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iOptik, le lenti a contatto con realtà aumentata

Il cammino verso la realizzazione del sogno transumanista è inesorabile. Ci attende un futuro da übermensch, da superuomini mezzi cyborg o da semplici superincoglioniti? Come sempre, la differenza è marcata dall’uso che si fa di queste tecnologie. Ad oggi, non lo chiamerei neppure uso ma dipendenza ossessivo-compulsiva.

Basta scendere per strada e camminare per il centro, per rendersi conto che si contano sulle dita di una mano le persone che non sono chine sul cellulare o che non ce l’hanno sempre in mano. È tristemente ridicolo, purtroppo, che tecnologie con potenziali grandissimi siano uno strumento che, principalmente, distrae. Comunque, che ognuno si diverta a suo modo, in fin dei conti è l’era dell’intrattenimento: quanto più intrattenuti, meno rompiscatole, un vecchio trucco dei capi.

ioptik

Una delle più importanti novità in questo ambito, è stata presentata al Ces 2014 (Las Vegas, 7-10 gennaio), e si chiama iOptik (si, lo so, è ormai una mania mettere la “i” davanti a tutte ‘ste diavolerie tecnologiche, è la strategia di mktg per farti sentire importante e dirti che è tutto costruito “intorno a te” e “per te”, “I” è appunto io in inglese, ndr): le lenti a contatto con la realtà aumentata.

In fase di sviluppo già da qualche anno ed ora nella fase finale di perfezionamento (il prossimo passo sarà passare i test della Food and Drug Administration, ndr), le lenti di Terminator saranno disponibili a fine anno o inizi 2015 per il grande gregge, ehm pubblico. Proprio come lo Schwarzenegger-robot, indossando queste lenti, che attuano come un binocolo digitale, potremo elevare alla potenza le nostre capacità visive e ci permetteranno di identificare ed ingrandire gli oggetti a distanza.

ioptik3

Non solo, indossando anche i relativi occhiali, avremo di fronte ai nostri occhi un vero e proprio schermo di realtà aumentata e praticamente “qualsiasi cosa funzioni sul vostro smartphone, potrebbe funzionare sui vostri occhiali”, come ha dichiarato Stephen Willey, amministratore delegato dell’azienda che ha sviluppato le iOptik, la Innovega.

In altre parole, le lenti e gli occhiali ci permetteranno di completare ed integrare la visione della realtà, “aumentandola” con informazioni provenienti da Internet o da altri dispositivi, che si potranno collegare.

La differenza principale con i classici Google Glass, a parte la tecnologia più potente, è la struttura stessa degli occhiali, non più un aggeggio scomodo e brutto da indossare, come il prototipo googleliano ma dei veri e propri occhiali da sole, stile Ray Ban.

“Una tecnologia come questa – continua Willey – finirà per sostituire lo smartphone. I vetri sono sottili e dotati di microproiettori che imitano la tecnologia IMAX, fornendo a chi li indossa una visione sicura e chiara dell’ambiente che li circonda. Diverse aziende sviluppano hardware da adattare agli occhiali smart, come Google Glass, ad esempio, noi invece vogliamo migliorare la vista per tutti, attraverso un paio di lenti a contatto e, per chi desidera, aumentarla con le informazioni della rete attraverso gli occhialini. [...] i Google Glass offrono una visione paragonabile a quella di uno smartphone posto a 60cm di distanza dagli occhi, mentre le lenti iOptik garantiscono una risoluzione d’alta definizione, sei volte maggiore ed aumentano di venti volte l’area visiva”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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