Italiana e il regime fascista? I suoi "suggerimenti" si avvicinano a quest’ultimo.
    • Di paolo (---.---.---.101) 11 marzo 2014 23:30

      Ma che stai dicendo ? Che facciamo , siccome per la sanità abbiamo soldi da buttare via ,assumiamo doppioni perché ci sono dei bischeri che prendono lo stipendio ma decidono loro cosa è giusto fare e cosa non fare ? E allora perché non mettere anche un medico Testimone di Geova che è contrario alle trasfusioni di sangue e fa morire la gente dissanguata ,oppure un birmano che applica solo medicina omeopatica e rifiuta l’uso di antibiotici , un cinese che pratica l’agopuntura al posto del laser .....cosi ’ facciamo il circo Barnum invece di un ospedale. Medioevo !!

      Fascismo ? ( boh !! ) . Meglio chiudere .
      ciao Fabio

    • Di (---.---.---.145) 11 marzo 2014 23:31

      Esiste un modo facile per risolvere la situazione: visto che la legge prevede che lo stato debba attivarsi per garantire la presenza di personale non obiettore, basta assumere nei pubblici ospedali, con urgenza e per motivi di necessità.


      E magari fare due conti sul rendimento e servizi da offrire alla platea degli utenti dell’ospedale e tagliare il personale in esubero di conseguenza, cosa che avviene continuamente: si chiama riassetto della sanità. Chiudono interi ospedali in nome dell’efficienza e lotta agli sprechi, cosa sarà mai licenziare i ginecologi obiettori in esubero che non possono garantire, per scelte personali, i servizi dei quali gli utenti hanno diritto. 


      Magari si scopre che servono 3 ginecologi non obiettori, e ci sono anche troppi eccedenti tra gli obiettori. Se non sbaglio erano previsti anche trasferimenti di personale pur di garantire il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Nota bene, parlo di obiettori in esubero su base delle prestazioni sanitarie richieste alla struttura e negate dagli stessi per l’obiezione di coscienza.

      Potrebbe funzionare. Chissà quante donne sceglierebbero gli ospedali pubblici se potessero abortire come loro diritto, invece di andare in cliniche private, e chissà che ressa nelle cliniche private, con tutti i ginecologi obiettori che mandano curriculum in cerca di occupazione.

      Le scelte hanno sempre un prezzo. Magari se fossero scavalcati, come sarebbe giusto nella situazione attuale che è drammaticamente di emergenza e come tale richiede misure d’urgenza, in graduatoria dai colleghi non obiettori... forse la coscienza diventerebbe un po’ più negoziabile.
    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 12 marzo 2014 07:30
      Fabio Della Pergola

      Mi pare che quest’ultimo commento chiuda perfettamente la questione. L’incremento dell’obiezione è tale da pretendere un riassetto degli equilibri interni alla sanità.

      Vorrei far notare che la legge 194 esiste da una quarantina di anni. Non ci troviamo quindi in presenza di vecchi medici che hanno maturato un’obiezione di coscienza nel tempo, ma di medici che sono diventati tali quando la legge già esisteva e che hanno scelto la loro specializzazione ben sapendo che si sarebbero trovati di fronte al "problema" aborto. Cioè ad una pratica medica perfettamente legittima, ma che per loro costituiva un problema.

      C’è da chiedersi quindi se la loro scelta professionale non sia maturata proprio per contrastare attivamente la praticabilità dell’aborto e per rendere inapplicabile la legge. Si tratterebbe di azione politico-ideologica preconcetta, ben più che di obiezione di coscienza vera e propria.

      Per fare un esempio: se uno è pacifista e si arruola in un esercito con l’intento preciso di sabotarlo e renderlo inefficiente sicuramente sarà allontanato. Lo stesso mi pare che possa e debba avvenire per i medici obiettori. Non è possibile che una legge dello stato sia resa inapplicabile per la volontà politico-ideologica dei suoi stessi stipendiati.

      Chiudiamola qui. Un saluto a tutti.

  • Di (---.---.---.82) 12 marzo 2014 10:51

    Al soldato non è data la possibilità di non uccidere ...

    al ginecologo è data la possibilità di essere obiettore. Per legge. Potere della democrazia. Datevi pace.
    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 12 marzo 2014 11:20
      Fabio Della Pergola

      Darsi pace - nel momento in cui una donna di 28 anni, che vuole avere un figlio sano, è costretta non solo ad abortire, ma anche ad abortire in condizioni infami, perché il 93% dei ginecologi/ostetrici della sanità pubblica del Lazio è obiettore - è una richiesta inaccettabile.

