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Commento di

su L'Europa del Sacripante Grillo e la Repubblica Veneta


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1 aprile 2014 12:49


Ciao,

dire che la politica è corrotta non è parlare per slogan. E’ evidente, guardando a quanti inquisiti e condannati ci sono in parlamento, a quanti casi di corruzione ci sono a livello regionale e provinciale. Ci sono lobbisti (veri e propri ambasciatori di precise aziende o associazioni) che s’aggirano per il parlamento (il M5S ne ha denunciato uno che si è tolto dalle scatole). E no, non credo che esista corruzione nel Movimento 5 Stelle a livello nazionale, anche grazie al fatto che i grillini sono in parlamento da poco tempo e sono appena arrivati da una vita normale, al contrario di molti politici di carriera per i quali la vita sta nei meandri politici e quindi hanno una visione della società normale distorta (molte volte in buona fede, per carità). Ma la corruzione più grande, intesa come trasformazione da quello che si era prima, risiede nel sistema-partito. Immagina il PD, che tra tutti i partiti è quello con la storia più lunga. E’ una ditta, una media impresa, volente o nolente: hanno dipendenti, immobili, strutture, affitti da pagare, mutui da rimborsare. Non possono rinunciare ai rimborsi, andrebbero in fallimento. Ci piace pensare (e loro amano farci credere) che i partiti sono un qualche cosa di ideale, ferventi di fede (di sinistra, centro o destra), che si incaricano di veicolare le istanze del popolo dentro il parlamento; o, secondo la tua visione, più che veicolare le istanze del popolo stupido dovrebbero guidare il popolo stupido con gente capace, che sappia che cosa è giusto. Purtroppo non è così, me ne darai atto. Non dico che un partito sia un’associazione a delinquere, ma dico che si discosta parecchio da quanto descritto poco sopra. Fa’ che creare una struttura con un dirigente, due vice e una segretaria, e hai già perso metà della buona fede: quando il dirigente dovrà farsi da parte, dei due vice verrà promosso quello più scaltro, non quello più etico. Specialmente se quei due vice stanno facendo carriera politica, perché fuori dalla politica si scontrerebbero con i problemi normali, tipo trovare un lavoro e arrivare a fine mese. Uno come Letta, politico di professione, come si guadagnerebbe la vita fuori dalla politica? O uno come Bersani? Io me lo vedrei bene come direttore di un allevamento bovino... ma dopo aver assaggiato stipendi da ventimila euro al mese è un po’ dura accontentarsi di quattro o cinquemila euro! O di 1200.

E’ un dato di fatto che soldi e potere corrompono. Difatti le banche hanno l’abitudine di cambiare i direttori delle filiali ogni due anni circa (e lo fanno, anche se meno sovente, pure con i dipendenti meno importanti). Fanno questo per evitare che si formino legami troppo stretti con il territorio. Da qualche anno le banche hanno fatto qualche passo in avanti: se vai a chiedere soldi, la tua pratica viene passata a un ufficio, locato chissà dove, composto da chissà quali persone, le quali non sanno minimamente chi tu sia - per loro sei solo una pratica con sopra scritti dei numeri. Questo è uno dei motivi per cui i parlamentari andrebbero cambiati più sovente di quanto facciamo adesso. Immagina un lobbista che entra in parlamento, e ci trova l’amico di una vita al quale proporre certe cose. Poi immagina lo stesso lobbista che a ogni legislatura si trova davanti una persona diversa. Quella persona potrebbe essere corrompibile (ricominciando da capo), ma potrebbe anche denunciarti.

Sia Letta che Alfano (e diversi altri) sono soci di una fondazione di cui non ricordo il nome. Questa fondazione ottenne cospicue donazioni dai gestori delle slot machine. Ti sembra strano che un governo Letta-Alfano, poi, faccia condoni miliardari ai gestori? A me no. E’ una debolezza umana: duecentomila euro guadagnati da una persona valgono bene due miliardi spesi da altre (i contribuenti). La giustificazione si trova facilmente, sfuocando i contorni del problema. In fondo due miliardi di multa sono difficilmente esigibili; in fondo ogni contribuente deve solo pagare, limitatamente a quest’anno, 3 centesimi di euro in più; condono questa multa, ma in cambio posso chiedere di non mettere slot machine vicino alle scuole... e poi questa mia fondazione fa cose utili e belle...

Io ho scritto 2 miliardi - in realtà erano 90 diventati poi 600 milioni.

