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Commento di

su Abortisce da sola, nel bagno dell'ospedale


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11 marzo 2014 23:31

Esiste un modo facile per risolvere la situazione: visto che la legge prevede che lo stato debba attivarsi per garantire la presenza di personale non obiettore, basta assumere nei pubblici ospedali, con urgenza e per motivi di necessità.


E magari fare due conti sul rendimento e servizi da offrire alla platea degli utenti dell’ospedale e tagliare il personale in esubero di conseguenza, cosa che avviene continuamente: si chiama riassetto della sanità. Chiudono interi ospedali in nome dell’efficienza e lotta agli sprechi, cosa sarà mai licenziare i ginecologi obiettori in esubero che non possono garantire, per scelte personali, i servizi dei quali gli utenti hanno diritto. 


Magari si scopre che servono 3 ginecologi non obiettori, e ci sono anche troppi eccedenti tra gli obiettori. Se non sbaglio erano previsti anche trasferimenti di personale pur di garantire il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Nota bene, parlo di obiettori in esubero su base delle prestazioni sanitarie richieste alla struttura e negate dagli stessi per l’obiezione di coscienza.

Potrebbe funzionare. Chissà quante donne sceglierebbero gli ospedali pubblici se potessero abortire come loro diritto, invece di andare in cliniche private, e chissà che ressa nelle cliniche private, con tutti i ginecologi obiettori che mandano curriculum in cerca di occupazione.

Le scelte hanno sempre un prezzo. Magari se fossero scavalcati, come sarebbe giusto nella situazione attuale che è drammaticamente di emergenza e come tale richiede misure d’urgenza, in graduatoria dai colleghi non obiettori... forse la coscienza diventerebbe un po’ più negoziabile.

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