      Noto la pervicacia con cui lei si impegna nel difendere l’obiezione disinteressandosi in maniera totale - nemmeno un cenno nei suoi commenti - della salute femminile e dei diritti delle donne, delle umiliazioni subìte, dell’orrore, dei costi e dei rischi delle pratiche clandestine che saranno ovviamente il portato finale dell’inapplicabilità delle legge 194. Di tutto questo lei se ne frega altamente. E questo la qualifica alla perfezione.

      Io, su questo, non mi darò pace; se ne dia pace lei.

    • Di (---.---.---.6) 12 marzo 2014 14:47

      Io lo trovo discriminatorio infatti.


      Se c’è diritto di obiezione, se la coscienza può giocare un ruolo nell’attività lavorativa,deve essere per tutti. O per nessuno.

      Deve essere data la possibilità al militare di carriera di entrare nell’esercito e rifiutarsi di sparare. Perché no? E’ esattamente quello che fanno i ginecologi o i farmacisti che rifiutano la vendita della pillola del giorno dopo.

      Deve essere data la possibilità dell’insegnante di rifiutare l’insegnamento ad uno studente bocciato o disabile. Perché no? Rallenta gli altri, che vada a zappare la terra: se la sua coscienza dice di privilegiare il rendimento degli studenti in corso, perché no?

      Deve essere data la possibilità ad un cardiologo di rifiutare un intervento ad un omosessuale. Perché se in coscienza li reputa deviati o destinati all’autoestinzione, che si usino i soldi della sanità per i padri di famiglia che possono garantire alla società produzione di prole.

      Deve essere data la possibilità ai gestori di locali pubblici di rifiutare la vendita di prodotti ad extracomunitari, perché se in coscienza vogliono preservare la purezza della razza italica in loco, hanno tutto il diritto di boicottare qualsiasi forma di ausilio all’insediamento dei non autoctoni.

      Deve essere data la facoltà ad un poliziotto di decidere di non arrestare chi commetta un reato davanti ai suoi occhi, se in base alla sua coscienza tale atto non sia grave.

      Sia chiaro: sono sarcastico. Non sono né omofobo, né contro i disabili, apprezzo l’obbligatorietà dell’azione penale, non sono xenofobo. Ma c’è chi lo è, e se potesse agire secondo coscienza, discriminerebbe quelle categorie di cittadini. Per fortuna non è permesso.

      Perché un militare che si rifiuta di sparare non può entrare nell’esercito mentre un ginecologo può intraprendere la professione ben sapendo che rifiuterà pratiche che per la legge italiana sono un diritto degli utenti? Ginecologo pagato coi soldi pubblici, cioè con le tasse delle persone cui rifiuta pratiche mediche che sono loro diritto. 

      L’attività bellica mica si limita a sparare! Si potrebbero mettere i militari obiettori dietro le scrivanie, far far loro carriera, e mandare i non obiettori in trincea, a morire. Perché no?

      L’esempio non è neanche calzante perché in tutto questo manda un parametro fondamentale: l’iscrizione agli albi professionali, il numero chiuso. Come per le farmacie che ugualmente hanno lo stesso diritto di obiezione. Vuoi obiettare? Benissimo, ma lasci la licenza libera per chi non obietta e così facendo garantisce al cittadino i servizi che tu gli neghi.
      Oppure si liberalizza, si cancellano gli albi professionali, e diventi un disoccupato tra tanti perché avrai la concorrenza che meriti.

      E’ facile imporre l’obiezione quando non rischi la poltrona perché la tua professione prevede un numero chiuso.

      Soprattutto c’è un dato grave che non è stato sottolineato a sufficienza: la diversa percentuale di medici non obiettori tra ospedali pubblici e cliniche private.

