- La risposta è quasi comica: "non dice che lo fosse".
Se il nuovo Ministro degli Esteri si preoccupa di rispondere
evidenziando che quel problema riguardava altri (anche se ci ha aggiunto
un "viene percepito"), la comunicazione è ovvia (per chi la vuol
vedere): in ogni caso non riguarda noi. Questo in diplomazia si chiama correzione di rotta o cambiamento. -
Esatto: si tratta di diplomazia. Lo è la attuale correzione di rotta, come lei la definisce; lo era il convegno negazionista di Ahmadinejad, che era una forma di diplomazia mediatico provocatoria. Cambia la forma, la sostanza resta la stessa.
- Il finale della risposta sul negazionismo è altrettanto comico (se
non fosse tragico) dell’incipit. Si commenta da sé. Vada pure a seguire
con interesse i negazionisti, ce ne sono in Italia, sia a destra che a
sinistra. Ed anche nel M5S se per caso lei è di quella sponda.-
Non si alteri. Ritengo il negazionista o un imbecille che non sa quel che dice, o un nevrotico narcisista che ama essere il centro dell’attenzione, o un nazista (in incognito o meno), o un antisemita che sputa il suo odio sugli ebrei sputando sulle vittime della Shoah.
Però sono del parere che il giudizio deve essere preceduto dalla conoscenza per essere fondato. Non accetto per principio giudizi preformati. Per questo mi sono sorbito perfino la lettura del Mein Kampf (di quasi tutto per la verità: è un mattone indigesto).
D’altra parte non ho alcun timore di essere plagiato, e conoscere certe idee non significa affatto condividerle.