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Commento di Fabio Della Pergola

su La speranza è nel blog di Beppe Grillo. Incredibile ma vero


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 19 maggio 2013 08:44

Caro Paolo,

che nessuno ci chieda di rinunciare alla mia (nostra) umanità è senz’altro una bella notizia. Ti sono grato di avermene informato. Ti pregherei però di completare la frase della commentatrice 80 "...di fronte a messaggi xenofobi". E non vedo perché di fronte a "messaggi xenofobi" uno dovrebbe rimanere indifferente. Se tu lo fai è un problema tuo.

Naturalmente il problema "immigrazione" è senza ombra di dubbio una "tematica troppo complessa" da affrontare in un posterello da blog (non a caso sono stati scritti libri su libri sull’argomento; beato te che evidentemente pensi che sia un problema di facile soluzione: "mentre regolamentarlo nei suoi aspetti sociali e umanitari è di una semplicità disarmante"; basta poco, dici, - che cosa ? una bella legislazione di ferro ? - e gli immigrati come per magia spariranno...ma sei così ingenuo da crederlo davvero ?).

Comunque, su questo ti ho già dato una mia risposta in precedenza, inutile continuare a ripetersi.

Evidentemente però non ci si capisce sull’elemento centrale del post di Grillo e del mio articolo: confondere pazzia con immigrazione per insinuare, da paraleghista, che l’immigrato è un elemento che costituisce un pericolo mortale e che vive nascosto nelle pieghe della buona società italiana. E’ il senso del mio articolo e ne ho scritto anche rispondendo ai vari commenti.

L’uso dei termini, che volutamente (onestamente ?) tendi a sottovalutare, è molto chiaro: da decenni il termine extracomunitario indica il sottoproletariato di origini arabe o africane o cinesi o sudamericane: comunque terzomondiste. Ma anche un americano o uno svizzero è un extracomunitario. Hai mai visto però un titolo di giornale che dica "extracomunitario truffa un povero pensionato" riferendosi a un banchiere svizzero o a uno speculatore di Wall Street ?
No, vero ? e allora, per favore, non venirmi a raccontare la barzelletta che dire "ghanese" o "senegalese" equivale a indicare asetticamente la provenienza di un individuo. Qua nessuno è fesso e la semantica abbiamo imparato a conoscerla. Saluti.


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