      Ovvio che molte donne si rivolgeranno per disperazione a chi pratica l’aborto clandestino, ma il fatto che sia più facile trovare medici non obiettori nelle cliniche piuttosto che negli ospedali dovrebbe far scandalizzare.
    • Di (---.---.---.82) 12 marzo 2014 16:53
      "Noto la pervicacia con cui lei si impegna nel difendere l’obiezione disinteressandosi in maniera totale - nemmeno un cenno nei suoi commenti" e nel suo articolo ai figli che dovrebbero nascere ... a parte una parola nell’ultimo commento ... "sano"? Mi ricorda i brutti tempi di un regime che portava avanti l’eugenetica.

      Io ho pace, fin quando l’obiezione è tutelata.

    • Di (---.---.---.6) 12 marzo 2014 18:02

      "nel suo articolo ai figli che dovrebbero nascere"


      Ai figli che POTREBBERO nascere.

      La gravidanza non è un atto che dà risultati certi al 100%, anzi. 
      A lei fa comodo negare questa banale evidenza perché altrimenti dovrebbe riconoscere che non sta difendendo alcun bambino mai nato, perché non è assolutamente detto che nasca, ma la sua posizione ideologica che le consente di valicare la libertà altrui e il diritto all’autodeterminazione del proprio corpo e salute.

      Lei non protegge i bambini ma le sue convinzioni, che siano di matrice religiosa o meno non conta. Si nasconde dietro i bambini, li usa come scusa, ma non è per loro che si affanna, anche perché di bimbi nati, finiti tra le mani di genitori scriteriati o che passano l’infanzia negli orfanatrofi è piena l’italia e quelli sono bambini veri, casi reali, non supposizioni comode per fare la gara a chi ha ragione. 

      L’italia è piena di bimbi infelici, specie quelli che vivono in famiglie inadeguate me nessuno li tutela, basta che siano nati, poi se la loro vita è un inferno chissenefrega. L’importante è che le donne figlino, anche se sono delle squilibrate, che diano figli al proprio compagno, anche se è un alcolizzato violento o un drogato terminale che guadagna due lire spacciando e rovinando i figli altrui. E chi se ne frega dei bimbi messi al mondo dai disoccupati, che poi piangono miseria allo stato e pretendono il lavoro perché c’hanno famiglia, togliendolo agli altri. O di quelli messi al mondo da donne stuprate, che vivranno il proprio pargolo in modo contraddittorio, rendendosi e rendendogli la vita un inferno.

      Si vuole occupare del benessere dei bambini? Ha come passare il tempo, l’italia è piena di disastri familiari. E sono disastri reali, bimbi esistenti, con le manine e gli occhietti tristi. Si occupi di questo, altrimenti sta qui solo a pontificare su quanto le dia fastidio che le donne possano autodeterminarsi, come è loro diritto, e pretendere che una pratica comunque dolorosa possa essere svolta in modo sicuro per la loro salute e senza predicatori che attentino al loro equilibrio psicologico, facendole sentire come dei mostri in un momento di manifesta difficoltà, pur di imporre loro la propria coscienza.

      Il diritto all’obiezione è attualmente tutelato, è l’unico tutelato, quindi è inutile che lei si agiti tanto.

      Esiste però il diritto alla salute e alla sessualità e maternità consapevole, all’autodeterminazione e alla tutela del proprio equilibrio psichico. Questi non sono tutelati. 

      Non si capisce come sia possibile che in un ospedale pubblico una donna che rientra nei canoni della legge per l’interruzione volontaria di gravidanza non sia assistita da personale medico nei momenti precedenti all’aborto (la cassazione dice che DEVONO assistere anche se obiettori, e a sentire il racconto in questione pare sia stata rimasta sola) ma viene lasciata in balia di attivisti provita, gente che non si capisce a che titolo entra in una corsia d’ospedale o viene a sapere che c’è una donna che sta per abortire, in barba alla privacy. 

      Se io sto in un ospedale fuori dagli orari di visita vengo cacciato.

      Immagino cosa succederebbe se dei testimoni di geova pretendessero di parlare con tutti i degenti che stanno per subire un’operazione, cercando di convincerli che non è giusto fare una trasfusione. Ma chissà perché non avviene, mentre i movimenti provita si sentono in diritto di entrare ovunque e fare prediche a gente che sta male.
    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 13 marzo 2014 13:31
      Fabio Della Pergola

      Volere figli sani significa volere che nuovi esseri umani non abbiano una vita di sofferenze. L’eugenetica a cui si riferisce aveva ben altri fini, se la studi un po’ meglio.

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