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Grillo e l’uso politico di Auschwitz

Di (---.---.---.111) 16 aprile 2014 12:08

di fabio della pergola

Benigni ha raccontato a suo modo di vedere la tragedia degli ebrei, al pari di Grillo che ha preso un testo di Levi che non appartiene ne agli ebrei e ne a lei, ma è di tutti, riesumandolo, rendendolo vivo è attuale, ne più e meno il vero messaggio che Levi voleva lasciare e non vi è maggior stima e ringraziamento per uno scrittore che utilizzare i suoi testi e renderli attuali.
Questo fa in modo in renderli immortali.
La differenza tra Benigni e Grillo consiste proprio nel fatto che il fine del primo è proprio nel suo lavoro, ovvero fare l’attore e di quello si arricchisce, quindi ben peggiore da un uso politico più che giusto e licito a differenza di chi invece si arricchisce sui drammi altrui.
Quindi per fortuna che le critiche mosse a Grillo appaiono palesemente strumentali e sono proprio esse in primis ad essere dei veri e propri spot elettorali, volti come da antica memoria e come da abitudine, da una sinistra che con il fiato corto da decenni, cerca disperatamente di far passare la denigrazione, la calunnia, il processo alle intenzioni come critica, per poi ritirarsi atteggiandosi a vittima quando a sua volta viene criticata.
Quindi miglor risposta non poteva dare a conferma nell’inconsistenza della sua critica, che escluso gli effetti di fotoritocco e i totem che non vanno assolutamente citati o evocati da chiunque non sia di sinistra, si spegne come una candela quando lo stoppino cade da solo nella sua cera.
Grazie di cuore, speravo in qualcosa di più, ma purtroppo mi ritrovo sempre ad avere a che fare con il sembra , mi pare, ho capito e con il vittimismo!
Crescere dev’essere proprio difficile per alcuni, per non dire impossibile.


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