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Commento di

su Abortisce da sola, nel bagno dell'ospedale


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12 marzo 2014 18:02

"nel suo articolo ai figli che dovrebbero nascere"


Ai figli che POTREBBERO nascere.

La gravidanza non è un atto che dà risultati certi al 100%, anzi. 
A lei fa comodo negare questa banale evidenza perché altrimenti dovrebbe riconoscere che non sta difendendo alcun bambino mai nato, perché non è assolutamente detto che nasca, ma la sua posizione ideologica che le consente di valicare la libertà altrui e il diritto all’autodeterminazione del proprio corpo e salute.

Lei non protegge i bambini ma le sue convinzioni, che siano di matrice religiosa o meno non conta. Si nasconde dietro i bambini, li usa come scusa, ma non è per loro che si affanna, anche perché di bimbi nati, finiti tra le mani di genitori scriteriati o che passano l’infanzia negli orfanatrofi è piena l’italia e quelli sono bambini veri, casi reali, non supposizioni comode per fare la gara a chi ha ragione. 

L’italia è piena di bimbi infelici, specie quelli che vivono in famiglie inadeguate me nessuno li tutela, basta che siano nati, poi se la loro vita è un inferno chissenefrega. L’importante è che le donne figlino, anche se sono delle squilibrate, che diano figli al proprio compagno, anche se è un alcolizzato violento o un drogato terminale che guadagna due lire spacciando e rovinando i figli altrui. E chi se ne frega dei bimbi messi al mondo dai disoccupati, che poi piangono miseria allo stato e pretendono il lavoro perché c’hanno famiglia, togliendolo agli altri. O di quelli messi al mondo da donne stuprate, che vivranno il proprio pargolo in modo contraddittorio, rendendosi e rendendogli la vita un inferno.

Si vuole occupare del benessere dei bambini? Ha come passare il tempo, l’italia è piena di disastri familiari. E sono disastri reali, bimbi esistenti, con le manine e gli occhietti tristi. Si occupi di questo, altrimenti sta qui solo a pontificare su quanto le dia fastidio che le donne possano autodeterminarsi, come è loro diritto, e pretendere che una pratica comunque dolorosa possa essere svolta in modo sicuro per la loro salute e senza predicatori che attentino al loro equilibrio psicologico, facendole sentire come dei mostri in un momento di manifesta difficoltà, pur di imporre loro la propria coscienza.

Il diritto all’obiezione è attualmente tutelato, è l’unico tutelato, quindi è inutile che lei si agiti tanto.

Esiste però il diritto alla salute e alla sessualità e maternità consapevole, all’autodeterminazione e alla tutela del proprio equilibrio psichico. Questi non sono tutelati. 

Non si capisce come sia possibile che in un ospedale pubblico una donna che rientra nei canoni della legge per l’interruzione volontaria di gravidanza non sia assistita da personale medico nei momenti precedenti all’aborto (la cassazione dice che DEVONO assistere anche se obiettori, e a sentire il racconto in questione pare sia stata rimasta sola) ma viene lasciata in balia di attivisti provita, gente che non si capisce a che titolo entra in una corsia d’ospedale o viene a sapere che c’è una donna che sta per abortire, in barba alla privacy. 

Se io sto in un ospedale fuori dagli orari di visita vengo cacciato.

Immagino cosa succederebbe se dei testimoni di geova pretendessero di parlare con tutti i degenti che stanno per subire un’operazione, cercando di convincerli che non è giusto fare una trasfusione. Ma chissà perché non avviene, mentre i movimenti provita si sentono in diritto di entrare ovunque e fare prediche a gente che sta male.

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