E allora, si possono fare accordi con un sistema del genere? Per conto mio no, per due motivi. Il primo motivo è che non ci si accorda coi corrotti, li si manda a casa. Se scopro la donna delle pulizie che s’intasca gli spiccioli che ho dimenticato sul tavolo, io la licenzio (no, non ho una donna delle pulizie). Qui in Italia la si mette a fare le pulizie a casa di qualcun altro! Il secondo motivo è che gli accordi, di per sé, significano "io ti do qualche cosa, e tu mi dai qualcos’altro". Quel "dare qualcosa" è già un tradimento del mandato elettorale. Una forza politica che si accorda con un’altra cede qualche cosa che aveva promesso agli elettori. Per esempio, Renzi aveva promesso che la legge elettorale avrebbe avuto le preferenze. Ma per mettersi d’accordo col Berlusca ha dovuto cedere su questo punto perché Berlusconi deve garantire l’elezione ai suoi leccaculo. D’accordo, gli elettori di Renzi avranno finalmente una nuova legge elettorale, tanto agognata al posto dello schifo del Porcellum... ma che legge è? Quella che Renzi aveva promesso? No, una che sembra anche peggiore. Ma la politica si fa così, giusto? Ci si accorda e si porta a casa quello che si può, giusto? Con questo sistema, ben che vada, si fanno le cose a metà. Se va male, invece, si finisce per non cambiare niente o incasinare tutto. Mi pare che, da vent’anni a questa parte, sia più vera la seconda ipotesi.

Tu mi chiedi se c’è corruzione nel M5S; e mi chiedi di rispondere in modo secco. Bene; per quello che so io, nella mia ignoranza, al momento non ne vedo. Se sai qualche cosa che io non so, illuminami.

Parlavamo di votare cose condivisibili, e mi hai risposto che sul reato d’immigrazione i grillini hanno votato per l’abolizione e si sono presi la paternale. Allora ti spiego: si sono presi la paternale perché nel programma elettorale non c’erano indicazioni al riguardo. In questo caso occorre applicare certe procedure: la riunione dei parlamentari deve prendere una decisione a maggioranza e, se non si arriva a una certa chiarezza, bisogna chiedere agli elettori. Queste procedure non erano state seguite, e quindi Grillo ha fatto bene a fare la paternale. Lui si era dichiarato contrario all’abolizione, ma poi gli elettori (me compreso) hanno scelto l’abolizione. Dopo questi fatti, i detrattori hanno scatenato un putiferio: "Dissidenti nel Movimento", "Movimento spaccato", "Grillo sconfessato dalla rete". Invece io ritengo che sia un caso molto istruttivo su che cosa è il Movimento. Non è un Movimento padronale che pende dalla bocca di Grillo. I deputati votano in autonomia, secondo il programma elettorale o secondo una decisione da loro presa a maggioranza. Grillo è intervenuto a ragione, in qualità di garante del rispetto dei regolamenti. Si è allargato un po’ troppo, esprimendo la sua idea - ma io, come sai, penso che chiunque abbia la libertà di esprimersi -, e alla fine il buon senso e le regole del Movimento sono state applicate. Il risultato finale è stato che la volontà degli elettori è stata rispettata fino in fondo, giusta o sbagliata che sia. E aggiungo una nota: i deputati "colpevoli" non sono stati espulsi. Perché, per il buon senso e l’etica, ognuno può sbagliare, qualche volta, e non è grave se succede solo ogni tanto, se è fatto in buona fede, e se si può porre rimedio.

Quello che fanno gli altri partiti è diverso. Rispondendo alla tua domanda, non dico che NESSUN parlamentare avverso ai grillini non abbia MAI votato a favore di qualche cosa di condivisibile. Ma la tendenza è quella. Se votassero SEMPRE contro, la cosa sarebbe troppo evidente. Inoltre, il parlamento non è pieno solo di burattini, a volte votano con il cuore oppure, su certi temi non molto importanti, i capigruppo non stanno lì a indottrinare i tirapiedi. E poi ci sono le opposizioni non-M5S che, anche per rispetto del ruolo di opposizione, talvolta appoggiano i grillini.
Ma la verità delle votazioni forse non la conosci. Ho visto un filmato in rete che mostra come funzionano. Il presidente legge il titolo (diciamo così) dell’emendamento; il titolo non dice molto sul contenuto, bisognerebbe leggerlo... comunque dicevo che il presidente legge il titolo, poi aggiunge "il governo approva" oppure "il governo NON approva". A quel punto si vota. Bene: in quel filmato il Presidente si sbaglia e dice "Il governo approva". La camera vota, e l’emendamento passa. Dopo quattro secondi il presidente si accorge di aver sbagliato, e ritiene di dover rifare la votazione. "Il governo NON approva", e l’emendamento non passa. E’ un filmato istruttivo, perché si accendono lampadine rosse e verdi, che mostrano da dove sono arrivati i voti. Questo è lo standard delle votazioni. Interrogata in proposito, una parlamentare PD ha detto che loro non hanno tempo per leggere ciò che stanno votando, e che la lettura dei testi viene delegata alla persona competente della commissione relativa, che poi li istruisce. Già, non hanno tempo! Ma nota che in questo caso non avevano neppure ricevuto istruzioni, perché si sono semplicemente basati sulla frase "il governo [non] approva".

Ora, io capisco che quando si da’ la fiducia a un governo occorra avere un po’ di coerenza e sostenerlo. Ma farlo in quel modo mi sembra davvero da buoi. I grillini invece hanno il difetto di leggere tutto e ragionarci sopra. Sarà perché sono giovani e freschi?


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